Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) In Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell Asia e dell Africa mediterranea Tesi di

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1 Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) In Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell Asia e dell Africa mediterranea Tesi di Laurea I consumi alimentari in Cina. Dall analisi macroeconomica all elasticità della domanda. Relatore Ch. Prof. Mario Volpe Laureando Lorella Gava Matricola nanno Accademico 22012/2013

2 2 Indice Pag. 2 I consumi alimentari in Cina. Introduzione 前言 pag. 4 Capitolo Primo. I consumi 1.1 Consumi finali e pil» Consumo urbano e rurale» Le ragioni della diminuzione del tasso di consumo finale delle famiglie» Soluzioni possibili per incrementare il tasso di consumo» Il risparmio: i fattori di influenza» Migranti e residenti di lungo periodo: un confronto» Critica al ruolo del tasso di risparmio» 41 Capitolo Secondo. La nuova classe media cinese 2.1 Previsioni sulla classe media cinese» La classe media cinese nel contesto della classe media globale» Definizioni e caratteristiche della classe media» La divisione in sottogruppi» Il senso di appartenenza» La classe media secondo il reddito» Un tentativo di compromesso tra le diverse visioni sulla classe media» La classe cinese media cinese: una classe fortemente disomogenea» 63 Capitolo Terzo. L elasticità della domanda 3.1 I consumi alimentari: trend attuali e previsioni future» I consumi di cibo secondo le fasce di reddito» Fattori di influenza nella domanda di cibo» 78

3 Quantità e qualità negli acquisti di cibo» L elasticità della domanda» La formazione di abitudini e l importanza delle variabili demografiche» 88 Conclusioni» 92 Bibliografia» 99 Sitografia» 100

4 4 前言 三十年以来, 中国经济有了一个蓬勃的发展 的确, 年平均的经济扩张速度高于百分之十, 中国的 GDP 是世界上最高 增长最快之一 在三十年多的不断的经济增长中, 过去生活在贫困线以下的几百万人的生活状况改善得很多, 而且使中国成为一个中等收入的国家 如此的良好成果及全面的社会及经济进步让专家 学者及外国公司经理期望中国能够从主要出口的国家变成世界上最大利润丰厚的商品市场 中国引起的全世界 全经济范围的极大兴趣及关注使作者想要深入地研究中国消费的能力 本论文的目的是从全方面看中国的消费, 它由三章组成 : 在第一章里, 作者从一个宏观经济的观点看消费 ; 在第二章里作者从要求的方面看消费, 就是说谈到中国的新消费者, 所谓的中产阶级 ; 最后, 在第三章里, 作者从要求的 运行机制 需求弹性来看消费 总的来说, 本论文的第一章里面, 作者对中国的消费占 GDP 的比重和储蓄对消费的影响进行广泛的介绍 由于论文的重点是消费, 我们集中在主要经济原动力的最终产品和服务的开支就是国家及家庭或居民的消费 作者很想在一个国际比较的框架下, 进行如此的分析, 所以作者对于中国和别的国家 GDP 的最终消费开支 国家消费以及家庭消费 和单一的分析的家庭消费一些组成部分占 GDP 的比例进行比较 和中国作比较的国家是当前世界上规模最大 对于世界的制定最有影响的国家如八国集团的成员国家 新兴市场中的代表国家即巴西 俄罗斯 印度 和中国 而且跟东亚别的重要发展中的国家如印尼和越南 这些国家都处在它们经济发展过程中的不同阶段亦位于不同地理区域, 这是因为这样能够更好地指出中国经济壮况在世界经济范围的特性 从这个比较中作者发现中国消费占 GDP 的比重太低, 特别是家庭消费的比重 在学者中关于中国消费率的官方统计公布的数据有争论 作者 像别人似的 认为以跨越争论而估计消费从四十年以前至现在的期间的总体倾向 如此, 能够理解消费占 GDP 的比重在一定的时间内 特别是从七十年代末开始 下降还是上升了 大家知道在中国在比较落后地区和先进地区有一个发展差距 这个发展差距相当于农村地区和城镇地区的生活状况的越来越大的差距 由此, 家庭消费普通分为城镇家庭的消费以及农村家庭的消费 考虑到这方面作者分开分析城镇和农村的消费 这样能够理解在城镇家庭或农村家庭消费中哪一个对总比例的趋势有了最大影响 我们的分析以指出消费以及收入速增的趋势不一样的地方而分开分析城镇和农村情况 理解到城镇以及农村的两种不同消费情况, 我们分析过去一些年总消费率的倾向的原因 在中国消费率受到了几个因素的冲击 冲击来自于二十世纪九十年代的税改 保障金的体制

5 5 改以及房改, 还有收入分配不公结构特性 谈到收入分配, 在中国应该考虑到有两种 : 一个是农村地区和城镇地区中的收入分配, 另外一个是家庭 企业 政府等部门的收入分配 我们还要分析一下中国消费者面临的现金限制 消费受到了冲击的另外一个特别重要的因素是住在农村的家庭收入的慢速增长 介绍了一些关于消费的问题后, 作者介绍了学者对解决这些问题的提示, 以便让消费占 GDP 的比例增长 他们的提示是 : 通过一些改革和措施改善中国的保障金体制效力, 特别在农村地区 同时, 让购买房子更优惠且让收入分配公平 消费的另一面是储蓄 像刚才说的一样, 我们对储蓄的兴趣来自于它对消费者的影响 特别要指出, 储蓄越高, 消费越低, 反过来也一样 像消费一样, 作者的目的是理解在中国占 GDP 的高储蓄比重的根源 按照生命周期假说 (Life Cycle Hypothesis, 简称 LCH), 理性的消费者要根据一生的的收入来安排自己的消费与储蓄, 使一生的收入与消费相等 作者介绍了理论适合不适合中国情况的学者概念, 还分析了家庭节省这么多金钱的动力 在第二章里, 作者谈到中国的新消费者阶级所谓的中产阶级 首先, 作者介绍了中产阶级到 2025 年预料的其购买力的增加 然后, 广泛地谈论全球的中产阶级的定义 并且谈论东南亚和中国在全球的中产阶级中将扮演越来越关键的角色 全球中产阶级的第一个定义, 以消费为主 属于全球中产阶级的人是那些人的消费占消费总额的最大比例 根据第二个定义, 具有某一种较高收入水平的人属于全球中产阶级 或者, 按照第三个定义, 以每天人均的开支为主 作者还要预料全球中产阶级的未来发展 因此, 介绍了的学者采取的 Cobb -Douglas 函数 在这个函数里, 增长视资本和劳动的积累和 TFP 而定 在谈到全球中产阶级以后, 介绍了中国的中产阶级是本论文第二章的题目 首先谈到在中国有三个不同的中国中产阶级的定义 : 公众 政府 社会学家等定义 公众和政府认为中产阶级应当具有相当高的收入 而社会学者认为职业和文化比收入更适合描写中产阶级 此外, 我们还谈到了中国中产阶级这个群体里的分类 我们介绍了从二十世纪八十年代初到二十一世纪最初六年中中国中产阶级的每一个小组的规模增加 而且介绍了每一个小组的文化水平 还有介绍了小组性别构成 我们还谈到中国中产阶级的小组成员的父亲的职业 而且谈到被认为属于中产阶级的人最初的职业 在职业的方面, 中国中产阶级有两种性质 一个是公共职业, 另外一个是私人职业 这种区别的重要性在于中国中产阶级根据工作的种类, 对政府有不同的看法和评价 我们还介绍了每一组的平均年收入 如果一组的收入高于两万八千二百七十二元人民币, 有的学者认为就是属于中国中产阶级 最后, 谈到中国中产阶级的高度阶层化, 特别提到中产阶级最重要的小组新中阶级 在最后第三章里, 作者分析了中国从 2000 年到 2010 年的十年内的食物消费 作者还介绍了

6 6 未来的一些基本食物如谷物 牛奶 肉制品 蛋 水果 蔬菜等食品的消费趋势 通过某些食品的增加或者下降趋势, 我们能够理解中国人饮食的变化, 也能够预料哪些食品的消费最可能增加或下降 关于中国未来的食物消费, 在这篇文章中作者对中国进口需求也很感兴趣 因此还要认识中国能够根据它国内生产的食品完全满足国内食物的需求 否则, 中国会需要进口一些食品和动物饲料 中国需要进口的越来越大的食物制品量的可能性, 为中国以外的食品生产者会提供很多的出口机会 收入被认为是影响人均食品消费的最主要因素 因此, 作者还谈到根据收入的不同水平分析食品的消费 提到的收入水平被分为五组 城镇地区和农村地区的收入也被分为五组 作者分析了中国关于一些食物的消费数量像不像发展中的国家那样的消费数量 作者还研究了不符合收入的消费情况的原因 作者还很简短地介绍了哪些因素影响了中国的食物要求 如快速的经济增长造成的收入增长 城市化 消费者的生活方式的改变以及喜好的变化等因素 当消费者购买产品时, 他们不仅看产品数量而且看产品质量 因此, 作者分析收入的增加, 购买数量, 质量的支出这三个方面的关系 质量的价值是按每一个食品的单一成本估计的 特别指出消费者的需求对于收入增长的反应积极 对收入而言, 作者根据不同的收入水平进行上述的分析 考虑到过几十年的 GDP 快速度的增长, 学者认为中国的食品的生产数量会落后于中国国内的消费者需求 生产数量的短缺应当使中国更加增长进口食品的数量 但是, 目前如此的预料还没有出现 我们介绍了学者认为中国的进口食物数量还没有增加的最可能的理由 然后, 作者分析了每一个销售负责人都必须认识的重要的经济情况, 就是需求弹性 需求弹性是指当产品或者服务的价格百分比有所变动时, 市场对该产品或者服务的需求也发生百分比的变动 作者介绍了在中国消费的基本食品的需求弹性是指每一个食品的需求弹性是弹性需求 单一需求或者非弹性需求 为每一种收入水平, 作者介绍了需求弹性的估计 如果食品获得的弹性不像所预料的那样, 作者介绍了这种区别的最可能的根源 当消费者收入提高时, 他选择购买高质量的产品或者购买数量大的产品 作者为每一个食品分析了消费支出弹性和数量弹性并且进行了比较 并且分析了收入的增加与消费数量和质量的关系 或者, 两方面都有所增加, 造成支出和数量弹性的增加 支出弹性减去数量弹性等于食品的质量弹性 质量弹性是指当消费者购买食品时, 看食品的质量的程度 高质量的食品是加工过的食品 价值更高的食品 如虾子代替鱼 以及名牌食品 最后, 作者分析了两个因素一些学者认为这两个因素对需求有影响 而它们对计算需求弹性很重要 这两个因素是 : 习惯形成 以及人口的可变因素 习惯形成 这个概念,

7 7 英文叫做 habit formation, 属于经济理论 根据这个概念消费者当前的消费是过去的消费函数 就是说当消费者过去常常购买某一个产品时而当前想继续买它, 这意味着在消费者的购买方式中 形成 了一种 习惯 人口可变因素是家庭的成员人数 父母的学术职称 父母的年龄以及出生的省份等因素

8 8 Capitolo Primo. I consumi 1.1 Consumi finali e pil. Il fatto che gli operatori economici guardino con crescente speranza e interesse alla crescita di una grande classe media 1 nella Repubblica popolare cinese (RPC), è naturalmente dovuto ad un aspetto fondamentale: l ampliamento e la crescita sostenuta della domanda di beni e servizi da parte delle famiglie cinesi, che nel prossimo futuro potrebbe rendere il mercato cinese uno dei mercati più importanti al mondo, se non, addirittura, il più importante in assoluto. Per poter capire quali potrebbero essere gli sviluppi futuri del mercato in questo paese è importante considerare innanzitutto come si presenta, nella Repubblica Popolare Cinese (RPC) la spesa totale per beni e servizi e la spesa in beni e servizi delle famiglie, espressa attraverso la spesa per i consumi finali 2 in rapporto al Pil. Come è noto, il prodotto interno lordo di un economia nazionale è la somma di investimenti, consumi, spesa pubblica 3 e delle esportazioni al netto delle importazioni. La somma delle prime tre voci- investimenti, consumi e spesa pubblica- rappresenta la spesa in beni e servizi da parte dei residenti, ovvero, consumatori, imprese e settore pubblico. Mentre la spesa totale in beni nazionali comprende anche le esportazioni nette. E utile valutare il peso della componente dei consumi totali in relazione al Pil distinguendo tra queste due voci, alla luce di un confronto internazionale tra la RPC e i paesi industrializzati, le economie emergenti a più alto tasso di crescita- i paesi BRIC- e le altre principali economie del sud-est asiatico. Consideriamo quindi la spesa in consumi finali complessiva unitamente alla spesa delle famiglie in consumi finali per ognuna delle principali economie mondiali nel 2011, soffermandoci successivamente ad analizzare più a fondo i dati relativi alla Cina. 1 Per una trattazione della classe media cinese si rimanda al capitolo secondo del presente lavoro. 2 si tratta della spesa sostenuta dalle unità istituzionali residenti per l acquisto di beni e servizi utilizzati per il soddisfacimento diretto dei bisogni individuali (consumo individuale) e dei bisogni collettivi dei membri di una comunità (consumo collettivo). La spesa in consumi finali può avvenire sul territorio nazionale o all estero. La componente più importante della spesa in consumi finali è la spesa finale delle famiglie. L altra componente della spesa in consumi finali è la spesa pubblica finale (government final consumption expenditure) che si compone della spesa per il consumo collettivo e dal consumo individuale sotto forma di trasferimenti in natura (in kind) alle famiglie. 3 la spesa che lo Stato e gli enti pubblici devono sostenere per garantire la fornitura di beni e servizi- ma anche ad esempio il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici- ai cittadini. Nella spesa pubblica non figurano invece i trasferimenti- l assistenza sanitaria, le pensioni- e non figurano gli interessi sul debito pubblico.

9 9 Tabella 1. Spesa complessiva in consumi finali e spesa in consumi finali delle famiglie nel Confronto internazionale Paesi Spesa complessiva in consumi finali (% pil) Spesa complessiva in consumi finali in dollari costanti del 2000 Fonte: Banca mondiale, World development indicators, Spesa in consumi finali delle famiglie (%pil) Spesa in consumi finali delle famiglie in dollari costanti del 2000 Stati Uniti Canada Australia Unione europea Italia Germania Francia Regno Unito Spagna Giappone Corea del sud Singapore Brasile Federazione russa India Cina Indonesia Vietnam Asia orientale e pacifico(tutti i livelli di reddito) Asia orientale e pacifico(paesi in via di sviluppo) Come si può vedere dalla tabella 1, in Cina l incidenza della spesa complessiva e della spesa delle famiglie per i consumi in rapporto al pil è molto ridotta. Essa non solo è inferiore a quella degli Stati Uniti- un economia che con i suoi miliardi di dollari di spesa continua e continuerà ad essere ancora per molto il primo mercato al mondo, ma anche rispetto a tutti gli altri paesi confrontati. La RPC risulta per così dire maglia nera per quanto concerne il ruolo svolto dalla spesa delle famiglie per beni e servizi finali, ed essendo la spesa delle famiglie a essere preponderante (70%), la spesa totale risulta di conseguenza bassa. Accanto al contributo ridotto dei consumi, l alto tasso di risparmio, necessario contraltare del consumo, ha rappresentato in Cina un portentoso strumento di investimento per la crescita della sua economia. In futuro però il Paese dovrà puntare alla crescita della domanda interna e alla conseguente riduzione dei sui grandi surplus commerciali. E questo perché la domanda dei Paesi in

10 10 deficit rimarrà debole rispetto al periodo pre-crisi. 4 Questo significa sostanzialmente che all interno dei delicati meccanismi dell equilibrio economico mondiale, data la bassa domanda cinese e la forte produzione, gli altri paesi assorbono una quantità di prodotti dalla Cina non comparabili a quanti ne assorbe invece la Cina dagli altri paesi, generando una situazione di forte squilibrio non sostenibile ancora a lungo. Inoltre con le riserve accumulate attraverso gli scambi con l estero, investite massicciamente in dollari e nei titoli del debito, denominati in euro, dei paesi europei, la Cina rischia perdite di capitale ingenti nel caso di un deprezzamento 5 sia del dollaro, sia dell euro. Quella della necessità del ribilanciamento in favore di una distribuzione più equilibrata tra consumi, investimenti ed esportazioni, come accade per altri paesi, è una visione largamente condivisa, innanzitutto tra i rappresentanti del governo cinese che, a partire da Jiang Zemin con l affermazione programmatica riguardo la necessità di far crescere nella società cinese lo strato dei redditi medi, fino ad arrivare a Wen Jiabao, sono perfettamente consapevoli che un economia così strutturata potrebbe causare problemi di sostenibilità in futuro. Il fatto che l economia cinese risulti sbilanciata con alti tassi di risparmio e di investimento non vede però tutti d accordo. C è chi sostiene infatti che l alto tasso degli investimenti in Cina non sia in realtà anomalo, ma perfettamente consono ad un Paese che attraversa un processo di transizione da un economia prevalentemente agricola ad una industriale ad alta intensità di capitale, respingendo l assunto secondo cui l aumento dello stock di capitale in rapporto al Pil segnali un inefficienza degli investimenti; 6 allo stesso modo altri sostengono 7 che l alto tasso di investimento è giustificabile per queste stesse ragioni, ma solo in una prima fase dello sviluppo che in Cina sarebbe già stata superata e in virtù di ciò si afferma la necessità di prendere in considerazione altre motivazioni che spieghino il persistere della tendenza ad investire a discapito dello stimolo ai consumi. Secondo The Economist, l alto tasso di investimento- un 26% all anno negli ultimi sette anni- sarebbe riconducibile al fatto che gli investimenti in capitale fisso non sono aggiustati per l inflazione; in 4 RICCARDO, Cristadoro & DANIELA, Marconi, Household s savings in China, in titolo del sito, anno di pubblicazione/copyright novembre 2011, 28/05/2013. Pag.10DENNIS. T., Yang, Aggregate Savings and External Imbalances in China, Journal of Economic Perspectives, ottobre 2012, 16/02/ DENNIS. T., Yang, Aggregate Savings and External Imbalances in China, Journal of Economic Perspectives, ottobre 2012, 16/02/ Capital controversy. China s overinvestement problem may be greatly overstated, in titolo del sito The economist online, 14 aprile 2012, 19/03/ Aziz, J. & Li, C., Explaining China s Low Consumption: The Neglected Role of Household Income, in titolo del sito Working Paper WP/07/181, International Monetary Fund, luglio 2007, data accesso.

11 11 questi investimenti viene conteggiato anche l acquisto dei terreni, ad esempio, il cui valore è gonfiato. Una misurazione più veritiera è quella che valuta il capitale fisso reale nel quale si considera il valore aggiunto esattamente come accada per il Pil reale. Secondo questo criterio la crescita media annua degli investimenti sarebbe stata del 12%, ovvero solo leggermente superiore a quella del pil, attestata al 11%. L investimento in capitale fisso è comunque insolitamente importante, pari al 48% del pil nel 2011, soprattutto se confrontato con quello di altri paesi. Inoltre si sostiene, che la quota consistente degli investimenti in relazione al Pil non implichi necessariamente che essi siano in effetti eccessivi. In Cina lo stock di capitale per persona sarebbe meno dell 8% di quello americano e il 17% di quello sud coreano. Inoltre è stato sottolineato che le infrastrutture e le abitazioni esistenti in Cina sono inferiori rispetto alla domanda. Questa situazione sarebbe riconducibile ad un allocazione non corretta più che ad un eccesso degli investimenti. Alcuni sostengono anche che la percentuale dei consumi sia in realtà superiore a quella che viene proposta, e che si attesti attorno al 60%- 65% del Pil. Le statistiche ufficiali riporterebbero un dato troppo basso a causa di alcuni difetti del rilevamento statistico. Le spese relative alla casa (affitto, manutenzione, luce, gas ) in particolare risulterebbero inferiori alla realtà. Le statistiche non includono inoltre i consumi che i privati pagano attraverso i conti aziendali, costi fatti passare sotto la voce di costi d esercizio dell impresa e investimenti. Costume questo che produce un risparmio per le aziende (private e di stato) in termini di tasse, ma che causa l abbassamento della quota dei consumi. Anche l indagine a campione riporterebbe un istantanea poco veritiera del consumi. Essa si basa sulla testimonianza dei residenti che comunicano mensilmente l ammontare del reddito e della spese famigliari. I campioni non rappresenterebbero però le famiglie più ricche che non hanno motivo di registrare il denaro speso per i consumi e di comunicare l ammontare del proprio reddito. Di conseguenza, i campioni sono rappresentativi solo delle famiglie più povere con redditi bassi e consumi di scarso valore. Anche i prezzi di riferimento dei beni, si suggerisce, potrebbero essere troppo bassi. 8 Aldilà del necessario dibattito esistente sull ammontare di investimenti e consumi e sul loro computo, ciò che ci sembra incontestabile è che l andamento complessivo della componente dei consumi in rapporto al Pil è in costante diminuzione ed è questo l aspetto veramente significativo al di là dello stabilire se la quota dei consumi sia superiore al sessanta percento piuttosto che inferiore al quaranta. 8 Zhu Tian 朱天 & Zhang Jun 张军, Zhongguo de Xiaofei Lv Tai Di? 中国的消费率太低? (Il tasso di consumo in Cina è troppo basso?), FT 中文网 Financial Times, 31 dicembre 2012, 16/03/2013.

12 12 In base ai dati della Banca Mondiale, negli anni settanta, la spesa delle famiglie per beni e servizi finali in Cina, incideva mediamente per il 65.5% 9 sul Pil, mentre durante gli anni ottanta si osserva un netto calo (54.6%), che continua durante gli anni novanta (48.8%) e durante gli anni duemila (46.6%). Se durante gli anni settanta la percentuale dei consumi delle famiglie rimase sostanzialmente costante, a partire dal 1978 calò sotto il 60% e, a partire dagli anni duemila, la diminuzione fu particolarmente marcata. In trent anni la percentuale si è quasi dimezzata, passando dal 63% nel 1970, al 34% del Pil nel Nei passati trent anni, il tasso di crescita annuo medio del consumo finale e del consumo delle famiglie fu minore rispetto a quello del Pil, mentre a livello globale, la tendenza è quella di una crescita media annua dei consumi non inferiore a quella del Pil. Secondo Xu, Dai e Zhong 10 è possibile distinguere tra quattro fasi principali in cui suddividere il trentennio , nelle quali è possibile individuare le cause delle variazioni dei consumi finali nel tempo in Cina. Durante la prima fase, tra il , il tasso di consumo finale segnò il livello più alto in trent anni dal 1978, passando dal 62.1% al 67.1%. E ciò fu determinato da una mutata strategia di sviluppo da parte del paese, che metteva al centro l industria leggera e non più, come in precedenza, l industria pesante, caratterizzata dall alta intensità di investimenti, l alto tasso di risparmio, e i bassi consumi. L aggiustamento dei salari e l aumento dei prezzi per l acquisto dei prodotti agricoli fece crescere il potere d acquisto delle famiglie e generò l aumento del tasso di consumo. Nella seconda fase, coincidente con il periodo , si verificò invece una diminuzione del tasso di consumo delle famiglie nelle aree rurali. La causa fu l abbassamento relativo dei prezzi dei prodotti agricoli e del grande peso finanziario gravante sugli agricoltori. Il tasso di consumo, in questa fase, diminuì gradualmente passando dal 66.5%, al 58.1%. La diminuzione fu del 8.4%; se comparata con il livello più alto del tasso di consumo, raggiunto nel 1981, la diminuzione sale al 9%. Diversamente da quanto accadde nelle campagne, nelle città il tasso di consumo delle famiglie aumentò. La diminuzione che si registrò nelle aree rurali fu però più grande rispetto all aumento registrato nelle città, determinando così il declino del tasso di consumo nel suo complesso. Durante la terza fase, che va dal 1996 al 2000, il tasso di consumo finale risultò in leggero aumento; esso salì infatti dal 58.1%, al 62.3%, un aumento del 4.2%, principalmente grazie all implementazione di politiche di espansione della domanda interna successive al Medie calcolate dall autore su dati della banca mondiale. 10 Xu, G., Dai, L., Zhong, J., Why Has China s Final Consumption Rate Declined Since 1978? Causes and Implications, in titolo del sito Journal of Family and Economic Issues, 23 giugno 2010, 19/03/2013.

13 13 Durante la quarta e ultima fase, che va dal 2001 al 2008, il tasso di consumo finale accusò una costante flessione, con un margine di diminuzione del 12.8% aumentato significativamente. La quota passa così dal 61.4% del 2001, al 48.6% del La diminuzione del tasso di consumo finale procede ad un ritmo altamente accelerato; esso è passato dal 67.1% del 1981 al 58.1% del 1995 (-9%), mentre la diminuzione annua è stata dello 0.6%. In soli nove anni, il tasso di consumo finale è passato dal 62.3% del 2000, al 48.6% del 2008 (-13.7%) e la diminuzione media annua è stata dell 1.5%. Nel 2003, la flessione fu del 2.8% rispetto all anno precedente, mentre nei due anni successivi la diminuzione registrata fu minore, pari al 2.5% all anno. Questo è stata la diminuzione più alta mai raggiunta tra il 1978 e il 2008 e il tasso di consumo nel 2008 è risultato il più basso dal Come è stato detto in precedenza, i consumi all interno di un economia, si suddividono in spesa delle famiglie e spesa pubblica. Considerare sia le fluttuazioni dei consumi delle famiglie, sia quelle della spesa dello Stato per fornire servizi ai cittadini è importante per comprendere quale tra queste componenti sia diminuita in maniera tale da determinare una flessione complessiva del tasso di consumo. Analizzando la spesa pubblica nella RPC, Xu, Dai e Zhong rilevano come essa sia rimasta sostanzialmente stabile, con fluttuazioni non particolarmente marcate, dal Se si escludono gli anni 1988 e 2001, essa ha inciso sul tasso di consumo complessivo per il 13-16%. La fluttuazione maggiore in questi anni è stata dell 1.4% nel Una delle ragioni che spiega l aumento della spesa pubblica verificatosi tra il 1995 e il 2001 va ricercata nell aumento degli investimenti e nella promozione di politiche macroeconomiche mirate all espansione della domanda interna. La quota della spesa pubblica è diminuita gradualmente a partire dal Se confrontata con il 2001, il calo nel 2008 è stato pari al 2.9% Consumo urbano e rurale. Le fasi individuate per il consumo totale valgono anche per il consumo delle famiglie, che a causa della particolare situazione di sviluppo del paese, caratterizzata da aree ricche e sviluppate, (soprattutto le zone costiere) e da aree ancora molto povere e sottosviluppate (le zone interne della Cina, il nord est, le zone nord occidentali e sud occidentali), è opportuno distinguere tra consumi delle famiglie delle aree rurali e urbane. Il tasso di consumo delle famiglie raggiunse il suo livello più alto, il 52.5%, nel 1981 e il più basso, il 35.3%, nel 2008; la diminuzione fu del 17.2%. Il consumo delle famiglie nelle città aumentò negli scorsi trent anni, ma diminuì a partire dal Mentre per quanto riguarda le famiglie nelle campagne, la diminuzione è iniziata nel 1985.

14 14 Il consumo delle famiglie nelle aree rurali diminuì ad un ritmo più serrato rispetto al ritmo di crescita del tasso di consumo delle famiglie che risiedono nelle città, il che risultò nella diminuzione del tasso di consumo totale delle famiglie. La spesa delle famiglie nelle campagne aumentò, nel suo valore assoluto dai miliardi di Rmb del 1978, ai miliardi di Rmb del Comunque l aumento fu non solo inferiore rispetto a quello del Pil e della spesa in consumi finali, ma anche più basso rispetto a quello della spesa in consumi delle famiglie. Il tasso di consumo delle famiglie nelle zone rurali aumentò per sei anni, dal 1978, raggiungendo il picco più alto degli scorsi trent anni, 32.3%, nel Dopo di ciò diminuì. Nel 2007 il tasso di consumo delle famiglie nelle campagne ha raggiunto il valore più basso in trent anni, il 9.1%. La differenza tra il picco più alto e quello più basso è del 23.2% e il tasso medio annuo della diminuzione dello 0.9%, mentre la fluttuazione più grande fu una flessione del 2.6%. Secondo gli autori ciò mette in evidenza come le politiche di espansione della domanda interna e di stimolo al consumo abbiano sostanzialmente fallito nel rallentare l andamento al ribasso dei consumi delle famiglie rurali. Il tasso di consumo delle famiglie urbane aumentò. La spesa è passata da un valore assoluto di miliardi di Rmb nel 1978, a un valore di miliardi di Rmb nel 2007, un aumento pari a cento volte. Il valore più alto corrisponde al 31.1% del In precedenza la quota aumentò di molto e il margine più consistente fu pari al 2%, ma come accadde per il tasso di consumo delle famiglie delle zone rurali, anche quello delle famiglie urbane diminuì dopo il La diminuzione più rilevante fu quella del 2005 (1.3%). Diminuzione comunque inferiore a quella del consumo nelle zone rurali Le ragioni della diminuzione del tasso di consumo finale delle famiglie. All origine del basso tasso di consumo in rapporto al Pil, c è il basso tasso di consumo della componente delle famiglie. I cambiamenti prodotti dalle riforme economiche negli anni novanta, sono comunemente indicati come la causa principale della diminuzione della propensione al consumo 11 delle famiglie sia in città, sia nelle zone rurali. Negli anni novanta le riforme del settore immobiliare, del sistema sanitario ed educativo hanno riversato sulle famiglie il peso del finanziamento di beni quali l acquisto di una casa e l istruzione, che prima delle riforme venivano garantiti dal governo e dai datori di lavoro, e questo ha influenzato fortemente la capacità di spesa delle famiglie. 11 La propensione al consumo è un parametro utilizzato nella funzione del consumo C = c 0 + c 1 Y d. Il consumo C dipende dal reddito disponibile Y d. c 1 è la propensione al consumo (altrimenti detta propensione marginale al consumo). Essa indica di quanto aumenta il consumo se aumenta il reddito. C 0 è invece il consumo in presenza di un reddito nullo. Gli individui hanno delle esigenze di consumo indefettibili che debbono soddisfare anche senza che essi dispongano di un reddito. In assenza di esso si suppone che facciano ricorso ai risparmi per finanziare il consumo.

15 15 Le famiglie nelle campagne devono far fronte anche alle spese per procurarsi il necessario per la produzione agricola e debbono provvedere al necessario di cui vivere, nel momento in cui saranno in pensione. Un sistema di sicurezza sociale debole, costringe le famiglie a provvedere con risorse proprie alla spesa per le cure sanitarie, per l istruzione dei figli, suggerendo una costanza nelle pratiche di risparmio. Un altro elemento che avrebbe contribuito alla diminuzione della propensione al consumo media è la distribuzione del reddito. Questa distribuzione risulta infatti fortemente disparitaria tra le zone urbane e rurali, ma anche tra famiglie nell ambiente rurale e tra famiglie nell ambiente urbano. Le differenze tra i redditi sono aumentate gradualmente, cosicché la proporzione tra il reddito pro capite delle famiglie delle città e delle campagne era di 3.2: 1 nel La diminuzione della propensione al consumo è diminuita perché lo strato ad alto reddito tende a risparmiare e investire piuttosto che consumare. I consumatori che dispongono di un reddito basso vorrebbero consumare ma non hanno abbastanza soldi per farlo. Anche la scarsa liquidità ha un ruolo nella diminuzione della propensione al consumo. In particolare il credito al consumo svolge un ruolo significativo. Se il credito al consumo fosse disponibile le famiglie potrebbero aumentare i consumi correnti e usare il reddito futuro per ottenere credito. Per sostenere le spese relative all acquisto di una casa e per altri beni di consumo durevoli e per assicurare un istruzione ai figli, i consumatori ordinari debbono spendere la ricchezza accumulata in una vita, nonostante esistano e siano stati potenziati sistemi di supporto come i fondi per la casa. Esiste anche in Cina, un disequilibrio nella distribuzione del reddito nazionale tra il settore delle famiglie, del mondo produttivo e il settore governativo. Infatti la quota del reddito disponibile delle famiglie in rapporto al reddito nazionale è diminuita, mentre quella delle attività economiche e dello stato è cresciuta. Un elemento che ha contribuito a generare questa situazione è stata la riforma del sistema fiscale del Essa introdusse una sorta di federalismo fiscale, che aveva lo scopo di rafforzare il controllo sulle uscite finanziarie, rimanendo nell ambito della divisione di responsabilità tra il centro e le autorità locali. Nel 1994, le famiglie detenevano una quota del reddito nazionale del 67.4, lo stato del 18.3 e le attività economiche il Nel 2005 le quote rispettive sono passate al 60.0, 23.8 e La 12 Questa proporzione non tiene conto delle agevolazioni di cui godono le famiglie residenti nelle città mentre il reddito delle famiglie delle campagne è il reddito netto. Considerate le agevolazioni in realtà il divario risulterebbe ancora più ampio.

16 16 porzione del gettito fiscale in rapporto al Pil è aumentata dal 1995 e il suo tasso di crescita è stato di una volta e mezza quello del Pil a prezzi correnti. Le aziende cinesi avrebbero tratto grandi profitti, grazie ai bassi salari pagati ai loro dipendenti. Secondo il rapporto sulla competitività delle imprese cinesi, tra il 1990 e il 2005 la quota del reddito da lavoro, in proporzione al Pil è diminuita passando dal 53.4%, al 41.4%, laddove in altri paesi la quota è tra il 54% e il 65%. Nel 1998, i salari totali delle State-owned enterprises (SOE) e delle altre imprese di una certa dimensione, era 2.4 volte i profitti totali, mentre nel 2005 era lo La quota dei salari dei lavoratori dipendenti sul Pil, contribuiva al reddito nazionale lordo per il 17.0% nel 1980, per il 15.8% nel 1990 e per il 10.9% nel Nel 2006, la quota è calata fino al 9.8%. Le SOE e altre aziende quotate in borsa, come stabilito con la riforma del 1994, non hanno distribuito dividendi e hanno ritenuto tutti i profitti dopo la tassazione; le SOE quotate in borsa pagavano dividendi alle aziende controllanti, di proprietà interamente statale non quotate, che ritenevano tutti i profitti senza pagarli al governo. Nel 2008 però, il Consiglio di Stato iniziò a raccogliere i dividendi, applicando un tasso del 5-10% a seconda del tipo di attività industriale. 13 I cinquantacinque miliardi di Rmb raccolti furono destinati alle SOE centrali per finanziare investimenti, mentre venne escluso il finanziamento di programmi di welfare. La giustificazione alla base del fatto che si lasci un gran ammontare di profitti alla SOE è che essi servirebbero allo sviluppo delle aziende; questo, in realtà, è contro gli interessi degli azionisti, in quanto gli investimenti fatti con i profitti ritenuti sono meno efficienti anche se meno costosi rispetto ai prestiti bancari e ai fondi ottenuti tramite l emissione di titoli sul debito delle aziende. La scarsa efficienza deriva dal fatto che le aziende con un eccesso di liquidità, tenderebbero a investire in progetti che garantiscono bassi tassi di guadagno. Le SOE e altre aziende quotate che non vogliono o che non riescono a distribuire dividendi e liquidità, hanno un ruolo dominante tra le imprese cinesi. Quindi per quanto riguarda queste attività, la parte dei profitti che viene convertita in consumo delle famiglie è molto piccola. I proprietari delle imprese private hanno condiviso una parte sempre più grande del reddito nazionale complessivo ma hanno una propensione marginale al consumo nell insieme bassa. Questi consumi sono però esigui se confrontati con quelli potenziali di tutte quelle famiglie, specie quelle che vivono con un salario da lavoro dipendente, che invece sono costrette a consumare poco. 13 YUQING, Xing, Consumption, Income distribution and state ownership in people s republic of China, in titolo del sito, ottobre 2010, 31/05/2013.

17 17 Sussiste così un rapporto inversamente proporzionale tra profitti delle imprese e consumi delle famiglie: maggiore è la porzione dei primi rispetto al Pil, minore è l incidenza dei consumi delle famiglie. Secondo un rapporto di ricerca del 2007, stilato dall istituto della finanza e del settore bancario dell Accademia di Scienze Sociali, il 75% dei nuovi risparmi nazionali aggiunti proviene dal settore governativo dal I risparmi nel settore produttivo rimangono stabili mentre quelli delle famiglie diminuiscono. Il difetto della struttura distributiva del reddito nazionale, che ha generato un surplus di risparmi per il settore governativo, potrebbe essere corretto attraverso le istituzioni finanziarie e riconvertito in consumi delle famiglie. Attualmente però, ci sono alcuni elementi che non conducono ad una scelta di questo tipo: ad esempio, i più alti rendimenti sui prestiti concessi alle imprese, un sistema informativo inadeguato per quanto riguarda il credito individuale, l elevato rischio di insolvenza e il problema di gestione all interno del sistema bancario. Il risultato è che la porzione del settore governativo e delle imprese nelle distribuzione del reddito ha portato alla diminuzione di quella delle famiglie e di conseguenza, ciò si ripercuote sulla crescita dei consumi. Gli elementi di problematicità del sistema creditizio hanno reso difficile la conversione dei risparmi in consumi. Di conseguenza è inevitabile la diminuzione del consumo e del tasso di consumo. La riforma del sistema immobiliare iniziata nel 1998, scrisse la parola fine, alla distribuzione diretta di abitazioni pubbliche ai lavoratori e introdusse sussidi per i nuovi arrivati, che ingrossavano le fila della manodopera urbana. 14 Da allora, il mercato immobiliare si è sviluppato attraverso la promozione della vendita delle abitazione pubbliche e la monetarizzazione della distribuzione delle case, la concessione di mutui, l utilizzo di fondi pubblici, la creazione di un mercato secondario della casa e del leasing. L impatto della riforma sta nel fatto che la necessità di risparmiare una parte crescente del reddito per l acquisto della casa, ha sottratto progressivamente denaro per i consumi correnti. Il fattore più decisivo nel andamento al ribasso del tasso di consumo, si ritiene però, la crescita lenta del reddito delle famiglie che risiedono nelle zone rurali. Se si mettono a confronto i redditi disponibili annuali pro capite delle famiglie delle città e delle campagne si nota un importante differenza. Per quanto riguarda le famiglie delle zone urbane, il reddito disponibile è passato dai Rmb del 1978, a Rmb nel La crescita 14 Joyce Yanyun MAN (2010), China s housing reform and emerging middle class, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press.p.186

18 18 nominale è di quarantacinque volte. Il dato aggiustato per i prezzi del 1978, è pari a Rmb nel 2008, per una crescita di 4.6 volte, (il tasso di crescita medio annuo è stato del 5.71%). Il reddito netto delle famiglie rurali crebbe dai Rmb a Rmb nello stesso periodo, con una crescita nominale di 34.6 volte. Se si riconsiderano i dati aggiustati, il reddito pro capite delle famiglie rurali fu pari a Rmb nel 2008, per una crescita di tre volte e mezza e il tasso di crescita medio annuale fu del 4.97%. Il tasso di crescita dei redditi nelle campagne è stato perciò inferiore dell 1% rispetto a quello dei redditi urbani. Oltre ai già citati fattori che hanno portato alla crescita dei redditi delle famiglie nelle campagne, altri fattori influirono negativamente sui redditi, sia nelle zone rurali, sia in quelle urbane. In particolare, durante la crisi finanziaria del 1997, i redditi furono colpiti dalle chiusure di numerose imprese urbane e delle imprese rurali. Questo portò alla lenta crescita dei redditi tra il 1997 e il I redditi rurali sono cresciuti fino al 2003, grazie ad una politica mirata. Quando si considera il reddito delle famiglie rurali è necessario tenere presente che il reddito preso in considerazione non è solo quello in denaro, ma anche i beni immobili, come la casa, ad esempio. Questo ci porta a considerare che in realtà il reddito a disposizione per il consumo è esiguo, dovendo le famiglie far fronte anche ad altre spese, come quelle per procurarsi il necessario al lavoro agricolo Soluzioni possibili per incrementare il tasso di consumo. Infine Xu, Dai e Zhong ritengono che il basso tasso di consumo in Cina possa essere portato al rialzo tramite una serie di provvedimenti e riforme. Innanzitutto i cittadini cinesi debbono essere spinti a risparmiare di meno, ed è a tal fine, che dovrà essere stabilito un regime di sicurezza sociale più efficiente e con una più ampia copertura. Per le aree urbane, ciò è già avvenuto e il sistema è in via di perfezionamento. Restano però i problemi legati alle cure prestate che sono inadeguate e troppo costose. 15 Negli ultimi anni, lo stato sociale nelle campagne è stato fortemente incrementato, anche se permane la distanza con le aree urbane. E auspicabile inoltre, secondo gli autori, un intervento del governo, per estendere anche alla casa strumenti di protezione sociale, che permettano alle classi con redditi medi e bassi di poter accedere con più facilità al mercato immobiliare. I problemi attuali relativi all inaccessibilità della casa per 15 Si veda anche Giorgio Cortassa, La sanità cinese: i mutamenti, le sfide, la riforma, in Mondo Cinese, per un interessante ed approfondita analisi della situazione del sistema sanitario cinese si trova in La sanità cinese: i mutamenti, le sfide, la riforma, in Mondo Cinese. L articolo trae spunto da quanto emerso nel corso di un "ritiro" del gruppo di studio sulla sanità cinese delle Nazioni Unite, svoltosi a Pechino il 18 gennaio 2002.

19 19 gran parte delle famiglie, derivano dal fatto che con l avvio della riforma il governo mancò di attuare nell immediato delle leggi per il controllo del mercato immobiliare. Gli investimenti del governo per garantire alloggi a prezzi contenuti furono insufficienti, costringendo molti a rivolgersi al mercato commerciale, e questo portò all aumento vertiginoso dei prezzi. In base al rapporto tra prezzo e reddito (price-to-income ratio, PIR), che calcola il rapporto tra i prezzi medi delle case e il reddito medio delle famiglie, il Global Urban Observatory, parte del programma delle Nazioni unite per l insediamento umano, l UN-HABITAT ha condotto un indagine sull accessibilità della casa, che copre più di duecento mercati. Dall indagine emerge che per la classe media in Cina, la casa è addirittura inaccessibile. 16 E chiaro che più alto risulta il prezzo della casa e più le famiglie risparmiano riducendo i consumi correnti. Un altro problema è rappresentato dalla distribuzione del reddito nazionale, come detto. Come abbiamo già sottolineato, il governo ha progressivamente beneficiato di una quota crescente del reddito nazionale, che si ripercuote sull aumento dei redditi dei cittadini. Le maggiori entrate dello stato non si sono inoltre tradotte in maggiori trasferimenti o nella realizzazione di uno stato sociale efficiente. Gli autori suggeriscono una riduzione dell imposizione fiscale che porterebbe a ridimensionare la portata delle entrate e delle spese da parte del governo, favorendo un aggiustamento nella distribuzione del reddito nazionale. Il governo dovrebbe anche favorire un incremento del reddito percepito dai lavoratori, per aumentare il reddito dei cittadini. Inoltre il governo dovrebbe iscrivere nel bilancio nazionale le entrate fuori dal bilancio e standardizzare l uso dei fondi. Un altro punto importante riguarda l aumento degli investimenti per la realizzazione di infrastrutture nelle aree rurali che stimolino i consumi legati ad esse, oltre a promuovere l aggiustamento e l aggiornamento della struttura industriale. Un'altra necessità è quella di promuovere l impiego. A questo scopo, è importante sviluppare il terziario e l industria ad alta intensità di lavoro, al fine di ridurre la pressione generata nelle campagne dal surplus di manodopera. E importante porre l enfasi sull aggiornamento professionale e sulle forme di flessibilità del lavoro. Sul fronte del reddito è importante introdurre un reddito minimo e potenziare i redditi bassi della popolazione residente nelle aree urbane. 16 Joyce Yanyun MAN (2010), China s housing reform and emerging middle class, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press, p.189. Il PIR per la Cina è 5.11 oppure 6.97 (in base alle soglie di reddito considerate) e definisce il grado di accessibilità alla casa come severely unaffordable.

20 Il risparmio: i fattori di influenza. L aumento del tasso di risparmio in Cina viene sovente chiamato in causa come il fattore fondamentale che avrebbe portato alla diminuzione del tasso dei consumi. Facendo riferimento a fonti internazionali e considerando il risparmio lordo, cioè deprezzato 17 (Tabella 2), il risparmio in Cina è venti punti percentuali superiore a quello della Corea, dell Indonesia e del Vietnam, quindici punti più alto rispetto a quello dell India e venticinque punti più alto rispetto al Giappone. Se si considera anche il risparmio privato, che si ottiene sottraendo ai risparmi nazionali i risparmi del governo, tra il 2002 e il 2008 è stato di media del 7 percento più alto dell India, il Paese più risparmioso tra tutti. Tabella 2. Risparmio nazionale, domestic absorbtion, e bilancio delle partite correnti. Un confronto internazionale Fonte: RICCARDO, Cristadoro & DANIELA, Marconi, Household s savings in China, novembre Anche se si considerano una serie di economie dell area asiatica durante il loro periodo di crescita prolungata e sostenuta, nei quali il Pil pro capite, da un livello relativamente basso è raddoppiato o più che raddoppiato, il tasso di risparmio in Cina risulta comunque molto alto. E questo conferma l eccezionale quantità di reddito risparmiata dai cinesi 18. In passato, l aumento del tasso di risparmio medio delle famiglie nelle aree urbane è passato dal 17% del 1995, al 24% del 2005, circa un quarto del reddito disponibile. Ciò si è verificato 17 Credo sia necessaria una breve spiegazione 18 Cristadoro, Marconi, 2011.

21 21 nonostante la crescita dei redditi e nonostante i tassi di interesse reali sui depositi bancari siano stati bassi 19, mentre il risparmio interno lordo contava, nel 2005, per il 50 percento del Pil. L ipotesi del ciclo vitale 20 del risparmio, considerata teoria fondamentale nello spiegare le dinamiche del risparmio e dei consumi non si adatterebbe, secondo alcuni, a spiegare la struttura del risparmio in Cina. Nella figura sottostante (Figura 1), si dimostra la non applicabilità della teoria alla situazione del risparmio in Cina, secondo quanto sostengono Marcos Chamon e Eswar Prasad. Viene riportata la media dei redditi disponibili e dei consumi, come funzione dell età del capo famiglia, per anni selezionati, tra il 1995 e il Il reddito disponibile è misurato sull ordinata, in Rmb del 2005 (a prezzi costanti del 2005), i consumi sull ascissa. Si nota come l aumento del reddito medio sia stato consistente, mentre i consumi seguono da vicino il reddito. Il parallelismo tra consumi e reddito indica che le famiglie non hanno fatto ricorso ai prestiti per stabilizzare i consumi, determinando l assenza di consumption smoothing 21, nonostante si attendessero un aumento del reddito. Nella Figura 2, vengono riportati i consumi e il reddito in rapporto all età dei capi famiglia. La prima linea traccia consumi e reddito delle famiglie con a capo gli uomini di venticinque anni nel Dal controllo per le caratteristiche demografiche secondo Attanasio e Browning (1995) non emergono grandi differenze, il che non stupisce gli autori, i quali affermano che la crescita del consumo è tale, che la stabilizzazione non si verificherebbe neanche se si stabilisse un mercato del credito efficiente. Quindi le rilevazioni fanno propendere verso una spiegazione legata al buffer-stock saving model, nel quale i consumi tendono a eguagliare il reddito, piuttosto che verso quanto prevede l ipotesi del ciclo vitale e del reddito permanente 22. In alcuni anni, si riscontra un andamento dei livelli di reddito corrispondenti al modello del ciclo vitale, ad esempio negli anni 1990 e 1995 (Figura 1). 19 Marcos Chamon, D. & Eswar S. Prasad(2010), Why Are Saving Rates of Urban Household in China Rising?, discussion paper 3191, novembre l ipotesi del ciclo vitale del risparmio fu una teoria promossa da Franco Modigliani e da un suo allievo Richard Brumberg negli anni cinquanta del novecento. Lo studio fu un approfondimento della funzione del consumo di John Maynard Keynes, che legava il consumo corrente al reddito corrente, introducendo il modello di consumo basato sul ciclo vitale. Secondo quanto accade comunemente, le persone desiderano poter consumare in ugual misura in ogni periodo della loro vita. Cosicché le persone risparmiano nei periodi in cui il reddito è alto e spendono di più del loro reddito in anni in cui percepiscono redditi bassi. Secondo la teoria consumatori di età diverse avranno un attitudine al risparmio e al consumo diverse. Il reddito nell arco di una vita segue una curva a campana dato che il reddito è basso per i giovani, mentre aumenta invecchiando e ancora diminuisce con il ritiro dall attività lavorativa; i giovani tendono a prendere a prestito per spendere di più del loro reddito (aprendo mutui, ad esempio), le persone di mezza età risparmiano molto, mentre gli anziani spendono i capitali risparmiati. Gli individui pianificano consumi e risparmio per tutto l arco della vita, puntando a mantenere un livello di consumi e quindi uno stile di vita stabile in ogni fase della vita. 21 Il termine consumption smoothing indica la tendenza a distribuire le necessità di consumo su tutto l arco della vita, per poter godere di uno stile di vita che mantiene un certo livello in modo costante. 22 Teoria del consumo basata sulle aspettative gli agenti guardano più in là del loro reddito corrente di Milton Friedman

22 22 Figura 1. Reddito disponibile medio, reddito disponibile al netto dei trasferimenti e consumo secondo l età del capofamiglia Fonte: MARCOS, Chamon, & ESWAR, Prasad, Why are saving rates of urban households in China rising?, novembre Il reddito, infatti, assume la classica forma a gobba ; esso cresce con l età e dopo aver raggiunto il punto più alto, quando gli individui hanno cinquantacinque, sessant anni, inizia a diminuire. Nel tempo si registra però un cambiamento e nel 2005, si raggiunge un picco corrispondente al reddito, relativamente alto, delle famiglie giovani. Gli stipendi alti tra i giovani possono essere attribuiti al fatto che tipicamente nei Paesi con un economia in transizione, i titoli di studio avanzati vengono tenuti in particolare considerazione e perciò sono meglio retribuiti Nel 1995 il 24.0% dei capi famiglia di trent anni avevano frequentato l università o due anni di corso (junior college) mentre quelli nel gruppo dei quaranta, cinquanta e sessant anni erano il 20.0%. Nel 2005 la percentuale sale rispettivamente al 45.6% e al 25.3%. L aumento del livello di istruzione può riflettere l aumento dei premi legati alla specializzazione (rising skill premia) e anche il fatto che i redditi sono cresciuti (l istruzione è un bene normale). I disagi subiti delle istituzioni scolastiche negli anni sessanta e settanta possono aver influito sul livello d istruzione (educational attainment) dei gruppi più anziani. Nota 16

23 23 Figura 2. Reddito e consumi dei diversi gruppi anagrafici nel tempo Fonte: MARCOS, Chamon, & ESWAR, Prasad, Why are saving rates of urban households in China rising?, IZA discussion paper 3191, novembre Nella Figura 3, si analizza invece il tasso di risparmio come funzione dell età del capo famiglia, per gli stessi anni analizzati prima. Nel 1990 il risparmio assume una forma a gobba ; il tasso di risparmio aumenta con l avanzare dell età e raggiunge il picco massimo, quando gli individui hanno cinquant anni per poi diminuire, in linea con quanto prevede la teoria del ciclo vitale, in condizioni di limitazione del credito e guadagni crescenti dal lavoro 24. Figura 3. Tasso di risparmio medio per le diverse età dei capi famiglia Fonte: MARCOS, Chamon, & ESWAR, Prasad, Why are saving rates of urban households in China rising?, IZA discussion paper 3191, novembre Qual è il rapporto tra risparmio limitazione del credito??

24 24 A metà degli anni novanta, si nota un inversione di tendenza, con il risparmio che assume una forma ad U, ancora più accentuato negli anni duemila. Le famiglie giovani risparmiano quindi di più, rispetto alla decade precedente e il risparmio diminuisce con l avanzare dell età, raggiungendo il livello più basso verso i quarant anni, per poi risalire quando il capo famiglia si avvicina all età del pensionamento. Il fatto che il risparmio sia alto, nelle prime e nelle ultime fasi del ciclo vitale, non è conforme a quanto prevede il modello del ciclo vitale, specialmente nel contesto di un economia in rapida crescita. 25 L alto tasso di risparmio tra le famiglie più giovani, può essere determinato dalla necessità di accumulare dei risparmi da utilizzare nell eventualità in cui il reddito subisca una drastica diminuzione e anche per pagare l acquisto di beni durevoli come la casa, spese che pesano molto di più nei bilanci delle giovani famiglie. La diminuzione del risparmio tra i quaranta e i quarantacinque anni, può essere invece legata ai costi per l istruzione dei figli, sostenuti dalle famiglie. L aumento del tasso di risparmio, di sei punti percentuali, nelle famiglie i cui capi hanno tra i quarantacinque e i sessantacinque anni, può riflettere il bisogno crescente di cure sanitarie per le persone anziane da finanziare con il risparmio, appunto. La Figura 4 mostra l incidenza delle spese per l istruzione e la salute. Esse contano per una parte sempre più grande delle spese per i consumi. Il forte aumento del risparmio negli ultimi anni di attività lavorativa, si accorda con l idea di ritardare i risparmi da aggiungere alla pensione, fino all avvicinarsi all età del pensionamento, risposta ottimale all attesa della crescita rapida del reddito. I profili per gruppi di reddito, di consumo e di risparmio suggeriscono che i più giovani e i più anziani hanno un reddito relativamente più alto rispetto a coloro che avevano venti, trent anni nel L effetto risultante sul risparmio suggerisce che i gruppi che risparmiano di più sono coloro che avevano quaranta, cinquant anni nel 1990 (7.5 punti percentuali in più rispetto a quelli successivi). Questi individui potrebbero essere stati colpiti duramente dalle riforme e non aver potuto godere dell aumento del reddito successivo ad esse, come i giovani hanno invece fatto. Essi potrebbero essere stati costretti a rivedere i propri progetti di risparmio visto le nuove condizioni economiche. Il profilo temporale rivela l aumento sia del reddito che dei consumi, con il reddito che cresce più dei consumi, il che risulta nel grande aumento del risparmio. L effetto del tempo spiegherebbe nove punti percentuali di aumento del tasso di risparmio tra il 1990 e il Questo suggerisce che i cambiamenti demografici hanno influito poco sull aumento 25 Perché??vorrei metterlo in nota

25 25 del risparmio. I risultati sono simili per le diverse composizioni delle famiglie e per gli effetti del gruppo. Figura 4. Avarage and standard deviation delle quote dei consumi per le spese in istruzione e salute come funzione del età del capo famiglia Fonte: MARCOS, Chamon, & ESWAR, Prasad, Why are saving rates of urban households in China rising?, IZA discussion paper 3191, novembre Una spiegazione plausibile all aumento del tasso di risparmio può derivare, secondo Chamon e Prasad, dalla formazione delle abitudini. Secondo questa teoria l utilità 26 del consumo, dipende non 26 è un concerto che rientra nello studio della domanda del consumatore. Essa indica in che modo il consumatore fa le proprie scelte d acquisto. Il consumatore oltre ad essere guidato dal vincolo di bilancio, ovvero dal denaro di cui dispone, esprime anche una preferenza nel momento in cui spende il denaro, per un determinato prodotto o servizio. Questa preferenza viene accordata ai prodotti e ai servizi al quale si riconosce un valore di utilità maggiore, ovvero il fatto che essi soddisfino meglio i nostri bisogni. L utilità marginale di un bene indica in che misura muta l utilità- la soddisfazione tratta dal consumo- all aumentare del consumo di quel bene, l utilità che un soggetto riceve dal consumo dell ultima dose di un bene. In alter parole, è l aumento dell utilità totale che si ricava dal consumo di un ulteriore unità quantitative di un certo bene. Essa è il rapporto tra l incremento dell utilità totale e l incremento della quantità di un bene, ferme restando la quantità degli altri beni. Se l utilità totale di un paniere di beni è sempre crescente al crescere della quantità, l utilità marginale di un bene è sempre decrescente al crescere della sua quantità. Il concetto presuppone che il consumatore cominci ad essere sazio sempre più all aumentare della quantità consumata. Il consumatore cerca inoltre di massimizzare l utilità totale dei beni. Un consumatore cioè dovendo ripartire la sua spesa tra un paniere di

26 26 solo dai suoi livelli, ma anche da una abitudine, una funzione del consumo passato. Ciò implica che chi consuma tenderà a stabilizzare la crescita dei consumi e così facendo questi non sono in linea con l alto tasso di crescita del reddito, facendo crescere invece il risparmio. In base a Deaton e Paxton gli autori fanno una stima della regressione della forma, nella quale compaiono la differenza tra il logaritmo del reddito e del consumo che è uguale al tasso di interesse e alla crescita dei guadagni, per le famiglie il cui capo famiglia ha tra i 30 e i 60 anni, al fine di mitigare l effetto delle famiglie di pensionati. La crescita dei guadagni passati è associata a minori risparmi contrariamente a quanto prevede la formazione delle abitudini. Considerando inoltre età, periodo di nascita e l effetto della crescita dei guadagni, non risulta significativo a livello statistico. La formazione delle abitudini dovrebbe essere più forte tra le famiglie più giovani. Le famiglie più vecchie, avendo un aspettativa di vita minore, hanno un costo utilitario legato all aumento del consumo rispetto al mantenimento dell abitudine, più piccolo rispetto alle famiglie più giovani. Restringendo il campo a queste ultime quelle in cui il capo famiglia ha cinquant anni o meno, allora si avrà che la crescita dei guadagni passati fa crescere il tasso di risparmio secondo la formazione dell abitudine. Un 7.5% all anno di crescita dei guadagni reali farebbe crescere il risparmio di tre punti percentuali. La formazione dell abitudine spiega l alto tasso di risparmio delle famiglie più giovani, non può però rendere conto degli aumenti elevati e recenti dei tassi tra tutti i gruppi. Per quanto riguarda gli acquisti di beni durevoli, le famiglie cinesi acquistano beni durevoli attingendo dai propri risparmi. Infatti il finanziamento al consumo in Cina è limitato: il credito al consumo totale concesso in Cina è aumentato dallo zero pressappoco del 1997, ai 2.2 trilioni di Rmb alla fine del 2005, ovvero il 12% del Pil. Il credito per i beni immobili costituisce l 80% dei crediti al consumo totale. Il consumo delle famiglie ammontava a 7 trilioni di Rmb nel La Urban Household Survey (UHS) riporta informazioni sulla spesa in consumi, dal quale si ricostruisce il dato del consumo in beni durevoli: apparecchi, beni e servizi per le famiglie, trasporti e servizi ricreativi, educativi e culturali. A partire dal 2002 vengono riportate le spese di una stessa famiglia per tre anni. L alto tasso di risparmio secondo gli autori, non fa emergere una relazione tra risparmi e l acquisto futuro di beni durevoli. Nel 2005 le famiglie cinesi hanno speso in media il 7% del loro (segue nota) beni, acquisterà le quantità di questi beni che gli assicurino l uguaglianza tra le utilità marginali dei beni stessi. L allontanamento dall uguaglianza delle utilità marginali fa diminuire l utilità totale e comporta una combinazione non ottimale delle quantità di beni comprati. 27 Chamon & Prasad, nota 23.

27 27 reddito disponibile in beni durevoli, il che non sorprende considerando l alto tasso di risparmio; la maggior parte delle famiglie avrebbe potuto finanziare questi acquisti anche con un minor risparmio in un dato anno, senza avere bisogno di attingere a risparmi precedenti. A questo si aggiunge il fatto che essendo la ricchezza delle famiglie per una gran parte liquida, come i depositi bancari, gli acquisti importanti potrebbero essere finanziati con questa liquidità, senza perciò dover rimandare i consumi. Tra i beni durevoli il più importante è la casa, che è di proprietà per la gran parte delle famiglie, l 86% nel Un aumento spiegabile con la riforma del sistema immobiliare, che permise di vendere il patrimonio immobiliare ai lavoratori a prezzi inferiori a quelli di mercato. Il 58% delle famiglie è divenuto proprietario in questo modo. Le famiglie con a capo un individuo tra i venticinque e i trent anni d età sono proprietarie di case in misura pressappoco identica alla media delle famiglie. Solo una piccola parte delle famiglie più giovani è diventato proprietario grazie alla riforma (40% contro 57% del campione totale). La proporzione tra le spese per la costruzione della casa e il suo acquisto e il reddito disponibile è pari al 6.5% tra il 1995 e il In questo modo è possibile verificare in che misura queste spese siano state sostenute ricorrendo a risparmi pregressi. Queste variabili danno una misura approssimativa dell incidenza delle spese per l acquisto della casa sul risparmio. Viene considerata ragionevole l approssimazione per cui l utilizzo dei risparmi sarebbe legato principalmente a finanziare l acquisto di una casa. Ciò che emerge é che la quota delle spese per la casa che incide sul risparmio, in rapporto al reddito disponibile aggregato delle famiglie è del 6%. Se si considera che i guadagni reali sui risparmi sono minori della crescita media dei redditi reali, il rapporto potrebbe essere in realtà inferiore suggerendo che la quota dei risparmi accumulata per la casa sia in realtà superiore. Come già detto, la privatizzazione del patrimonio immobiliare ha portato quindi, ad un aumento del tasso di risparmio. Il fatto che la gran parte delle famiglie cinesi sia proprietaria di una casa fa pensare alla prospettiva di un abbassamento del tasso di risparmio. Bisogna considerare però che esiste tra coloro che hanno acquistato la propria casa durante la riforma, un desiderio di disporre di un abitazione nuova, quindi il mercato immobiliare in Cina rimane vivace. E possibile invece che il comportamento di risparmio possa mutare con lo sviluppo del mercato dei mutui. Anticipi richiesti più bassi, potrebbero ridurre i risparmi finalizzati all acquisto della casa. Ma, cosa più importante, per ridurre il risparmio precauzionale, le famiglie dovrebbero poter usare la propria casa come garanzia.

28 28 Anche la ristrutturazione delle imprese di stato ha avuto un impatto sul tasso di risparmio. In particolare, è l incertezza generata dai mutamenti economici, ad aver avuto dei riflessi sul tasso di risparmio. L effetto si coglie se si considerano le variazioni del comportamento di risparmio tra diversi gruppi di famiglie. L impiego presso le aziende di stato è di norma un impiego stabile e già implica che la necessità di risparmiare per coloro che lavorano in quest ambito, sia minore. Perciò le preoccupazioni suscitate nei dipendenti delle SOE con le riforma del settore ha causato un aumento del risparmio, rispetto a famiglie il cui reddito dipende da altri settori. Il settore pubblico è ancora il maggiore datore di lavoro del paese, anche se la quota dei capi famiglia impiegati è passata dal 78% del 1995, al 54% del Risulta utile cercare di capire se il tasso di risparmio sia stato influenzato in modo diverso, per effetto del mutamento delle condizioni dell occupazione e delle incertezze scaturite dalle ristrutturazioni aziendali degli anni novanta, tra coloro che sono impiegati nelle imprese di stato e quelli che non lo sono. Le famiglie che hanno almeno un componente impiegato in un impresa pubblica, non risparmiano meno, come si penserebbe e questo indifferentemente dal livello di reddito e altri attributi famigliari. Anzi si verifica l esatto contrario. Le famiglie con almeno un membro impiegato in un azienda di stato, in media risparmiano di più rispetto alle famiglie senza impiegati nelle aziende di stato, ma questa differenza nel tempo è diminuita sino a diventare trascurabile in anni recenti. Il fenomeno si spiegherebbe con il fatto che la casa era concessa in affitto ai lavoratori delle imprese pubbliche, che però doveva essere lasciata una volta giunto il pensionamento del lavoratore. La necessità di comprare una casa dopo il pensionamento potrebbe aver inciso sul tasso di risparmio. Con la privatizzazione del patrimonio immobiliare questo fattore è divenuto meno significativo. Secondo Chamon e Prasad, la ristrutturazione delle imprese di stato non spiega da sola l aumento del tasso di risparmio aggregato. Un altro elemento che potrebbe aver portato all ulteriore aumento del tasso di risparmio, nonostante i tassi di interesse reali negativi è il l obiettivo di risparmio. Esso riguarda il desiderio delle famiglie di accumulare una data quantità di risparmi al termine della loro vita lavorativa (il tasso di risparmio tenderà ad essere legato negativamente ai guadagni reali sul risparmio). Questo è solo un modo per riformulare l importanza dell effetto sostituzione e dell effetto reddito delle variazioni dei tassi di interesse nelle scelte di consumo intertemporali. 28 Si 28 L effetto sostituzione si ha quando il consumo di un determinato bene varia per effetto della variazione del prezzo di uno dei beni che sposta il consumatore ad un punto con un diverso SMS (SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE) lungo la medesima cdl (curva di indifferenza). L effetto reddito si ha quando varia il consumo di un bene a seguito della variazione del prezzo di uno dei beni che sposta il consumatore su una cdi più alta o più bassa. E una variazione indotta dal potere d acquisto del reddito.lez teor del consumatore

29 29 ritiene che l effetto di sostituzione sia dominante cosicché bassi livelli dei tassi di interesse conducono ad un tasso di risparmio inferiore. Verificare quest ipotesi è difficile, dal momento che i dati coprono un arco di tempo limitato e l economia ha subìto grandi cambiamenti negli ultimi quindici anni. I depositi delle famiglie, inoltre potrebbero avere differenti tassi di guadagno sui risparmi, a seconda di come è composta la loro ricchezza finanziaria. Quindi si verifica indirettamente l ipotesi, attraverso le differenze dei tassi di inflazione tra le province cinesi. La gran parte dei risparmi delle famiglie è sotto forma di deposito bancario e dal momento che i tassi sui depositi sono fissati dalla banca centrale, tutte le famiglie hanno gli stessi tassi nominali di interesse. Per questo motivo i differenziali dell inflazione tra province possono essere interpretati come un approssimazione credibile della differenza tra i tassi di interesse reale. I dati di riferimento sono quelli riportati nella UHS, redatta dal National Bureau of Statistics (NBS), nella quale vengono riportati il reddito e il consumo pro capite medio di trentuno tra province e municipalità cinesi, nel periodo Dalle stime emerge che un punto percentuale di aumento dell inflazione attesa è associato ad un aumento di 0.24 punti percentuali del tasso di risparmio delle famiglie. Una correlazione che offre un supporto indiretto alla tesi per la quale, interessi reali più bassi sono associati con tassi di risparmio più alti. Risultato da considerare con cautela, in quanto ci sono altre ragioni per cui l inflazione attesa può influenzare il risparmio. Inoltre gli autori ricostruiscono solo l effetto tra province, piuttosto che un effetto aggregato, a livello nazionale, delle variazioni dei tassi di interesse sui risparmi. Facendo riferimento ai risultati, a livello di provincia il tasso di inflazione dovrebbe essere di quattro punti percentuali superiore alla media nazionale, per far alzare i tassi di risparmio di un solo punto. Perciò anche se la correlazione fosse accettabile a livello nazionale, non spiegherebbe il tasso di risparmio alto e crescente delle famiglie a livello nazionale. Nonostante queste considerazioni, gli autori non respingono completamente l ipotesi del risparmio obbiettivo. Contrariamente a Chamon e Prasad, che non trovano rispondenze per l applicazione della teoria del ciclo vitale alla Cina, se non per brevi periodi, i risultati ottenuti da Horioka e Wan, sono a supporto dell applicazione della teoria del ciclo vitale e della presenza di formazione di abitudini. Horioka e Wan presentano il tasso di investimento nazionale lordo, la quota dell investimento nazionale lordo sul Pil o sul prodotto nazionale lordo 29, nel periodo , perché la contabilità 29 Il prodotto nazionale lordo (PNL) è il valore di mercato di tutti i prodotti e servizi prodotti tramite il lavoro e la proprietà forniti dai residenti di un Paese, in un anno. Diversamente dal Pil che fa riferimento alla locazione geografica della produzione, il prodotto nazionale lordo fa riferimento alla proprietà. Il prodotto nazionale lordo è quindi il valore totale di tutti i beni e servizi finali in un Paese in un anno particolare a cui si aggiungono i redditi percepiti dai suoi

30 30 nazionale in Cina non fornisce dati sul risparmio e perché risparmi e investimenti erano pressappoco equivalenti fino al La quota dell investimento nazionale lordo è rimasta alta durante tutto il Dopo Guerra. I dati demografici sulla popolazione totale e sull aspettativa di vita, nel periodo , rilevano il balzo di quest ultima, che è passata da 40.8 anni nel 1950, a anni, nel L invecchiamento progressivo della popolazione, fa aumentare la old dependency ratio, accresce cioè, il peso della componente anziana della popolazione rispetto alla componente giovane. Viene considerata anche l incidenza sulla popolazione totale del numero di persone nelle varie fasce d età, nel periodo Sono aumentati di numero sia le persone in età giovanile, sia quelle in età avanzata. Se si confronta l andamento del tasso di investimento nazionale lordo, che è l approssimazione del tasso di risparmio nazionale, con l andamento della total dependency ratio, si può notare come l andamento al rialzo degli investimenti (risparmi), tra il 1968 e il 2004, coincida con una diminuzione della young e della total dependency ratio 30 nello stesso periodo, suggerendo che quest ultima potrebbe essere causa della prima. Il fatto che la young e la total dependency ratio fossero più alte rispetto agli altri Paesi in passato, può spiegare perché il tasso di investimento (risparmio) fosse relativamente basso rispetto agli altri Paesi e viceversa, mentre il fatto che ora la young e la total dependency ratio siano basse può spiegare perché il tasso di investimento (risparmio) sia relativamente alto rispetto agli altri Paesi. Per quanto riguarda le fonti di sostentamento degli anziani, essi dipendono sostanzialmente dai figli, e questo può spiegare perché l andamento del tasso di investimento (risparmio) e l andamento della old dependency ratio non siano opposti, come prevede l ipotesi del ciclo vitale. I tassi di risparmio delle famiglie residenti nelle zone rurali e urbane risultano simili, nonostante l enorme distanza in termini di reddito. Presumibilmente ciò è dovuto alla maggiore volatilità del reddito delle famiglie residenti in campagna, in prevalenza agricoltori. La politica del figlio unico ha reso la fertilità esogena e rende possibile stabilire qual è l impatto della struttura dell età sul tasso di risparmio delle famiglie. Gli autori conducono un analisi della regressione, per valutare se il cambiamento nella struttura dell età della popolazione influisce sul tasso di risparmio. Per calcolare il tasso di risparmio aggregato delle famiglie, gli autori si servono di una forma ridotta per il consumo, che si basa sulla teoria del ciclo vitale/reddito permanente, con la (segue nota) cittadini, compresi i redditi che essi percepiscono fuori dai confini nazionali. A questi si sottraggono i redditi dei non residenti che si trovano nel Paese. 30 Le young e old dependency ratio sono definite come il rapporto tra la popolazione giovane e anziana, che dipende dalle persone in età lavorativa.

31 31 formazione di abitudini. Essi partono dal modello di Alessie e Lusardi (1997) omettendo la nonhuman wealth e introducendo le young and old dependency ratio. Le variabili impiegate sono: la variabile dipendente SR, è il tasso di risparmio delle famiglie, dato dal rapporto tra il risparmio e il reddito disponibile delle famiglie (reddito netto nel caso delle famiglie delle campagne). Il risparmio è dato dalla sottrazione dei consumi dal reddito disponibile o netto. YOUNG: indica la young dependency ratio, ovvero il rapporto tra la popolazione che ha tra i 0-14 anni e la popolazione tra i anni. OLD: il tasso di dipendenza dagli anziani ed è il rapporto tra coloro che hanno sessantacinque anni o più e coloro che hanno tra i anni. DEP: il tasso di dipendenza totale. E il rapporto tra la popolazione che ha tra i 0-14 o la popolazione con 65 anni o più e la popolazione tra i anni. RINT: il tasso di interesse reale derivato dalla differenza tra NINT, il tasso di interesse nominale sul deposito di un anno e INFL, il tasso al quale cambia l indice dei prezzi al consumo. CHGDP: il tasso di crescita del Pil, ovvero il tasso di crescita reale pro capite. SR (-1) valore ritardato del tasso di interesse per le famiglie urbane. il tasso di inflazione (INFL, ovvero la variazione dell indice dei prezzi al consumo per le famiglie rurali). il tasso di dipendenza dai giovani e dagli anziani per tutte le famiglie. 31 Dai risultati emerge che tra le variabili demografiche, quella dei giovani incide positivamente, a prescindere dal fatto che il tasso di crescita del Pil e/o il tasso di risparmio siano inclusi. Il coefficiente associato alla old dependency ratio è invece trascurabile e positivo, per le famiglie urbane, ed è invece sempre positivo e significativo per le famiglie delle campagne e per tutte le famiglie, sempre a prescindere dal fatto che si prendano in considerazione Pil e tasso di interesse. Il coefficiente alla total dependency ratio è negativo e significativo per tutti e tre gli esempi, sempre a prescindere dal Pil e dal risparmio. I coefficienti negativi di old e young dependency ratio sono in linea con quanto prevede il ciclo vitale, mentre non è così per il coefficiente positivo e significativo della old dependency ratio, per le famiglie rurali e per tutte le famiglie. 31 I dati sono i panel data degli anni delle province cinesi. Il tasso di interesse nominale è disponibile come dato nazionale e il tasso di crescita del Pil a livello di provincia e per questo sono stati in grado di ottenere risultati separati per le famiglie di città, di campagna e per tutte le famiglie. I dati disponibili per 31 province senza la provincia di Chongqing per la quale i dati tra il non son disponibili. E senza il Tibet per cui non sono disponibili i dati del CPI e/o sul consumo e il reddito delle famiglie tra il

32 32 Ma in questo, bisogna ricordare che gli anziani dipendono per il loro sostentamento dai figli e solo in piccola parte, investono i capitali risparmiati. Si può ipotizzare inoltre che gli anziani risparmino per dare un lascito ai figli, come ringraziamento per le cure ricevute. Per questi motivi non sorprende il fatto che la old dependency ratio non diminuisca, ma anzi aumenti il tasso di risparmio. Il coefficiente del tasso di interesse è positivo e significativo, per circa la metà delle volte nel caso delle famiglie delle città e positivo e sempre significativo nel caso delle famiglie delle aree rurali e per tutte le famiglie, indipendentemente dai tassi di dipendenza e dal lagged saving. Secondo il modello degli autori, la crescita del Pil dovrebbe avere un impatto positivo sul tasso di risparmio, per cui ciò che è emerso è in linea con il modello. Il lagged saving rate è una variabile che rende conto della formazione di abitudini. Il coefficiente è positivo e molto significativo in tutti e tre i campioni e il potere esplicativo dell equazione è ancora più grande, quando si introduce il lagged saving rate, risultati che sono consistenti con la presenza della formazione di abitudini. Per verificare infine l effetto di un aumento atteso del reddito in futuro è stato introdotto il tasso di crescita del Pil dell anno successivo. Il coefficiente non è significativo per le famiglie delle campagne e per le famiglie nel loro complesso, ma nel caso delle famiglie delle città. Le variazioni del tasso di risparmio delle famiglie sono determinate dalla struttura dell età della popolazione, il tasso di dipendenza dai giovani, il tasso di interesse reale e il lagged saving rate. In accordo con la teoria del ciclo vitale e con la presenza della formazione di abitudini. 32 Al fine di evitare continue frizioni con i partner commerciali della Cina, in particolare con gli Stati Uniti, dovute al surplus accentuato delle partite correnti determinato dall alto tasso di risparmio, gli autori auspicano il miglioramento delle infrastrutture economiche, interventi per rendere più utilizzabile il credito al consumo, migliorare le misure di tutela sociale, allentare la politica del figlio unico e apprezzare il Rmb. Riccardo Cristadoro e Daniela Marconi, diversamente da Horioka e in linea con Chamon e Prasad, sostengono invece che la teoria del ciclo vitale 33 non si adatta del tutto a spiegare il fenomeno del crescente tasso di risparmio in Cina. 32 Horioka e Wan nelle loro previsioni del 2006 sostenevano che il tasso di risparmio delle famiglie sarebbe rimasto alto fino al 2010 ( a meno di variazioni dei livelli delle altre determinanti del risparmio), cosa che effettivamente si è verificata. Alla base di questa previsione stavano l impatto negativo e significativo del rapporto di dipendenza totale sul tasso di risparmio delle famiglie unitamente alle proiezioni delle Nazioni Unite secondo le quali il rapporto sarebbe rimasto ai livelli del 2005 fino al 2010 appunto, aumentando successivamente. Anche la formazione di abitudini avrebbe contribuito a far restare alto il tasso di risparmio. 33 Per la presentazione della teoria del ciclo vitale si rimanda alla nota 19. Per modello del ciclo vitale gli autori intendono There is some ambiguity in the literature concerning what people really mean by life cycle model, see Browning and Lusardi(1996). Here we mean the simple life cycle model with certainty equivalence or the stripped down version of the model?

33 33 Con l aumento della produzione, i profitti delle imprese e le entrate del governo sono aumentati. La quota del lavoro in rapporto al Pil si è invece contratta, dal momento che i salari sono cresciuti a un ritmo inferiore portando il reddito disponibile delle famiglie dal 69% all inizio della decade precedente, al 58% del A partire dagli anni novanta, l accumulazione di capitale si è verificata a spese del consumo privato. In rapporto al Pil la formazione del capitale fisso lordo è salita dal 30%, al 45%, mentre il consumo privato è crollato da 50% al 35%. Il fatto che dal 2000 il governo e le imprese abbiano aumentato i loro risparmi è determinato dal fatto che il governo ha potuto contare negli anni su entrate fiscali crescenti in virtù della riforma del 1994 e grazie alle imposte sulla vendita dei terreni che hanno aumentato il loro valore. La spesa pubblica è rimasta bassa, come detto. I risparmi del settore pubblico sono stati investiti in capitale fisso, in forma diretta o indiretta attraverso trasferimenti di capitale al settore aziendale. Figura 5. Squilibri interni ed esterni della Cina Fonte: RICCARDO, Cristadoro & DANIELA, Marconi, Household s savings in China, novembre 2011 Dopo la crisi finanziaria asiatica del i risparmi del settore produttivo sono aumentati in tutto il mondo. Per il settore produttivo, il risparmio coincide con il reddito disponibile perciò si può confrontare solo con il Pil totale. Secondo Cristadoro e Marconi in Cina il settore produttivo non è particolarmente parsimonioso e le aziende non distribuiscono meno dividendi rispetto alle altre aziende in Asia. 34 L alto tasso di risparmio del settore produttivo in Asia e in Cina, in particolar modo, è il risultato di una distorsione derivante dall imposizione fiscale e dello scarso sviluppo finanziario, elementi che inducono le aziende a finanziare gli investimenti attraverso i profitti trattenuti ritenuti dall azienda stessa. 34 Si veda nota precedente diverso da Aziz. Gli autori sostengono che quanto comunemente si ritiene riguardo l inefficienza del governo d impresa nelle SOE e il windfalls in resource sectors?ritenuti due elementi alla radice dell alto tasso di risparmio in Cina, non è sopportato in realtà da dati aziendali che comprendano il Paese e le altre economie asiatiche.(nota 15 sul testo origin)

34 34 Nonostante il livello di risparmio sia alto, il rapporto tra risparmio e investimento è largamente negativo. Quindi il risparmio del governo è aumentato per la spesa insufficiente, mentre nel settore produttivo il risparmio è aumentato secondo un trend comune ad altri paesi ed è rimasto comunque inferiore agli investimenti. Per quanto riguarda il tasso di risparmio delle famiglie è aumentato nell ultima decade, passando dal 28%, al 38% del reddito disponibile e questo nonostante la quota del reddito disponibile sia diminuita in maniera importante. Secondo Modigliani e Cao ciò che ha condotto all aumento del tasso di risparmio sono stati la rapida crescita economica e i cambiamenti avvenuti nella struttura demografica in Cina, a causa della politica del figlio unico; nel 1978 la popolazione tra i 0-14 anni era il 65% della popolazione totale; nel 2008 era al di sotto del 30%. Essi propongono una media a lungo termine della crescita del reddito disponibile pro capite reale e attraverso il rapporto tra i lavoratori e i minori (individui sotto i 14 anni). L impatto della rapida crescita dell economia può essere spiegato nel modello; in questo contesto le generazioni più giovani nella fase di risparmio sono molto più ricche, rispetto alle vecchie generazioni nella loro fase di consumo del capitale, spingendo al rialzo i risparmi personali nel loro complesso e il tasso di risparmio. A livello aggregato, la relazione tra la crescita del reddito e il tasso di risparmio è positiva, mentre nei modelli di crescita standard, la direzione della causazione va dal tasso di risparmio alla crescita del reddito. Si riscontra che la causazione si muove anche in altre direzioni, con il tasso di risparmio rispondente alla crescita del reddito, sia a livello aggregato che a livello microeconomico. 35 La politica del figlio unico ha influito sul comportamento di risparmio delle famiglie in due modi: ha ridotto il bisogno di consumare e ha influito in modo importante sul tradizionale rapporto tra i figli e i genitori, in quanto durante la vecchiaia le nuove generazioni si prendono cura degli anziani, assistendoli economicamente. Il modello proposto da Modigliani e Cao e criticato dagli autori, sarebbe adatto a spiegare in parte l aumento del tasso di risparmio dai bassissimi livelli antecedenti il 1978, ai picchi raggiunti negli anni novanta, ma non spiega completamente l aumento persistente del tasso di risparmio da allora, oltre a non rendere conto delle differenze che emergono tra province e tra famiglie residenti nelle zone rurali e urbane. 35 L ipotesi del ciclo vitale riconcilia l evidenza empirica con la teoria, sostenendo che nelle economie che crescono rapidamente le generazioni più giovani nella fase di risparmio sono molto più ricche rispetto alle vecchie generazioni durante la loro fase di consumo del capitale(dissaving) spingendo al rialzo i risparmi personali nel loro complesso e il tasso di risparmio nota18

35 35 La rappresentazione dei due autori, considerano il paese come una realtà omogenea, mentre invece la Cina presenta dei gravi squilibri nello sviluppo tra le diverse aree del paese, a causa della strategia di sviluppo seguita a partire dal 1978, con l introduzione delle zone economiche speciali (ZES) che hanno privilegiato i grandi agglomerati urbani e le aree portuali maggiori per l introduzione delle tecnologie straniere e che hanno creato una distribuzione del reddito ineguale. E importante quindi studiare il risparmio partendo da dati maggiormente disaggregati piuttosto che da dati a livello nazionale. Negli ultimi vent anni, il risparmio delle famiglie è cresciuto più del reddito disponibile sia nelle città, sia nelle campagne. Il tasso di risparmio aggregato è aumentato sia nelle campagne che nelle città ma con la differenza che nelle aree urbane è stato più stabile e equilibrato, mentre nelle campagne è stato più volatile. 36 Considerando gli anni tra il , il tasso di risparmio delle famiglie urbane va dal 16.6% di Chongqing, al 30.1% del Jiangsu, mentre per le famiglie rurali si possono citare il 7.9% dello Shaanxi e il 48.8% di Tianjin. Le famiglie residenti nelle province più ricche della fascia costiera tendono a risparmiare di più in rapporto al reddito disponibile, rispetto alle famiglie residenti delle province più povere del centro, in particolare, nelle province dello Shaanxi, Hunan, Yunnan e Guizhou. Figura 6. Mappa dei tassi di risparmio delle famiglie delle zone urbane e rurali. Fonte: RICCARDO, Cristadoro & DANIELA, Marconi, Household s savings in China, novembre In passato il tasso di risparmio nelle campagne è stato più alto di quello nelle città nella maggior parte delle province, ma, a partire dal 2000, la tendenza in alcune province si è invertita. Una delle determinanti di questa situazione è il fenomeno della migrazione dei lavoratori delle aree rurali 36 Si rileva un importante distanza tra i dati della flow of funds e della NSBC s household survey; questi ultimi sarebbero più volatili e tenderebbero a sottostimare sia il risparmio (il più sottostimato), sia il reddito. Ad ogni modo le dinamiche del tasso di risparmio risultano comparabili.[dati pag.18 delle household survey= risp in rapp al red]

36 36 verso le città. Secondo l OCSE la popolazione migrante non ufficiale ammontava a centoventisei milioni, di cui settantaquattro milioni provenienti dalle aree rurali. Gli autori considerano importanti, per la loro influenza sulla necessità di risparmiare, oltre al ridimensionamento delle SOE, anche la riforma delle pensioni. Il nuovo sistema pensionistico a livello urbano ha posto il tasso di ricollocamento al 58.5% della media dei guadagni sulla pensione, rispetto all 80% del periodo antecedente la riforma. Questo tasso è difficile da raggiungere, dal momento che il tasso di interesse utilizzato per rivalutare parte delle contribuzioni è di molto inferiore rispetto al tasso di crescita dei salari medi. Il rapporto tra una pensione media e un salario medio era del 49% nel 2005, (era il 77% nel 1990), ed è prevista un ulteriore diminuzione che si ripercuoterà sulla componente più giovane della forza lavoro. Quasi tutti i lavoratori delle imprese di stato hanno la copertura del nuovo sistema pensionistico, in misura molto minore sono coperti i lavoratori delle imprese private, mentre è quasi nulla per i lavoratori autonomi e per i lavoratori senza contratto. Gli appartenenti a queste due ultime categorie, costituiscono il 60% degli occupati nelle aree urbane e sono immigrati che risparmiano per la vecchiaia e per le rimesse da spedire ai parenti nella terra natale. Una delle ragioni per cui i lavoratori non sceglierebbero di partecipare al sistema pensionistico è la sua frammentazione in migliaia di realtà municipali differenti. Dal momento che le municipalità hanno dependency ratio differenti, il tasso di contribuzione varia tra di esse, mentre i benefici sono difficilmente trasferibili tra una municipalità e l altra. Elemento questo che incentiva la necessità del risparmio per i lavoratori migranti. Per quanto riguarda le cure mediche, se sono cresciuti gli investimenti negli ultimi anni, sia per gli assicurati che per i non assicurati, questi ultimi devono ancora pagare il 45% delle spese. Una maggiore spesa in salute e istruzione porterebbe ad una significativa diminuzione del risparmio. Gli autori confermano quanto trovato da Horioka e Wan e da Chamon e Prasad. Basandosi sui dati della Household Survey del NBS, che si riferiscono a ventinove province, nel periodo tra il 1995 e il 2009, gli autori operano due distinte analisi della regressione per le famiglie rurali e urbane, distinguendo allo stesso tempo tra le province orientali e centrali da una parte e quelle occidentali dall altra. A ovest i trasferimenti del governo sono più importanti e la popolazione è prevalentemente formata da minoranze etniche; la politica del figlio unico è, inoltre, poco incisiva. Si considera anche la porzione di impiegati nelle SOE, in quanto si presume che questi lavoratori siano portati a risparmiare meno, perché godono di un lavoro più stabile rispetto ad altri lavoratori, di maggiori benefici pensionistici e di migliori cure sanitarie.

37 37 Per quanto riguarda le famiglie rurali, viene considerato il rapporto tra il reddito urbano e rurale della provincia, che serve come un approssimazione del dato sui trasferimenti alle famiglie da parte dei migranti nelle città; l idea di sottofondo e che le disparità tra città e campagne all interno della stessa provincia stimolano le migrazioni, quindi più sono i migranti che si spostano in città, maggiore sarà la quantità di denaro che essi guadagnano dal lavoro e spediscono ai famigliari nelle campagne, i quali, grazie a questo contributo, risparmiano di meno. Le determinanti del risparmio sono piuttosto diverse tra le famiglie urbane e rurali e tra le zone centro orientali e quelle occidentali. Per le famiglie urbane si riscontra come l aumento del reddito non è significativo, mentre lo sono invece le deviazioni annuali e il reddito disponibile reale corrente, che hanno un impatto negativo sul tasso di risparmio. Ciò potrebbe suggerire difficoltà di accesso al credito che ostacola il consumption smoothing. Il rapporto occupati/minori ha un impatto leggermente significativo e positivo come ci si aspetterebbe dall ipotesi del ciclo vitale; ma perde forza nel momento in cui si introduce la quota di impiego nelle SOE in accordo con Chamon e Horioka. Il coefficiente ad essa associato è negativo e molto rilevante. Una possibile interpretazione è che la presenza di più bambini all interno delle famiglie, come un più alto impiego nelle SOE, riduce la necessità di risparmiare per la vecchiaia. Per le famiglie urbane delle province ad ovest risulta significativo solo il reddito disponibile corrente, indicando che la spiegazione di Keynes è sufficiente. Nell analisi della regressione a livello rurale la crescita di lungo termine incide marginalmente nelle province centrali e orientali e le deviazioni dalla crescita di lungo termine e dalla young dependency ratio è trascurabile. Maggiori sono le disuguaglianze tra città e campagna, maggiormente si riduce il tasso di risparmio. Il reddito corrente è leggermente significativo solo nelle province ad ovest. Il tasso di inflazione è negativo e significativo in tutte le analisi, il che indica che nelle aree rurali le famiglie anticipano il consumo quando cresce l inflazione Migranti e residenti di lungo periodo: un confronto. Per analizzare l effetto della composizione famigliare sul risparmio, si fa riferimento, alla presenza di figli maschi o di figli femmine. Nella UHS vengono riportate informazioni quali il numero dei figli per famiglia, la loro età e il sesso. Per quanto riguarda il tasso di risparmio in presenza o meno di figli all interno delle famiglie, esso risulta più alto per tutte le età, nelle famiglie senza figli, il che è motivato dal fatto che in queste famiglie manca la sicurezza futura costituita dal sostegno finanziario dei figli.

38 38 Nelle fasce d età con maggiore anzianità, la differenza tra coloro che hanno e non hanno figli diminuisce e questo riflette il carattere mutevole dell essere senza figli, infatti in questo gruppo sono compresi sia coloro che non hanno figli e sia coloro che li hanno ma che hanno lasciato la casa dei genitori. Se si distingue tra le famiglie che hanno una figlia e quelle che hanno un figlio, si può notare come il tasso di risparmio in realtà non sia diverso, e questo è in contrasto con quanto viene sostenuto circa la necessità delle famiglie con un figlio maschio di risparmiare di più, in modo da accumulare una dote a disposizione del figlio per poter trovare più facilmente moglie. Per quanto riguarda i migranti, ci si aspetterebbe che essi risparmino prevalentemente per procurarsi un alloggio e per le rimesse da inviare ai parenti rimasti in campagna. Dal momento che i migranti sono spesso dei pensionati, è interessante vedere se i giovani residenti in città permettono ai genitori di vivere insieme a loro, di modo da poter risparmiare per comprare una casa più grande. In base ai dati della UHS è possibile individuare l anno in cui è stata stabilita la residenza in città, e così distinguere i migranti dalle famiglie residenti a lungo termine nelle città. Tavola 3. Presenza di migranti e residenti di lungo periodo nelle famiglie ( ) Fonte: AGAR, Brugiavini, GUGLIELMO, Weber, BINZHEN, Wu, Saving rates of urban households in China, Si presentano nella tabella 3, la presenza di migranti e residenti di lungo periodo all interno delle famiglie. Il 45% delle famiglie non ha migranti. Le famiglie i cui componenti si trovano in città sin dalla nascita sono maggiori a Pechino e nella provincia del Liaoning; il 36% delle famiglie ha almeno due migranti (le percentuali più alte sono nello Hubei e nel Guangdong), mentre quelle con un migrante sono il 19% e sono distribuite abbastanza equamente tra tutte le province. Una famiglia con due migranti risparmia di più, infatti il loro tasso di risparmio medio, 25%, è molto più alto rispetto al 17% delle famiglie senza migranti. Se si osservano le famiglie il cui capo è impiegato nel settore pubblico/ privato, è autonomo o pensionato e la presenza di migranti nelle famiglie e la si confronta con le famiglie formate totalmente da migranti, si può vedere come le famiglie con componenti residenti in città sin dalla

39 39 nascita, sono per la maggior parte impiegati nel settore privato, mentre quelle con due migranti sono pensionati. Queste ultime sono spesso famiglie composite (con quattro o più membri) con due o più anziani. Se entrambi gli sposi sono migranti il tasso di risparmio è più alto, mentre per le famiglie i cui residenti sono cittadini sin dalla nascita, il tasso di risparmio è più basso. Questo a sostegno dell ipotesi per cui chi si sposta verso la città risparmia di più a tutte le età per accumulare ricchezza. Figura 7. Tasso di risparmio delle famiglie secondo l età e lo status di migrante o residente dei capi famiglia e di entrambi gli sposi. Fonte: AGAR, Brugiavini, GUGLIELMO, Weber, BINZHEN, Wu, Saving rates of urban households in China, In accordo con quanto sostengono Chamon e Prasad sull impatto della spesa per l acquisto della casa sul tasso di risparmio e, in particolare, sulla tendenza a risparmiare di più da parte di chi ha acquistato in passato case di scarsa qualità per potere in seguito comprare una casa nuova, al fine di capire perché i prezzi in salita delle case spingano le giovani famiglie a risparmiare di più bisogna guardare alle scelte abitative del campione della UHS. Vengono presentate le percentuali di coloro che hanno affittato il loro alloggio e di chi invece, è proprietario della propria casa 37. Nell indagine i proprietari sono classificati in base al periodo in cui hanno effettuato l acquisto dell abitazione: i proprietari di lunga data sono coloro che hanno acquistato la casa prima del 1998, proprietari divenuti tali grazie alla riforma che hanno cioè acquistato case di bassa qualità ma anche a basso prezzo, e proprietari che hanno comprato sul mercato dopo il L affitto dell alloggio è sempre meno frequente mentre aumentano coloro che acquistano una casa a prezzi di mercato. Gli effetti della riforma stanno venendo meno, perché le nuove generazioni si rivolgono al mercato e perché coloro che hanno beneficiato della riforma in passato, stanno 37 Il numero complessivo non è certo perché in alcuni casi l informazione non è reperibile.

40 40 vendendo le vecchie case pubbliche per acquistarne di nuove. Così i prezzi crescenti costringono i giovani e coloro che intendono comprare case migliori, a risparmiare di più. Figura 8. Tasso di risparmio secondo l età e proprietà della casa Fonte: AGAR, Brugiavini, GUGLIELMO, Weber, BINZHEN, Wu, Saving rates of urban households in China, Per quanto riguarda i risultati di un equazione del tasso di risparmio per il campione , le variabili considerate sono l età, le dimensioni della famiglia, gli indicatori dell occupazione(il gruppo di controllo sono gli impiegati del settore pubblico), le dummies variables relative all abitazione e altre variabili demografiche già discusse. Per tutte le specificazioni gli autori controllano per la presenza di uno o due migranti. Gli indicatori hanno sempre un effetto positivo e significativo. Le famiglie con due migranti hanno un tasso di risparmio del 4-5% superiore rispetto al gruppo di controllo delle famiglie i cui componenti risiedono in città sin dalla nascita. Come si può notare dalla Tabella 9, controllando per la presenza di un figlio (prima colonna), l effetto è negativo e significativo, mentre le dimensioni della famiglia hanno un effetto positivo. Nella seconda colonna, l indicatore del figlio sostituisce il child dummy, determinando che il coefficiente della dimensione della famiglia diventa negativa, mentre l indicatore del figlio ha un coefficiente negativo, ma molto minore rispetto all indicatore del figlio nella prima colonna. Nella terza colonna lo stesso viene ripetuto per la figlia con risultati molto simili alla seconda colonna, a dimostrare che lo squilibrio di genere non ha un grande impatto sul risparmio. Nella colonna 4 si considerano i figli di età inferiore ai 25 anni e il numero di anziani sopra i 55 anni. La dimensione della famiglia ha un coefficiente positivo di.014, il numero dei figli ha un coefficiente ampiamente negativo di -.073, mentre il numero di anziani ha un coefficiente positivo

41 41 di.014. In generale si dimostra che le famiglie con figli risparmiano meno come accade per la maggior parte dei Paesi. Tabella 7. Analisi della regressione del tasso di risparmio delle famiglie tra il Fonte: AGAR, Brugiavini, GUGLIELMO, Weber, BINZHEN, Wu, Saving rates of urban households in China, I risultati ottenuti da Brugiavini, per quanto riguarda l effetto-casa sul risparmio sono in accordo con quanto già rilevato da Chamon e Prasad. Coloro che affittano abitazione private risparmiano poco meno rispetto a chi affitta case pubbliche. I proprietari di case risparmiano invece di più, in particolare, coloro che hanno comprato sul mercato la casa dopo la riforma e ciò a sostegno dell ipotesi riguardo la necessità di comprare case nuove per rimpiazzare le vecchie Critica al ruolo del tasso di risparmio. Secondo Aziz e Cui 38 invece la causa della diminuzione della quota dei consumi, non è dovuta al fatto che il tasso di risparmio sia aumentato, ma è da ricercarsi nella diminuzione della quota dei redditi delle famiglie nel reddito nazionale. Infatti, si nota che se il reddito disponibile delle famiglie e il tasso di risparmio fosse rimasto invariato rispetto ai primi anni novanta, la diminuzione della quota dei consumi sarebbe stata solo del 1% (dal 48.2% del 1992 al 46.9% ). Invece il calo è stato di nove punti percentuali. Sono diminuiti infatti i salari, i redditi da investimento e i trasferimenti. Ciò, si sostiene, ha la sua origine nella difficoltà delle aziende ad accedere al credito. In particolare la limitazione del credito che si ripercuoterebbe sul capitale circolante 39, ha condotto 38 Jahangir Aziz, Li Cui,anche Yuqing Xing

42 42 alla diminuzione della quota di salari e dei redditi delle famiglie e se questa diminuisce, diminuisce anche il consumo. Gli autori ritengono che alcune peculiarità del sistema, abbiano contribuito a questa situazione. In primo luogo, nel paese le famiglie detengono la proprietà delle imprese attraverso gli investitori istituzionali e i fondi pensione, solo in misura limitata. In secondo luogo, le aziende quotate hanno accumulato profitti piuttosto che distribuire dividendi e questo a causa di un controllo inefficace e a causa di una scarsa tutela dei diritti degli azionisti di minoranza. Congiuntamente la scarsa vigilanza delle agenzie di intermediazione hanno portato ad un periodo prolungato di prezzi azionari bassi e di transazioni limitate il che non ha portato beneficio alle famiglie che detenevano azioni. In terzo luogo, le aziende proprietà del governo sono ancora la maggioranza in Cina. Diversamente da quanto accade nella gran parte dei paesi, le SOE non pagano dividendi al governo. 40 Le famiglie non hanno nemmeno potuto guadagnare dagli interessi sui depositi bancari essendo stati bloccati. Mentre le famiglie hanno visto la remunerazione dei depositi diminuire, le banche diversamente hanno guadagnato dai margini crescenti sui tassi. Si è avuto come ben notano gli autori, una sorta di trasferimento dalle famiglie alle aziende-e alle banche evidentemente, aggiungiamo noi- dal momento che le banche erano gravate dai prestiti non performanti o crediti deteriorati 41, (nel 1998 l ammontare di questi crediti nelle quattro maggiori banche statali era pari 2,170 miliardi di yuan, il 40% dei crediti totali). Il salvataggio e la ristrutturazione da parte dello stato ha portato queste banche ad aumentare notevolmente la loro profittabilità, tanto da rendere la Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), con profitti pari a 16 miliardi di dollari, la banca con i maggiori profitti al mondo nel Quindi i profitti delle imprese non si sono tradotti in un aumento di reddito per le famiglie. La diminuzione dei redditi come componente del Pil è stata la più importante tra tutte le componenti essendo scesa dal 67%, nella metà degli anni ottanta, fino al 56% attuale. Il reddito disponibile dei cinesi è di molto inferiore a quello dei paesi OCSE. Nei Paesi nordici, in Canada e Corea ad esempio, il reddito disponibile personale è in realtà modesto in rapporto al pil. 39 Il capitale circolante è dato dalla differenza tra attività e passavità, che indica quanta liquidità ha a disposizione un azienda da investire nel suo business. 40 Riccardo Cristadoro e Daniela Marconi non condividono il fatto che le SOE non distribuiscano dividendi e questo perché non ci sarebbero dati aziendali a sostegno di quest affermazione. 41 Attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell esposizione. 42 Yuqing Xing, Consumption, Income distribution and state ownership in people s republic of China.

43 43 Le famiglie trasferiscono buona parte del reddito allo stato con le tasse e ne ricevono in cambio servizi. In Cina la tassazione sui redditi è relativamente bassa con una conseguente scarsità di servizi. Se si tiene conto anche dell integrazione fondamentale operata dai servizi offerti dal settore pubblico quindi, la distanza tra consumo e Pil rispetto agli altri Paesi è ancora più grande. La diminuzione della quota dei salari coincide con il ritmo di crescita relativamente basso dell impiego, con una media di poco più del 3% all anno nelle aree urbane dai primi anni novanta. Ciò è dovuto essenzialmente ai massicci licenziamenti delle imprese di stato, ma anche ai pochi posti di lavoro creati nel settore non governativo. Naturalmente il numero dei posti di lavoro creati nel Paese sin dai primi anni novanta è assolutamente considerevole: gli occupati sono cresciuti di cento milioni; allo stesso tempo sia i consumi che i redditi sono aumentati ad un tasso annuo del 8%. Ma l occupazione, il reddito e i consumi, pur essendo cresciuti velocemente non raggiungono i ritmi di crescita del Pil. La problematica relativa alla difficoltà di accesso al credito, lamentata dalle imprese- come emerso dalla Bussiness Environment Survey della Banca Mondiale- non riguarda tutte le aziende, ma solo quelle di piccole dimensioni. Mentre le grandi aziende statali e private, accedono alla gran parte del credito complessivo e sono le maggiori emettitrici di obbligazioni societarie e di azioni. Unitamente alle banche che non concedono credito, le aziende hanno difficoltà anche a finanziarsi in forma indiretta attraverso i titoli ed azioni. La limitazione al credito si ripercuote maggiormente sul capitale circolante, che non sugli investimenti. Le aziende preferirebbero mantenere un livello stabile di investimenti fissi attingendo al capitale circolante perché il costo marginale di acquisizione di capitale è alto ed è inoltre anti economico rimandare gli investimenti. Il capitale circolante è liquido e reversibile e quindi ha costi inferiori di aggiustamento. In conclusione le aziende impiegano meno pur di tenere alti gli investimenti. L impatto della limitazione del credito sulla capacità di impiego è confermata dal fatto che tra il 1998 e il 2000 la crescita dell impiego era significativamente inferiore nelle aziende con difficoltà di accesso al credito rispetto a quelle che non presentavano difficoltà in questo settore, mentre gli investimenti erano, al contrario, superiori. Le piccole e medie imprese (PMI) presentano un minore tasso di crescita dell impiego rispetto alle imprese di dimensioni maggiori. Anche nelle imprese che sono proprietà dello stato si rileva una minore crescita dell impiego. La crescita dell impiego varia a seconda della locazione delle imprese e dei settori produttivi di riferimento. Ci sono pochi riscontri sull influenza delle limitazioni al credito sul livello degli investimenti.

44 44 La difficoltà di accedere al credito è dovuta alla mancanza di forme di garanzia alternative, e ciò spinge le aziende a costruire il collaterale attraverso, ad esempio, l incremento di capitale. Unitamente a quest esigenza, le imprese hanno aumentato i propri risparmi per effetto del governo d impresa inefficace e alla scarsa tutela dei diritti degli azionisti di minoranza, come detto. Le SOE non pagano dividendi come stabilito dalle riforme degli anni novanta. Prima delle riforme le SOE spendevano una parte significativa dei loro profitti nella fornitura di beni pubblici per i propri lavoratori. I prestiti a lungo termine rappresentano la voce più importante tra le richieste di prestito delle imprese. La loro diminuzione dovrebbe generare a ragione una diminuzione degli investimenti. Questo invece non si è verificato in quanto le imprese hanno fatto ricorso a fondi interni. Quindi la difficoltà di accesso al di credito genera un doppio effetto: riduce il reddito da salario e il reddito delle famiglie e induce le imprese a risparmiare di più. La diminuzione della porzione dei salari tende ad essere anti-ciclica e quindi le fluttuazioni sono comuni. La differenza tra quanto è accaduto in Cina e in altri paesi, come gli Stati Uniti ad esempio, è che la diminuzione della quota del reddito ai lavoratori non ha avuto un grande impatto sui consumi essedo il reddito disponibile personale negli Stati Uniti rimasto stabile. La crescita implicita della quota dei profitti è stata quindi meglio distribuita in forma diretta o indiretta attraverso il sistema finanziario sotto forma di un più alto reddito da investimento o attraverso i trasferimenti. In Cina questo processo non è avvenuto. Il reddito da investimento conta per una piccolissima parte del reddito totale famigliare (8% tra profitti e tassi di interesse) ed uno tra i più bassi al mondo. La quota è inoltre diminuita arrivando sotto al 3% nel I finanziamenti concessi dal settore bancario sono andati prevalentemente alle più stagnanti imprese di stato. La scarsa quota del reddito da investimento mette in luce la scadente prestazione del settore finanziario nella redistribuzione del reddito da profitti, dalle aziende alle famiglie sotto forma di dividendi e interessi. Il mercato azionario in Cina è relativamente piccolo. La capitalizzazione totale del mercato incide per il 18% del Pil nel 2005, a fronte di un 136% degli Stati Uniti e del 75% dell India. Una serie di fattori hanno determinato il ritardo del mercato finanziario in Cina. In primo luogo, ben 2/3 delle azioni di compagnie quotate non erano commerciabili fino a tempi recenti. L incertezza circa la risoluzione di questa situazione sono risultate in prezzi depressi delle azioni e in una bassa partecipazione al mercato. In secondo luogo gli investitori istituzionali, come i fondi comuni di investimento, i fondi assicurativi e i fondi pensione, promossi a partire dal 1998, sono stati poco sviluppati.

45 45 In terzo luogo, il mercato depresso e la protezione inadeguata delle quote minoritarie ha scoraggiato i singoli investitori. I conti totali degli investitori individuali delle borse di Shanghai e Shenzhen sono circa il 5% della popolazione- numero oltretutto considerato superiore alla realtà, dal momento che molti investitori commerciano sia nella borsa di Shanghai che in quella di Shenzhen, oppure aprono conti falsi tramite dei prestanome. Anche il mercato delle obbligazioni è poco sviluppato. Questo perché il mercato è severamente regolato tramite la selezione da parte del governo dei titoli che vengono emessi e tramite una soglia limite dei tassi di interesse sui titoli. Il mercato dei titoli sul debito è dominato dai buoni del tesoro e da titoli di finanziamento, mentre i titoli sul debito delle aziende coprono una porzione molto piccola del mercato totale. Grazie all alto tasso di risparmio delle famiglie, la mancanza di strumenti alternativi per l investimento, e un controllo di capitale che non ha permesso ai cinesi di investire all estero, il sistema bancario è dotato di una vasta liquidità. I prestiti effettuati sono stati inferiori rispetto alla crescita effettiva, un indicazione che il costo del capitale è troppo basso. Allo stesso tempo le banche godono di un ampio margine come detto, (circa il 4%). Questo fu deciso per garantire un certo profitto alla banche, che in questo modo non si sarebbero scontrate per attrarre i clienti. Il tasso sui depositi ha avuto una media del 2% circa in termini reali. Se si confrontano il tasso di deposito e la crescita del Pil nominale si può notare come di recente la differenza sia aumentata e con ciò anche la quota del reddito da investimento sia diminuito. Anche i trasferimenti sono diminuiti a partire dai primi anni novanta. Nel 2005 contano per mezzo punto percentuale sul Pil. Da quanto analizzato si evince la necessità in Cina di intervenire nel miglioramento delle pratiche bancarie. Cosa che già sta avvenendo con la ristrutturazione e la riforma con le banche commerciali di stato. Come primo passo, la cosa più importante, si è ritenuto era il miglioramento della situazione finanziaria complessiva delle banche svuotandole dai prestiti non performanti e ricapitalizzandole. Oltre a ciò furono ristrutturate al loro interno e venne sancito un criterio di qualità, al quale conformarsi per i loro portafoglio di crediti, ritorni sul capitali ecc. Si è trattato di provvedimenti necessari ma che hanno avuto l effetto di rendere le banche conservative, per la mancanza di una gestione del rischio interno adeguata e questo ha portato ad un aggravamento della difficoltà di accesso al credito delle PMI, in particolar modo. Una riforma fondamentale da mettere in atto dovrà riguardare una più adeguata gestione del rischio.

46 46 E necessario inoltre rimuovere il limite sui tassi di deposito. Esso infatti è di ostacolo nella competizione tra le piccole banche e le grandi banche di stato. La distribuzione della liquidità è stata asimmetrica, avendo favorito prevalentemente queste ultime fornitrici nette di liquidità, mentre le piccole sono compratrici nette nel mercato interbancario. Rimuovere il limite potrebbe portare all aumento del tasso di deposito, facendo aumentare il reddito delle famiglie. E necessaria anche una riforma del mercato azionario. Se le azioni non commerciabili sono state convertite in azioni non commerciabili, sono solo alcune le azioni commerciate nel mercato secondario. E questo ha limitato il detenere delle azioni in forma diretta e indiretta da parte delle famiglie. Le grandi imprese cinesi i grandi marchi devono ancora entrare nel mercato in misura importante il che incoraggerebbe le famiglie a partecipare nel mercato azionario.

47 47 Capitolo Secondo. La nuova classe media cinese 2.1 Previsioni sulla classe media. La classe media cinese sarà una realtà esplosiva nel prossimo futuro, quanto a capacità complessiva di spesa dell intero gruppo di consumatori. Attualmente infatti le famiglie residenti in città con un reddito inferiore a 25,000 Rmb all anno sono il 77%, quota che scenderà al 10% nel 2025, secondo le previsioni del Mc Kinsey Quarterly 43. Il mercato dei consumatori a livello urbano diventerà così uno dei più grandi al mondo, dal valore di spesa pari a 20 trillioni di Rmb all anno. Come ben notano gli autori il tasso di cambio del Rmb è tenuto basso dal governo e questo ha ovvie implicazioni sulla convenienza da parte dei cittadini cinesi rispetto all acquisto di merci straniere; se la valuta dovesse apprezzarsi ne risulterebbe un rafforzato potere d acquisto per i consumatori cinesi e allora le stime sul consumo dovrebbero essere riviste al rialzo. La classe media cinese sarà più giovane di quella dei Paesi sviluppati come gli Stati Uniti, nei quali coloro che percepiscono redditi più alti sono persone tra i quarantacinque e i cinquantaquattro anni. Mentre in Cina i lavori con le più alte retribuzioni sono svolti da individui con un alto livello d istruzione e perciò i consumatori più ricchi avranno tra i venticinque e i quarantaquattro anni. In particolare esistono delle differenze importanti per la futura collocazione sociale dei laureati delle università private e pubbliche e per quelli delle università pubbliche d élite, ognuno dei quali percepisce redditi diversi. Le differenze di reddito tra i laureati sono determinate dal prestigio dell università frequentata e dal titolo di studio conseguito. La correlazione titolo di studio-salario è dimostrata dal salario mensile percepito dai diplomati delle scuole professionali e di addestramento professionale per adulti, pari a 1,333 yuan, mentre il salario di un laureato è pari a 1,549 yuan. Il master o il dottorato garantiscono un salario mensile tra i 2,674 yuan e i 2,917 yuan. 44 I migranti che si sono spostati e continueranno a spostarsi verso le città in cerca di condizioni di vita migliori si uniranno in futuro alla classe media. 43 Farrell, D., Gersch, U. A., Stephenson, E.(2006), The value of China s emerging middle class, the McKinsey Quarterly. 44 Jing Lin & Xiaoyan Sun(2010), Higher education expansion and China s middle class, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press. P.228

48 48 Come già visto nel primo capitolo, l impatto del risparmio sui consumi è fondamentale; per poter comprendere come servire al meglio le famiglie della classe media, le aziende avranno bisogno di capire in che modo le modalità di risparmio e spesa cambiano a seconda dell incremento dei redditi. Secondo le previsioni del Mc Kinsey Quarterly, il risparmio diminuirà ma rimarrà alto, sopra il 20%, nei prossimi vent anni e questa diminuzione darà un impulso al consumo totale urbano che crescerà dell 8.7% all anno. I consumi per i generi di prima necessità diminuiranno come quota all interno dei consumi complessivi- in quanto l aumento del reddito sposta il consumo sui beni non di base, ma aumenteranno in termini assoluti con l espansione dell economia. La Cina diverrà così uno dei mercati con più veloce crescita al mondo per il consumo di cibo- un 6.7% all anno nei prossimi vent anni. Anche il settore immobiliare e quello dell assistenza sanitaria avranno una crescita veloce. I consumatori cinesi dovranno riservare una parte maggiore del loro reddito anche per la casa, il 16.6% nel La classe media cinese nel contesto della classe media globale. Il concetto di classe media è ambiguo; generalmente ad esso viene ricondotta l abilità di vivere una vita confortevole, caratterizzata da condizioni di vita stabili come il possesso di una casa, l assistenza sanitaria, l istruzione per i figli, la sicurezza di una pensione e un reddito tale da poter essere speso per le vacanze e per consumi di piacere 45. Essa può essere definita in termini relativi e in termini assoluti; secondo il primo approccio, William Easterly sostiene che rientrano nella classe media coloro che occupano una quota tra il 20 e l 80% della distribuzione complessiva dei consumi, mentre Nancy Birdsall, Carol Graham e Stefano Pettinato sostengono che sono classe media, coloro il cui reddito è tra lo 0.75 e l 1.25 volte il reddito pro capite medio. Surjit Bhalla propone una misurazione in termini assoluti, secondo la quale fanno parte della classe media coloro che dispongono di un reddito annuo sopra i 3,900$ in parità di potere d acquisto (PPP). Abhijit Banerjee e Esther Duflo optano per una misurazione in termini assoluti nella quale è centrale la spesa giornaliera pro capite pari a 2-4$ per lo strato inferiore della classe media e dai 6-10$ per lo strato superiore della classe media, nei paesi in via di sviluppo. Per definire la classe media globale, cioè per fare un confronto sulle dimensioni delle varie classi medie tra Paesi diversi, Homi Kharas e Geoffrey Gertz considerano il risultato della differenza tra il 45 Kharas, H. & Gertz, G.(2010b), The New Global Middle Class: A Crossover from West to East, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press.

49 49 numero di individui con una spesa giornaliera al di sotto dei 100$ e il numero degli individui con una spesa giornaliera inferiore ai 10$ in PPP, dove il limite dei 10$ fa riferimento alla soglia di povertà, così come è stimata nei paesi sviluppati più poveri, Italia e Portogallo. Per una famiglia di quattro persone la soglia di povertà è $ o 9.95$ giornalieri pro capite in dollari internazionali costanti del 2005, in PPP. Il limite superiore è pari al doppio del reddito medio del paese sviluppato più ricco, ovvero il Lussemburgo. La classe media globale esclude quindi coloro che sono considerati poveri nei Paesi sviluppati più poveri e coloro che sono considerati ricchi nei paesi sviluppati più ricchi. Le previsioni sull evoluzione della classe media globale vengono fatte applicando la funzione di produzione Cobb-Douglas ai 145 paesi analizzati dagli autori. Nella funzione la crescita dipende dall accumulazione del capitale e del lavoro insieme alla crescita della produttività totale dei fattori (TFP). Gli autori prendono in considerazione anche le proiezioni demografiche delle Nazioni Unite per fare una stima sull evoluzione della forza lavoro in ogni Paese, mentre per quanto riguarda l accumulazione del capitale si suppone che gli investimenti in futuro avranno un tasso uguale alla media del rapporto degli investimenti sul pil degli ultimi dieci anni. E poi si calcola la crescita del TFP. Secondo il tecnology catch-up, ovvero l abilità di importare e adottare tecnologie più avanzate dalla economie più sviluppate, alcuni paesi come il Giappone hanno visto il loro TFP crescere più velocemente di quello degli Stati Uniti. Non è credibile però, il risultato per cui i paesi più poveri dell Africa crescerebbero più velocemente rispetto agli altri dal momento che il loro livello di reddito è estremamente inferiore rispetto a quello degli Stati Uniti, considerati come il paese più tecnologicamente avanzato. Per evitare di prefigurare quindi uno scenario improbabile, il tecnology catch-up viene considerato dagli autori per quelle economie sviluppate e per quei paesi in via di sviluppo che hanno raggiunto un tasso di crescita pro capite del 3.5% all anno negli scorsi 25 anni- un lasso di tempo che permette di escludere i paesi che hanno avuto una crescita ciclica e non costante nel tempo. I paesi così considerati sono ventotto. Il futuro scenario dell economia globale così delineato restituisce il quadro di un accelerazione della crescita mondiale con il centro di gravità dell output a livello globale che si sposta sull Asia. Grazie alla rapida crescita di economie come la Cina, l India, l Indonesia e il Vietnam e altre economie dell Association of Southeast Asian Nations (ASEAN), la quota del output globale dell Asia potrebbe passare dal 28% di oggi, al 43% nel La sola quota della Cina potrebbe arrivare al 19% nel 2030.

50 50 Gli studiosi stimano che attualmente 1.8 miliardi di persone nel mondo facciano parte della classe media, il 28% della popolazione mondiale, di cui metà si trova nei paesi sviluppati e l altra metà nei paesi BRIC. Secondo lo scenario proposto la popolazione mondiale passerà dallo stato di prevalente povertà, ad essere per la maggior parte classe media Figura 1. Popolazione mondiale suddivisa in poveri, classe media, e consumatori ricchi tra il Fonte: Kharas, Gertz (2010) Il 2022 segnerebbe l anno del passaggio, in cui la popolazione mondiale sarà per lo più classe media. E nel 2030, 5 miliardi di persone, 2/3 della popolazione mondiale, potrebbe essere classe media; di questi 5 miliardi, ben 3,2 miliardi si troveranno in Asia, in forte aumento rispetto ai 500 milioni di consumatori attuali che per la maggior parte si trovano in Giappone. La classe media asiatica costituirebbe così i due terzi della classe media globale, mentre oggi conta solo per un quarto. Accanto a questo seguirebbe un forte ridimensionamento della quota occupata dal Nord America e dall Europa che passerebbe dal 54% al 17%, riflesso della bassa crescita della popolazione nei paesi sviluppati, ma anche del fatto che in questi paesi molte persone potrebbe diventare ricche nel Bisogna comunque tenere conto del fatto che il numero di persone non rende certo conto del potere di spesa di questo gruppo. Se infatti le classi media dell Europa e degli Stati Uniti sono il 54% della classe media globale per quanto riguarda il numero di persone, contano invece per il 64% della spesa totale della classe media globale. Nel 2030 la spesa della classe media asiatica potrebbe costituire il 59% della spesa della classe media globale.

51 51 Tabella1. Consumi della classe media per regioni negli anni 2009, 2020, Valori in miliardi di dollari del 2005 in PPP e quota globale (%) Fonte: Kharas, Gertz, (2010). Oggi la maggior parte delle economie con le maggiori capacità di spesa della classe media sono quelle dei Paesi sviluppati; nel 2030 solo alcune tra queste manterranno una grande capacità di spesa e cioè Stati Uniti, Giappone, Germania e Francia. La Cina nel 2020 diventerebbe il mercato più grande per i consumi della classe media sorpassando gli Stati Uniti, ma verrebbe sorpassata, entro il 2030, dall India, grazie alla più rapida crescita della popolazione e ad una distribuzione del reddito più equa. Naturalmente questa non è una previsione, ma uno scenario; perché esso si avveri è necessario che le economie emergenti dell Asia attuino delle trasformazioni strutturali importanti e una politica di aggiustamento continuativa. Oggi la classe media cinese conta 157 milioni di individui, seconda per dimensioni solo a quella degli Stai Uniti. Attualmente il 26% della popolazione cinese vive con 5-10$ al giorno e il 41% vive con 2-5$. Queste persone saranno i nuovi membri della classe media in virtù della crescita che continuerà nelle decadi a venire. Il 20% circa della popolazione cinese spende meno di 2$ al giorno, mentre l 89% spende meno di 10$ al giorno. Con l aumento medio dei redditi del 7% all anno, dato derivante dal modello del catch-up technology, tra adesso e il 2030, il 74% della popolazione cinese spenderà più di 10$ al giorno. Naturalmente oltre alla già citata necessità, sostenuta dagli autori di importanti interventi nell economia, dei quali anche noi abbiamo già ampiamente discusso nel primo capitolo, il principale elemento di incertezza legato allo scenario presentato, riguarda la capacità della Cina di mantenere i tassi di crescita mostrati negli ultimi anni nonostante l economia del paese presenti degli squilibri.

52 52 Anche secondo gli autori il modello di crescita basato sull intensità di lavoro e sulle esportazioni che ha fatto della Cina un paese a reddito medio, sta cedendo il passo. Lo dimostrano anche i recenti dati sulla crescita dell economia cinese nel 2013, che si attesterà attorno al 7,7%, un ritmo di crescita ben inferiore a quelli passati. Il Paese non sta riuscendo quindi del tentativo di mutare la direzione dello sviluppo della sua economia verso un maggior peso della domanda interna, scontando così pesantemente il calo delle esportazioni. Figura 3. Percentuali della popolazione povera, classe media e ricca in Cina negli anni 2009, 2020, 2030 Fonte: Kharas, Gertz, I dati macroeconomici negativi che continuano a pervenire dagli organismi economici internazionali sulla situazione dei paesi dell Unione Europea, con importazioni a picco e tassi elevati di disoccupazione e con previsioni per la ripresa che sarà debole nel breve termine, c è motivo di grande preoccupazione per l economia globale e quindi anche per l economia cinese. 46 I paesi a reddito medio sono stati in grado in passato di alimentare la domanda interna insieme alle esportazioni. Nella maggior parte dei Paesi i consumi interni iniziano a crescere velocemente quando il reddito pro capite raggiunge i 6,000$ in PPP, ma questo tradizionale spostamento verso la domanda interna potrebbe non avvenire in Cina in quanto la crescita dei consumi è stata inferiore a quella del Pil, mediamente del 2.5 punti percentuali all anno, dal Ne consegue che la classe media cinese ha dimensioni troppo ridotte se messe in relazione con il livello di sviluppo del paese. Un motivo di grande incertezza è quindi legato all eventualità che la crescita corrente possa essere portata avanti fino alla maturazione della classe media. 46 Su questo punto si veda anche Deutsche Bank Research, Emerging Asia s middle class. A force to be reckoned with, 21 agosto 2009, p.5. Nella ricerca si sostiene anche però che con l espansione della classe media asiatica e l aumento del livello dei redditi la domanda interna di beni può aumentare anche nonostante il ciclo economico a livello internazionale non sia favorevole e quindi contribuire alla crescita economica. Secondo le previsioni del Mc Kinsey Quarterly l economia cinese crescerà nei prossimi dieci anni ad un tasso annuo del 7.9%.

53 53 Un esempio di un paese a reddito medio che, Kharas e Gertz sostengono, non è riuscito ad espandere la propria classe media è il Brasile. Tra il 1965 e il 1980 il Brasile diventa un paese a reddito medio, ma a causa delle profonde disuguaglianza tra i redditi, la classe media brasiliana era pari solo al 29% della popolazione nel 1980 e questo ha reso impossibile fare affidamento sui consumi della classe media per la trasformazione del paese in un economia basata sull innovazione, relegandola ad un esportatore di merci e costringendola a lottare per sostenere la crescita. Il reddito pro capite oggi è solo leggermente superiore rispetto a quel periodo- con un 0.7 all anno di crescita- e la classe media ha avuto un espansione solo marginale, essendo oggi il 38% della popolazione. Secondo gli autori la Cina rischia di non veder crescere la propria classe media esattamente come è accaduto per il Brasile. Per evitare che il paese si venga a trovare in questa situazione, sarebbe certo auspicabile una riduzione delle disuguaglianza tra i redditi, divenute ormai inaccettabili, ma non nel breve periodo. Si asserisce infatti che un tentativo di redistribuzione nel breve periodo rallenterebbe la crescita dei redditi del gruppo di consumatori che spende tra i 5-10$ al giorno, ovvero, del gruppo che diventerebbe classe media in futuro. D altro canto il rischio legato alla non risoluzione del problema delle disuguaglianze, porterebbe ad una distanza sempre maggiore tra diversi strati della popolazione; essendo infatti l acceso alla scuola e alle cure mediche legate al reddito delle famiglie, a causa dell incapacità da parte del settore pubblico di fornire servizi adeguati ai contribuenti, le aree dove i redditi sono bassi tenderanno ad avere una popolazione progressivamente sempre meno istruita e sempre meno in salute, il che si tradurrebbe in un ulteriore differenza di reddito, secondo la tendenza per cui le differenze nel livello di istruzione sono il maggior fattore di disuguaglianza del reddito in Cina. Nel breve periodo la risposta adeguata alla questione della crescita della classe media è accrescere la quota dei consumi all interno del Pil, che dovrebbe avvenire secondo gli autori, anche senza interventi di politica economica ad hoc. Storicamente, infatti, i paesi che attraversano un processo di industrializzazione sperimentano un basso tasso di consumo e alti investimenti, processo che si corregge con il tempo. 47 Naturalmente data la quota estremamente bassa dei consumi in rapporto al pil, sono auspicabili misure correttive. 47 Si rimanda al primo capitolo.

54 Definizioni e caratteristiche della classe media. Quando si parla di classe media in Cina, si pone innanzitutto un problema legato alla definizione della classe stessa. 48 Ci sono diverse definizioni di classe media in Cina. Generalmente, si utilizzano quattro criteri per definirla: il reddito, il tipo di occupazione, il livello di istruzione e i consumi. Si ritiene che un appartenente della classe media abbia un reddito relativamente alto e stabile; che sia un professionista o abbia incarichi di tipo manageriale; che abbia un alto livello di istruzione e che i suoi consumi non si compongano solo di beni di sussistenza, ma anche di beni e servizi relativi ai consumi di piacere, insomma un membro della classe media dovrebbe essere in grado di vivere una vita confortevole. L enfasi data ad alcuni di questi criteri piuttosto che ad altri, da origine in Cina a immagini molto diverse della classe media. Il termine viene così a delineare gruppi sociali differenti e con dimensioni molto diverse tra loro. La sociologa cinese Li Chunling identifica tre prospettive particolari dalle quali si guarda a questo gruppo sociale: la prospettiva del pubblico, del governo e dei sociologi. Secondo la prima prospettiva, l immagine della classe media è quella derivata dalla pubblicità delle proprietà immobiliari, delle automobili e di altri beni particolarmente costosi. Questi beni sono diventati così il simbolo della classe media fenomeno ulteriormente amplificato dalle serie televisive, dai romanzi e altri fenomeni della cultura di massa. La classe media appariva così formata da business men, da manager ed intellettuali con redditi cospicui e abitudini di consumo proprie delle persone ricche. Il consumo è stato quindi messo al centro della natura della classe e questa immagine è diventata dominante in Cina. Se si seguisse questa definizione la classe media cinese coinciderebbe solo con lo strato più alto della classe media, l upper middle class e sarebbe l 8% della popolazione. Anche il governo ha dovuto naturalmente prendere coscienza dell ascesa di questo nuovo gruppo sociale dopo che, negli anni novanta, il termine classe media veniva quasi bandito dalle pubblicazioni ufficiali e questo per motivi politici, in quanto il rafforzamento di un ceto medio in Cina era il simbolo di potenziali minacce al potere del regime. Negli anni ottanta infatti, il termine veniva utilizzato dagli intellettuali liberali per indicare gli imprenditori privati, gruppo emergente che si credeva potesse essere in grado di democratizzare la Cina. 48 Li, C.(2010), Characterizing China s Middle Class: Heterogeneous Composition and Multiple Identities, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press.

55 55 Il mutamento nell atteggiamento del governo rispetto alla classe media arriva con il nuovo secolo, grazie al contributo di alcuni influenti sociologi, che diffusero l idea secondo cui la classe media sarebbe stata un elemento stabilizzatore e non destabilizzatore della società. Nel novembre del 2002, l allora segretario del Partito comunista cinese (PCC), Jiang Zemin, nel suo rapporto al sedicesimo congresso nazionale del partito comunista, affermò che l allargamento del gruppo dei redditi medi era uno degli obbiettivi della politica del governo. Lo spostamento delle autorità su posizioni più concilianti, non esclude una certa cautela nel indicare questo nuovo gruppo sociale che viene definito lo strato dei redditi medi, piuttosto che classe media. I sociologi invece optano per una definizione della classe media che non si concentri solo sul reddito e sui consumi; essi di solito definiscono la classe media in base alla classificazione delle occupazioni e allo status dell impiego. Seguendo questo criterio la divisione tra i colletti blu, ovvero coloro che svolgono lavori manuali e i colletti bianchi che svolgono mansioni intellettuali, marca la fondamentale divisione tra la classe lavoratrice e la classe media. Anche il possesso di proprietà contribuisce a dividere la società in classi. Se si considerassero però tutti i colletti bianchi come appartenenti alla classe media, essa assumerebbe delle dimensioni non credibili perché troppo grandi, cioè il 30% della popolazione totale. E per evitare questo problema che si tengono in considerazione il livello di istruzione, il livello del reddito e dei consumi. Diversi criteri danno origini a diverse dimensioni della classe media che va dal 4% al 25% a livello nazionale e a livello urbano dal 8% al 50% La divisione in sottogruppi. Sebbene non ci sia una definizione univoca e certa di classe media in Cina, la maggioranza dei sociologi cinesi concordano sul fatto che questa classe sia divisa in vari gruppi al suo interno, in base alle differenti condizioni economiche, un diverso tenore di vita, e atteggiamenti socio-politici diversi. E in virtù di questo alcuni sociologi preferiscono parlare di classi medie al plurale, piuttosto che di classe media. Li Chungling deriva la sua classificazione della classe media cinese dalla classificazione proposta dall East Asian Middle Class Project. I sottogruppi in cui si distingue la classe media sono: gli imprenditori privati, ovvero la classe capitalista. i professionisti, i manager, i funzionari governativi, ovvero la nuova classe media.

56 56 un altro gruppo è formato da piccoli datori di lavoro, individui che posseggono piccole attività e dagli autonomi, la così detta vecchia classe media. del quarto gruppo fanno parte i colletti bianchi che percepiscono dei salari bassi e altri lavoratori. Ed è la così detta classe media marginale. Questa classe e la vecchia classe media vengono considerate da alcuni parte della classe media perché le mansioni svolte rientrano in questa classe. Gli imprenditori privati di norma non sono parte della classe media. Tuttavia in Cina rientrano in questa classe perché si tratta di un gruppo emergente che ha mutato l originale struttura sociale del paese. Questo gruppo è stato da tempo cooptato all interno del partito comunista ed è presente in numero relativamente alto, il 38% dei capitalisti faceva infatti parte del partito nel 2007, una percentuale di molto superiore a quella che si riscontra a livello della popolazione totale, corrispondente a meno del 6%. Ciò dimostra la stretta relazione esistente tra la politica e il mondo imprenditoriale in Cina, che è stata definita altrove crony communism. 49 La nuova classe media è divisa al suo interno tra coloro che lavorano nel pubblico e coloro che lavorano per il privato e questo porta a delle differenze all interno dello stesso gruppo in termini di caratteristiche sociali, economiche e politiche. Esiste una distanza netta tra la classe capitalista e la nuova classe media, da una parte, e la vecchia classe media e la classe media marginale dall altra. Le prime infatti sono comunemente ritenute, da sociologi e non, la tipica classe media cinese, mentre invece le seconde vengono considerate dai sociologi come uno strato intermedio tra la classe lavoratrice e la classe media tipica, proprio perché il loro status socioeconomico è inferiore a quello della classe media tipica, anche se essi probabilmente si uniranno alle classi maggiori in futuro. La classe media marginale è quella più giovane tra tutte e quella in cui i componenti hanno il più alto livello di istruzione. I suoi appartenenti hanno più coscienza democratica e sono interessati a partecipare al dibattito politico. Essi sono attivi nei movimenti e sono molto più liberali politicamente rispetto alla nuova classe media. Per quanto riguarda la variazione nelle dimensioni dei quattro sottogruppi, tra il 1982 e il 2006, esse sono mutate nel tempo come mostra la Tabella Dickson, Bruce J.(2010), China s cooperative capitalists: the business end of the middle class, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press, pp

57 57 Tabella 2. Percentuali per ognuno dei quattro sottogruppi della classe media cinese tra il 1982 e il 2006 Fonte: Li Chunling, La nuova classe media è aumentata di circa 10 punti percentuali, la vecchia classe media, quasi assente nei primi anni ottanta, nel 2006 era quasi il 20%, una crescita questa, peculiare alla società cinese in quanto nella maggior parte delle società occidentali l ascesa della nuova classe media è stata accompagnata dalla diminuzione della vecchia classe media, mentre invece in questo caso entrambe le classi sono cresciute di numero. In molte città medie e piccole la vecchia classe media, addirittura, supera la nuova classe media. Anche la classe media marginale è aumentata rapidamente con un aumento di dieci punti percentuali; la classe capitalista invece mantiene una percentuale piuttosto bassa rispetto alle altre classi. L aumento dei vari sottogruppi della classe media ha portato alla diminuzione consistente del numero della classe lavoratrice, diminuita di circa 30 punti. Secondo queste stime la classe media era il 64% della popolazione urbana nel 2006, il 30% a livello nazionale. E possibile anche parlare di classe media solo facendo riferimento alla classe media tipica composta dalla classe capitalista e dalla nuova classe media, allora la percentuale sarebbe pari al 18% a livello urbano e il 9% a livello nazionale. Per quanto riguarda l istruzione, sono aumentati nel tempo per tutte le componenti della classe media, gli anni di frequenza scolastica e di conseguenza anche il livello d istruzione. Se nel 1988 la classe capitalista e la vecchia classe media avevano il livello d istruzione più basso, inferiore persino rispetto alla classe operaia, nel 2006 la frequenza cresce di otto anni e il loro livello di istruzione si avvina a quella della nuova classe media. Gli anni di frequenza sono aumentati per la nuova classe media di 4.5 anni, di 3.4 anni per la vecchia classe media e 5.1 anni per la classe marginale.

58 58 Tabella 4. Anni di frequenza scolastica ed età media di ogni sottogruppo Fonte: Li Chunling, Per quanto riguarda l età essa è diminuita nel tempo, specialmente per le componenti dei capitalisti, della nuova classe media e della classe media marginale. L età media di questi gruppi è diminuita di sei anni, dal 1988 al 2006 e questo presumibilmente perché l età di maturazione del diritto alla pensione è diminuita. Mentre l età media della vecchia classe media è aumentata di tre anni. Mentre per quanto riguarda il sesso, i più presenti tra tutti i gruppi sono gli uomini. La distribuzione nella professioni tra uomini e donne risulta più equilibrata nella nuova classe media perché i professionisti sono più donna che uomo. Tabella 5. Suddivisione per genere della classe media nel Fonte: Li Chunling (2010) Il senso di appartenenza. Li Chungling riporta quanto emerso dalla Beijing Middle Class Survey del 2007, secondo la quale solo il 10% degli individui tra tutti i gruppi si riconosce come membro della classe media. Nella nuova classe media, quella che viene ritenuta la componente vera e propria della classe media, solo 1/3 si sente tale. Questi individui sono più inclini a definirsi come appartenenti allo strato medio, ma non alla classe media proprio perché i membri di quest ultima sono ritenuti essere pressoché ricchi, mentre gli appartenenti allo strato medio sono percepiti come persone che vivono normalmente.

59 59 Gli individui appartenenti ai vari gruppi hanno anche origini famigliari diverse, il che fa della classe media cinese un gruppo estremamente eterogeneo che impedisce la formazione di un identità e coscienza di classe comune e anche di una comune cultura dei consumi. Si considerino la classe d appartenenza del padre e il primo lavoro svolto da un individuo appartenente alle varie classi presentate nella Tabella 6. Tabella 6. Suddivisione della classe media secondo la classe del padre e la prima professione svolta dai suoi membri. Fonte: Li Chunling (2010) Si può vedere come la maggior parte dei componenti della classe capitalista e della vecchia classe media provengano da famiglie dalle condizioni modeste, quasi il 60% infatti, proviene da famiglie di agricoltori e più del 20% da famiglie di operai. Per quanto riguarda la nuova classe media, molti provengono da famiglie benestanti, ma più della metà provengono dalla classe operaia e da famiglie di contadini. La classe media, nel suo complesso ha per il 65.3% origini modeste (famiglie di operai, contadini). Per quanto riguarda le prime occupazioni, la gran parte della classe media, il 56.5% erano colletti blu, 2/3 dei capitalisti (67.1%) erano contadini e operai. Per la vecchia classe media la quota è del 83.7, mentre per la classe media marginale il 54.5% erano colletti blu o agricoltori. Tra gli appartenenti alla nuova classe media la percentuale è del Prima delle riforme la quasi totalità delle persone che lavorava era occupata nel settore pubblico. Nel 1982 tutti i membri della nuova classe media e della classe media marginale erano occupati nel settore pubblico. Con l inizio della trasformazione dell economia fanno la loro comparsa i capitalisti e la vecchia classe media occupati nel settore privato.

60 60 Tabella 3. Percentuali dei membri della classe media marginale e delle nuova classe media occupati del settore pubblico e privato tra il 1982 e il Fonte: Li Chunling, Nel 2006, il 62.2% della nuova classe media e il 54.2% della classe media marginale continuavano a lavorare nel settore pubblico che include le SOE, le organizzazioni governative e le istituzioni finanziate o controllate dal governo. Le classi che lavorano nel settore pubblico sono state definite classi dentro il sistema 50 in quanto, lavorando per il partito o nei dipartimenti governativi hanno diritto ad una serie di agevolazioni dalle quali gli altri lavoratori sono esclusi. Esiste anche una classe media fuori dal sistema, che corrisponde ai colletti bianchi operanti nelle joint-venture e nelle aziende a capitale straniero, i proprietari di aziende private di dimensioni medio- piccole e gli imprenditori. Con riferimento alla città di Pechino, la nuova classe media avrebbe delle peculiarità riconducibili al fatto che la capitale è centro politico e amministrativo. La nuova classe media che lavora all interno del sistema cioè per il partito o per i dipartimenti governativi, è fortemente portata a difendere lo status quo per difendere i vantaggi acquisiti. Il livello dei redditi delle famiglie nella città di Pechino riportati ufficialmente non sarebbe in realtà corrispondente al vero. Il reddito delle famiglie comprende infatti comprende il salario, i bonus e vari sussidi per la casa, per l istruzione dei figli, per i trasporti, le telecomunicazioni, i viaggi e persino i pranzi spesati. Secondo quanto prevedeva il documento numero ventitré promulgato nel 1998 dal Consiglio di Stato, il quale metteva fine alla distribuzione diretta di case pubbliche ai lavoratori delle danwei, i funzionari del partito e del governo e anche il personale che lavora nelle unità di lavoro statali hanno diritto ad una spazio abitativo le cui dimensioni variano a seconda dell importanza dell incarico ricoperto. 50 Li Jian & Niu Xiaohan(2003)The new middle class in Peking: a case study

61 61 In base a questa regolamentazione a livello di ufficio, funzionari e personale hanno diritto ad uno spazio abitativo di 120 metri quadri, 105 metri quadri sono per i vice direttore di ufficio, 90 e 80 a livello di divisione e vice divisione, 70 a livello di sezione, 60 per i lavoratori ordinari che hanno lavorato per 25 anni o più. Secondo le regolamentazioni i soldi che questi impiegati dovrebbero spendere per la loro abitazione sono quattro volte il salario annuo medio locale, diviso per sessanta. Ma in realtà il prezzo al quale le case vengono acquistate dai funzionari e dal personale ai vari livelli non coincide con quello previsto dai regolamenti. Sia il calcolo del prezzo, sia le procedure d acquisto sono molto complicate e molti impiegati pagano molto meno rispetto ai prezzi standard. I prezzi dipendono dagli anni di impiego, dal livello dell impiegato e dalla situazione finanziaria della sua unità di lavoro e questo può determinare variazioni di prezzo per impiegati dello stesso rango che acquistano lo stesso appartamento nella stessa area, se appartengono a unità di lavoro diverse, o anche se fanno parte della stessa unità nella stessa unità. Il governo della municipalità di Pechino ha fissato il prezzo al metro quadro a 1,480 Rmb solo per i lavoratori dentro al sistema e questo indipendentemente dal tipo di alloggio e dall area in cui si trova, laddove il prezzo di mercato sarebbe invece tra i 5,000 e i 10,000 Rmb, a seconda dell anello in cui si trovano gli edifici- in particolare il quarto anello a Pechino è quello dove i prezzi tendono ad essere più alti. Data l agevolazione importante sul prezzo d acquisto della casa di cui godono coloro che sono all interno del sistema diversamente da chi ne sta fuori, Li e Niu considerano l acquisto della casa come una spesa per coloro che sono fuori dal sistema, mentre è parte del reddito per chi è all interno del sistema dal momento che questi ultimi pagano per un abitazione di 100 metri quadri, una somma forfetaria di 148,000 Rmb, che comporta un risparmio sostanzioso sia sul costo effettivo dell acquisto, che sul costo di un mutuo- che molti impiegati all interno del sistema non necessitano nemmeno di aprire, dato il prezzo agevolato- che è stato stimato essere pari mediamente a 585,000 Rmb, corrispondenti al prezzo medio che un dipendente non pubblico deve pagare per l acquisto di un abitazione di 100 metri quadri. 2.2 La classe media secondo il reddito. Una delle cause della mancanza di senso identitario da parte della classe media cinese è che gli stessi membri della classe media tendono a identificare lo status a loro attribuito ad individui che percepiscono redditi cospicui. Secondo Li Peilin e Zhang Yi un individuo con reddito pari a 2.5 volte il reddito medio urbano è membro del gruppo dei redditi alti, il che si avvicina all immagine pubblica della classe media. Gli studiosi stabiliscono che la soglia base per i redditi alti sarebbe di 28,272 Rmb all anno. Secondo la

62 62 definizione dei sociologi solo una piccola percentuale della classe media ha un reddito superiore a questo. Nella Tabella 7 vengono elencati i redditi medi annuali dei quattro sottogruppi della classe media. Tabella 7. Reddito medio annuale per ciascuno dei sottogruppi della classe media Fonte: Li Chunling (2010) Escludendo la classe dei capitalisti gli altri gruppi superano la soglia solo in piccola parte, meno di 1/3 della nuova classe media, meno di 1/5 della vecchia classe media e poco più di 1/10 della classe media marginale. Solo il 18% nel complesso. Solo il reddito medio dei capitalisti è superiore ai 28,272 yuan, quelli delle altre classi è più basso. In base a questa soglia solo l 11% della popolazione urbana e il 6% a livello nazionale sarebbe classe media sia per i sociologi, sia per il pubblico. Come detto, la gran parte degli individui che i sociologi ritengono classe media non si riconoscono parte di questa classe e si lamentano per il fato di non avere il tenore di vita che essi attribuiscono a questa classe. La loro condizione però li motiva fortemente a cercare di migliorare la loro situazione economica, infatti sempre più membri della classe media si sono uniti al gruppo dei redditi alti in anni recenti Un tentativo di compromesso tra le diverse visioni sulla classe media cinese. Vista la presenza di diversi modi di intendere la classe media, Li Chunling suggerisce di usare un metodo misto che metta insieme i diversi punti di vista. Se infatti da una parte i sociologi sovrastimano la classe media perché vi includono tutti i colletti bianchi, i datori di lavoro, e gli autonomi, molti tra i quali in realtà non hanno lo status socioeconomico proprio della classe media avendo bassi redditi, basso livello d istruzione e un impiego precario, dall altro parte la classe media definita solo sulla base del reddito sottostima la reale dimensione dalla classe. Quindi una definizione condivisibile tra tutte le parti potrebbe essere che la classe media includa gli imprenditori privati, i professionisti, i manager e i funzionari con redditi medio-alti e stabili il che corrisponde alla nuova classe media e che includa anche alcuni

63 63 proprietari di piccole attività, o gli autonomi, sempre con reddito medio-alto e stabile e cioè i membri della vecchia classe media. Definizione questa più aderente al vero significato del concetto di classe media. Secondo questa definizione incrociata, la classe media cinese sarebbe il 10-12% della popolazione adulta a livello nazionale e il 20-25% della popolazione adulta a livello urbano. Secondo i sociologi le percentuali che comprendono i quattro gruppi salirebbero al 30% e il 60%. Queste alte percentuali possono apparire troppo grandi per il momento presente ma potrebbero essere realtà negli anni a venire (come credono anche Kharas e Gertz). La diversità tra le varie classi fa si che non sia possibile arrivare alla formazione di una identità di classe comune e a valori o ad una visione politica condivise. La classe capitalista e la vecchia classe media, coloro che guidano micro imprese e piccole imprese, sono imprenditori privati e posseggono piccole proprietà hanno per la maggior parte un origine modesta e un basso livello d istruzione hanno di conseguenza una cultura e un sistema di valori diverso dalla nuova classe media. Essa ha giocato un ruolo chiave nella formazione di una cultura, valori e visione politica. L esistenza di uno stato forte e pervasivo nelle attività economiche ha portato al fatto che la differenza tra il settore pubblico e quello privato determini delle differenze all interno della nuova classe media, nel modo di intendere lo stato e il suo operato. 2.3 La classe media cinese: una classe fortemente disomogenea. Convenzionalmente nello studio della stratificazione sociale, i sociologi si concentrano sull analisi delle classi e in particolare su un numero ristretto di grandi classi definite attraverso una certa variabile come l autorità e le relazioni di lavoro, che vengono ritenute utili nel capire la struttura delle classi. Altri però sostengono che sia più efficace concentrarsi su gruppi sociali più piccoli basati sull occupazione, che essendo oramai istituzionalizzati nel mercato del lavoro rappresentano un metro migliore per capire i comportamenti e gli atteggiamenti individuali. Jianying Wang e Deborah Davis si occupano di disaggregare la più ampia categoria della classe media concentrandosi su un gruppo preciso, l upper middle class, dimostrando che anche entro questo gruppo esistono delle differenze Jianying Wang & Deborah Davis, China s new upper middle classes: the importance of occuptional disaggregation, in China s Emerging Middle class, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press.

64 64 Gli studiosi fanno riferimento al Chinese Household Income Project (CHIP), un indagine condotta a livello nazionale tra il 1995 e il 2002, dal NBS, sotto la direzione di ricercatori dell Accademia di scienze sociali e alcune istituzioni straniere. Esso da una stima totale sulla distribuzione e sulle determinanti del reddito delle famiglie e rileva anche gli atteggiamenti individuali rispetto alle tendenze sociali ed economiche. Esse sono state confrontate sulla base della distribuzione del patrimonio, dei redditi delle famiglie e possesso di proprietà di più di capi famiglia registrati nelle zone urbane al fine di indagare sulle crescenti disuguaglianze economiche in Cina. Mentre le risposte di 5,718 individui alla domanda sull equità della distribuzione del redditi e sulla soddisfazione complessiva relativamente al loro stato nel 2002 servono a indagare sull influenza della propria posizione sociale e sull atteggiamento verso le autorità. Le disuguaglianze economiche risultano aumentate e l atteggiamento rispetto alle questioni sociali cambia a seconda della classe di appartenenza. Più che le differenza tra i colletti blu e la classe media nel suo complesso, emerge una tendenza alla crescente differenziazione, che suggerisce un rivolgimento del processo di livellamento sociale iniziato dopo la vittoria comunista del Gli studiosi partono dal presupposto che un membro della classe media debba disporre di un reddito stabile, avere una casa e debba potersi permettere un istruzione superiore per i figli. Nella Cina urbana è un reddito annuo pro capite famigliare di 10,000 Rmb che permette ad una famiglia un tenore di vita da classe media Figura 4. Reddito medio annuo pro capite delle famiglie delle aree urbane, anni Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis, 2010

65 65 Nel 2007 il 60% delle famiglie hanno superato la soglia dei 10,000 yuan. Si parte da una definizione basata sul reddito e si segue la convenzione sociologica di definire la classe media attraverso la professione esercitata e il livello di istruzione. Gli studiosi sono interessati a scoprire come le riforme abbiano colpito i professionisti e i manager formatisi nelle università che venivano assorbiti indifferentemente nei quadri di partito in epoca socialista. Si adotta uno schema a otto classi che mette insieme l importanza della carica ricoperta e il titolo di studio. Le otto classi sono: lavoratori: coloro che esercitano lavoro manuale non specializzato o specializzato e lavoratori nei servizi e venditori. impiegati: cioè i comuni impiegati d ufficio. manager di livello inferiore: manager che non fanno parte dei quadri, senza formazione universitaria. professionisti di livello inferiore: professionisti senza titolo di studio universitario. manager di livello superiore: manager non appartenenti ai quadri, con titolo di studio universitario. professionisti di livello superiore: professionisti con un titolo di studio universitario. i quadri: manager membri del partito che lavorano negli istituzioni governative e dello stato. gli autonomi. Tabella 8. Dimensioni di ogni classe occupazionale nel 1995 e nel Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis, Un ulteriore divisione viene fatta per misurare, laddove possibile, gli impiegati nel settore privato. Da ciò emerge una diminuzione dei capi famiglia occupati nel settore statale, dal 98% all 81%, il che rappresenta una distinzione potenzialmente significativa che una definizione più ampia di classe media mancherebbe di far emergere.

66 66 La percentuale della classe lavoratrice è aumentata dal 34% al 40% mentre le occupazioni della classe media inferiore come impiegati, manager e professionisti di livello inferiore sono diminuiti dal 48 al 44% e i quadri dal 9 al 6%. Manager e professionisti con istruzione universitaria sono stabili (8%), mentre aumentano gli autonomi dall 1 al 4%. Nell indagine non sono inclusi i migranti, il che implica che i lavoratori nelle mansioni di basso livello dovrebbe essere molti di più, mentre l upper middle class diverrebbe ancora più piccola. Nella Tabella 9, si presenta il reddito pro capite medio delle famiglie delle otto classi. Tabella 9. Reddito medio pro capite delle famiglie in base alla professione. Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis, 2010 Sia nel 1995 che nel 2002 i tre gruppi della upper middle class avevano redditi molto più alti rispetto a tutti gli altri gruppi. Se infatti nel 1995 il reddito medio pro capite delle famiglie dei manager di livello superiore era 1.53 volte quello dei lavoratori e quello dei professionisti 1.45 volte, nel 2002 il vantaggio è aumentato, arrivando il reddito delle due categorie della upper middle class ad essere rispettivamente 1.69 volte e 1.87 volte quello dei lavoratori. Per quanto riguarda la distribuzione del reddito, nel 1995 il 75% delle famiglie con a capo un lavoratore, un impiegato comune o autonomo avevano un reddito pro capite inferiore ai 5,000 yuan mentre nella upper middle class, la percentuale era pari al 50%. Nel 2002, quasi il 50% dei lavoratori e degli autonomi guadagnava ancora meno di 5,000 yuan, mentre l upper middle class sorpassava, per il 50% dei suoi appartenenti i 10,000 yuan all anno.

67 67 Il reddito medio si differenzia notevolmente non solo tra la upper middle class e i lavoratori, ma anche all interno della upper middle class stessa. Infatti coloro che hanno il reddito medio più alto sono i professionisti con formazione universitaria. Seguono i manager e i quadri. La upper middle class è stata anche avvantaggiata dall aumento di valore delle loro case e del loro patrimonio finanziario. Nel 1995, prima dell applicazione della riforma, che risale al 1997 la percentuale dei proprietari era molto bassa tra i manager di livello superiore (32%), la più bassa tra tutti i gruppi e ciò è da attribuirsi al fatto che prima della riforme essi pagavano affitti molto bassi per abitazioni di qualità. La relazione tra gli alti redditi è la proprietà della casa e il suo valore non è così scontata. Infatti i maggiori proprietari di case e con di maggior valore sono le famiglie con a capo un membro dei quadri di partito: l 88% delle famiglie possiede una casa dal valore medio di 80,000 Rmb; seguono i manager di livello superiore (84% delle famiglie per un valore medio pari a 73,764 Rmb). Quindi un reddito medio più alto per i professionisti non si rispecchia in un più alto tasso di proprietà rispetto agli altri due gruppi. Il vantaggio dei quadri non sarebbe stato osservabile se si fosse guardato solo al reddito. Nel 2002 ¾ dei lavoratori, degli impiegati, dei professionisti di livello inferiore e degli autonomi risultavano possedere case dal valore inferiore al 100,000 Rmb e persino tra quelli nel primo quartile, il valore va dai 100,000 ai 200,000 Rmb, mentre il valore del primo quartile delle case di manager, professionisti e quadri va dai 150,000 e i 300,000 Rmb. L ampiezza del interquartile- il numero di casi che sono il 25% al di sopra e al di sotto della media- del valore delle case è più ampio tra i manager di livello superiore, seguiti dai professionisti e dai quadri a indicare la grande disuguaglianza esistente anche all interno dello strato più alto della classe media. Figura 5. Dispersione del valore delle abitazioni tra le professioni nel Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis (2010). Chinese household income Project, 2002.

68 68 Tabella10. Percentuali dei proprietari di case e valore delle case per professione in Cina negli anni 1995 e Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis, 2010 La stessa situazione è replicata a livello del patrimonio finanziario, che consta dei depositi bancari, delle azioni e dei titoli sul debito. Mentre nel 1995 i patrimoni finanziari all interno della upper middle class erano simili per valore e superiori agli altri gruppi, nel 2002 i professionisti di livello superiore spiccano su tutti gli altri, per patrimonio detenuto, probabilmente in virtù del fatto che essi conoscono meglio gli strumenti finanziari rispetto agli altri gruppi. Da ciò che emerge dall analisi delle classi basata sulla professione si comprende come in Cina i confini e le categorie create attorno a posizioni politiche, ranghi professionali e provenienza geografica, di fatto creano opportunità per avere dei vantaggi.

69 69 Tabella 11. Valore medio dei patrimoni finanziari in base alla professione, anni 1995 e Fonte: Jianying Wang & Deborah Davis,2010. Chinese household income project, 1995, Secondo i dati della UHS del 2007 condotta dal NBS, che comprende le città di 256 prefetture, ci sono grandi differenze di reddito tra le famiglie. Dall organizzazione dei dati in decili relativi alle famiglie, a seconda del livello di reddito, risulta che il reddito medio annuo va dai 9,288 Rmb del 10% più basso, ai Rmb, nella percentuale più alta, per una media complessiva di 43,350 Rmb per l intero campione di osservazioni. Il reddito medio delle famiglie varia fai 9,600 Rmb del 10% più basso ai 109,600 Rmb, del 10% più alto, per un reddito medio complessivo, nel 2007, pari a 32,400 Rmb. Il reddito medio per i dieci gruppi era: il più basso, 9,288 Rmb il secondo, 14,902 Rmb il terzo, 19,842 Rmb il quarto, 24,526 Rmb il quinto, 29,765 Rmb il sesto, 35,649 Rmb il settimo, 42,117 Rmb l ottavo, 51,640 Rmb il nono, 67,167 Rmb il più alto, 137,679 Rmb Il reddito medio delle famiglie tra le 256 città mostra una distribuzione anomala che va dai 13,200 Rmb di Hegang, agli di Dongguan.

70 70 Quasi il 60% delle città ha un reddito medio delle famiglie sotto i yuan, solo 7 città hanno una media di yuan o al di sopra. Figura 6. Reddito medio delle famiglie in 256 città a livello di prefettura in Cina nel Fonte: Joyce Yanyun Man, large- sample Urban Household Survey, Nancy Birdsall, Carol Graham e Stefano Pettinato definiscono la classe media in Cina in base al reddito in senso relativo, basandosi sulla distribuzione del reddito. Lo studio di Joyce Yanyun Man, utilizza due definizioni di classe media. Secondo la prima sono parte della classe media quelle famiglie tra il cinquantesimo e il sessantesimo percentile dei redditi annui delle famiglie, la definizione A, che rappresenta la classe media più ristretta. Mentre la definizione B, include nella classe media le famiglie che guadagnano il % del reddito pro capite medio (Tabella 12); in base ad entrambe le definizioni risulta che la classe media in Cina ha un reddito pro capite annuale pari a 10,950 Rmb, una spesa giornaliera pro capite 3.12$ o 3.15$- secondo il tasso di cambio posto a 6.8 yuan per 1$. Tabella 12. Caratteristiche della classe media urbana in Cina nel Fonte: Joyce Yanyun Man, Large-sample Urban Household Survey, 2007

71 71 Ma se il dato viene considerato in PPP e quindi, 2.3 Rmb valgono 1$, il consumo giornaliero potrebbe raggiungere i 9.23$. Questi dati sono in accordo anche con quanto proposto da Banerjee e Duflo, secondo i quali la classe media nei paesi in via di sviluppo ha una spesa giornaliera pro capite tra i 2$ e i 4$ o tra i 6$ e i 10$. Secondo Man, si può affermare che nel 2007 erano classe media tra i 39 milioni e i 52 milioni di famiglie nelle zone urbane della Cina, il che corrisponde ad una popolazione di 117 milioni oppure 156 milioni di persone.

72 72 Capitolo Terzo. L elasticità della domanda 3.1 I consumi di cibo: trend attuali e previsioni future. La spesa totale per il cibo in Cina tra il ha continuato a crescere, anche se la quota della spesa per il cibo sul totale della spesa per le necessità della vita è diminuita. 52 Nel 2000 la spesa per il cibo contava per il 49% della spesa totale nelle aree rurali, mentre nelle aree urbane contava per il 39%; nel 2010 la quota è scesa rispettivamente al 41% e al 36%. Il consumo di riso e grano tenero è diminuito nel tempo ed è prevedibile un ulteriore diminuzione in futuro. E diminuito anche il consumo diretto pro capite di granaglie cereali 53, mentre il consumo indiretto è in aumento, specie quello del mais. In particolare il consumo diretto di cereali non macinati (un-milled grain) nelle aree rurali è sceso dai 257 kg del 1985 ai 189 kg del 2009 (-36%) e nelle zone urbane è passato da 135 kg ad 81 kg di granaglie macinate (-67%). E diminuito il consumo pro capite diretto dei cibi a base di granaglie (food grain) e della verdura, mentre è aumentato il consumo di prodotti ittici (frutti di mare) e prodotti animali come la carne, le uova e i prodotti caseari. Il consumo di carne (carne suina, bovina e di montone) e carne avicola nelle zone rurali è passato da 12 kg nel 1985 a 19.6 kg nel 2009 (+63%) e nelle zone urbane da 22.5 kg a 34.7 kg (+54%), mentre il consumo di prodotti ittici, uova, latte e prodotti caseari è più che raddoppiato sia in campagna che in città; il consumo dei cibi che cresce maggiormente è il latte, i prodotti caseari, prodotti ittici, la carne avicola e la frutta. La quantità di granaglie lavorate consumata dai residenti nelle zone rurali nel 2010 è appena comparabile con quello dei residenti nelle zone urbane del Il consumo di carne (bovina, suina, di montone e avicola) nelle zone rurali è indietro di trent anni rispetto ai residenti nelle città, ovvero nel 2010 il consumo pro capite di carni nelle campagne era di 20 kg inferiore al consumo pro capite dei residenti nelle zone urbane nel 1982 che era pari a 21 kg (just over 21 kg). Le differenze tra il consumo delle città e delle campagne di carne suina e avicola è stata relativamente bassa; è invece molto più marcata per quanto riguarda il consumo della carne bovina e di montone. Il consumo pro capite di queste ultime da parte dei redditi più alti nelle zone rurali sono stati al di sotto di quelli dei 52 Dati del China s State Statistical Bureau (SSB), household survey in Zhou, Z. et al., Food Consumption Trends in China, report submitted to the Australian government, Department of Agricolture, Fisheries and Foresty, Aprile 2012, pp I consumi considerati, come precisato dagli autori, non comprendono i consumi fuori casa, e questo porta inevitabilmente a sottostimare i consumi effettivi, in particolare per i cibi di origine animale. 53 In Cina fanno parte delle granaglie (grain) i cereali (riso, grano tenero, mais, sorgo saggina?, miglio ecc.), i tuberi (patate e patate dolci esclusi taro e cassava=manioca), i legumi pulses (semi di soia, faglioli rossi= fagiolo azuki e fagioli indiani o mungo)

73 73 consumatori residenti in città con i redditi più bassi. Esistono dei divari anche nel consumo di uova avicole, prodotti ittici e prodotti caseari tra città e campagna; in particolare i consumi pro capite a livello rurale erano rispettivamente ½, 1/3, 1/5 di quello dei residenti nelle zone urbane oltreché minore del consumo a livello urbano del Con la crescita dei redditi nelle zone rurali sarà possibile una riduzione ulteriore del consumo diretto di granaglie e un aumento del consumo di prodotti animali; anche il livello dei consumi di alcuni prodotti da parte delle famiglie più ricche nelle campagne era nel 2010 ancora inferiore a quello dei redditi più bassi delle zone urbane. Esiste un divario significativo nel livello di consumo tra ricchi e poveri, sia a livello rurale che urbano e per alcuni cibi il divario è pari a parecchie volte. Si registra una tendenza a passare dal consumo di cereali grezzi (coarse grain) a cerali fini (fine grains) e in alcune regioni si passa dal consumo di riso a quello del grano o vice versa all aumentare del reddito. Aumenterà il consumo di carni; mentre si registra un aumento dei pasti fuori casa effetto del mutato stile di vita. Nel 2020 la Cina sarà pienamente autosufficiente per il grano ed il riso anche se è possibile l importazione netta di una piccola parte di grano. L aumento delle importazioni di mais è legato alla scelta della Cina di incrementare l offerta di carne. Le importazioni di semi di soia aumenteranno sorpassando leggermente le importazioni attuali, mentre le importazioni di altri semi per la spremitura (oil bearing grains) come la colza, varia a seconda dell importazione di oli come quello di palma e olio di semi di colza. Ci si aspetta anche che la Cina non possa incrementare la produzione interna di zucchero e quindi continueranno le importazioni; la Cina continuerà ad essere un importatore netto di orzo anche se non ci si attende una crescita delle quantità importate; dovrebbero crescere le importazioni di carne bovina, di montone/agnello per il soddisfacimento di consumatori appartenenti alla fascia alta dell industria turistica ovvero gli stranieri residenti in Cina e i turisti e per i consumatori locali ricchi, anche se la quantità sarà piccola. Anche le importazioni di carne suina aumenteranno anche se non ci saranno impatti sulla produzione interna. Aumenteranno anche le importazioni di carne avicola, mentre la Cina continuerà a mantenere l autosufficienza per quanto riguarda la produzione di uova; si importeranno prodotti caseari, specie latte in polvere e siero di latte. La Cina avrà un surplus commerciale per i prodotti ittici in valore, mentre sarà in deficit per i volumi in quanto importerà più prodotti ittici di quanti ne esporterà e questo perché importerà per nutrire gli animali mentre esporterà pesce ad alto valore. Nel prossimo futuro la Cina avrà una disponibilità di mangimi proteici (protein feeds) in particolare se continuerà ad importare grande quantità di semi di soia e dovrà importare energy feeds come il mais se decidesse di produrre più prodotti animali internamente.

74 I consumi di cibo secondo le fasce di reddito. I dati relativi ai consumi dei cibi principali in Cina contempla i consumi per fasce di reddito. I gruppi di reddito individuati sono cinque, sia per i residenti nelle zone urbane, sia per i residenti nelle campagne. Il primo quintile di reddito delle zone urbane (il 20% più basso) viene ulteriormente diviso in due decili. Vengono fornite statistiche separate del 5% più basso del primo decile. Anche l ultimo quintile (il gruppo dei redditi appartenenti al 20% più alto) è diviso in due decili. Il reddito è considerato il fattore d influenza principale nel consumo pro capite di cibo. Le differenze di reddito tra i gruppi più ricchi e quelli più poveri sono tali per cui il reddito a disposizione del 20% del gruppo inferiore nelle campagne non copre le spese totali negli anni tra il 2002 e il 2010; delle spese totali fanno parte le spese per la produzione agricola e le spese per le necessità della vita e le spese per il cibo sono incluse in queste ultime. Per il secondo quintile rimane poco dopo aver sottratto le spese totali. La spesa per il cibo del 20% dei redditi più alti dei consumatori delle campagne è il doppio del 20% più basso e sia il reddito totale sia le spese totali per le necessità della vita sono superiori di parecchie volte. Il solo risparmio del 20% più alto equivale al reddito annuale del 20% più basso. Lo stesso accade per le zone urbane anche se il 20% più basso riesce, diversamente dalla sua controparte nelle zone rurali a risparmiare. Il profilo di consumo uniforme da parte dei consumatori urbani, contraria l assunto secondo il quale anche nei Paesi in via di sviluppo si consumano più cibi a base di grano tenero e anche più cibi trasformati a base di cereali all aumento del reddito. Mentre per il primo assunto si può ragionevolmente ricordare che i dati sui consumi delle household survey non comprendono i consumi fuori casa come detto- quindi i consumi risultano inferiori alla realtà- per il consumo di cibi trasformati sembrano esserci riscontri. E ragionevole pensare che i consumatori con un reddito disponibile più alto consumino meno granaglie come in effetti accade in Cina per i residenti nelle zone urbane, anche se le differenze non sono grandi. Lo stesso non avviene invece per i residenti nelle zone rurali che dispongono di un reddito più alto e che tendono a consumare più cibi a base di granaglie food grain rispetto ai redditi bassi. Diversamente da quanto ci si aspetterebbe infatti, dovrebbero essere i redditi inferiori a consumare più cibo a base di granaglie visto il costo inferiore. Secondo Zhou et. al, questo si spiega con il fatto che la popolazione a basso reddito che abita le zone rurali è concentrata prevalentemente nella Cina nord occidentale e sud occidentale dove il grano tenero e i cereali grezzi (coarse grain) rappresentano alimenti di sussistenza; quando vengono macinati producono porzioni più abbondanti rispetto al risone lavorato. Perciò il consumo pro capite diretto dei redditi bassi è più basso quando si considera la granaglia grezza non macinata. Anche una differenza nella struttura demografica delle famiglie residenti nelle campagne può essere alla base del differente consumo pro capite. Le famiglie con redditi bassi hanno meno componenti con un

75 75 occupazione. I lavoratori delle zone rurali che compiono lavori pesanti hanno un fabbisogno energetico più alto rispetto ai più giovani e ai più vecchi. Il consumo di cibi a base di granaglie (risone paddly rice, grano tenero, mais, tuberi, beans e prodotti soggetti a trasformazione) sta diminuendo nelle campagne, mentre il consumo di granaglie 54 nelle zone urbane sembra essersi stabilizzato. Tra il il consumo pro capite di granaglie nelle città è diminuito, esso potrebbe diminuire ulteriormente con l aumento del reddito. Il consumo di riso si è stabilizzato per il secondo quintile e al di sopra (42-44 kg all anno) ed è molto più basso il consumo da parte dei redditi bassi rispetto ai redditi alti come il caso delle aree rurali, diversamente da quanto accadeva in passato. La mutevole distribuzione geografica delle persone in differenti gruppi di reddito potrebbe spiegare questo fenomeno. I consumatori con bassi redditi tendono a essere concentrati a nord-ovest e a sud-ovest dove si consuma in prevalenza grano tenero. Il consumo di farina di grano tenero è più alto tra i redditi più bassi che non tra i redditi più alti. Consumo che però scende con il tempo per tutti i gruppi. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe non sono quindi i più ricchi a consumare più cibi a base di grano tenero e questo forse si spiega con il fatto che essi tendono a consumare più cibi trasformati a base di farine per evitare i lunghi tempi di preparazione di cibi a base di farine. Sono previste ulteriori riduzioni nel consumo pro capite diretto di granaglie nelle zone rurali con l aumento del reddito. Lo stesso accadrà nelle città se si usa il riso come punto di riferimento. Secondo gli autori il consumo di grano da parte dei redditi più bassi diminuirà in futuro e quindi il consumo diretto pro capite di grano tenero diminuirà. Mentre il consumo diretto diminuirà, il consumo totale pro capite rimarrà stabile o aumenterà leggermente a causa dell aumento del consumo indiretto dovuto alla produzione di mangimi. Ci si aspetta che i redditi più alti consumino più cibi di alto valore come carne, prodotti caseari e ittici. Con l aumento del reddito cresce il consumo di carne suina con le fasce di reddito più alte delle zone urbane ad essere i maggiori consumatori (il 50% in più rispetto alla fascia di reddito più bassa sia in città che in campagna). Ci sono notevoli potenzialità di crescita per il consumo di carne suina nelle aree rurali all aumentare del reddito. Il consumo di carne bovina è aumentato di poco sia nelle zone rurali, sia nelle zone urbane (0.6 kg e 2.4 kg pro capite all anno rispettivamente), questo deriva dal fatto che è una carne consumata prevalentemente fuori casa quindi i dati ufficiali non rispecchiano la situazione reale. Il consumo di questa carne è maggiore per i redditi più alti. Esiste una significativa distanza nei consumi di carne bovina tra i redditi più alti e quelli più bassi sia in città che in campagne analogamente a quanto accade per il consumo di carne suina. Anche il consumo della 54 Le granaglie comprendono anche le altre granaglie i cereali grezzi ovvero mais, miglio, sorgo il consumo dei quali ha mostrato un trend in crescita ma marginale. 55 I dati sul consumo dei cibi a base di granaglie food grains per i livelli di reddito relativi ai consumi urbani non sono più disponibili dal 2007.

76 76 carne di montone è cresciuto poco (0.8 kg nelle aree rurali e 1.3 kg nelle aree rurali nel 2010), ma alla stregua della carne bovina, il consumo di carne di montone avviene specialmente fuori casa. Il consumo è più alto fra i redditi più alti. La stessa situazione si ha per il consumo della carne di agnello. La carne avicola è la più consumata dopo quella suina. Il consumo nelle zone rurali ha visto un aumento costante, mentre quello urbano non ha visto un particolare aumento probabilmente registratosi per i consumi fuori casa. Il consumo è maggiore per i redditi alti ed è legato all aumento del reddito sia a livello urbano, sia a livello rurale. Il consumo delle uova avicole è diminuito nelle aree urbane per ragioni di sicurezza. Le uova non sono particolarmente consumate fuori casa per cui il dato è abbastanza vicino alla realtà. L aumento dei consumi di uova nelle campagne è stato lento negli ultimi dieci anni ed è stato la metà del consumo urbano. Per i redditi più alti il consumo di uova è maggiore. I consumatori più ricchi che nelle aree rurali consumano il doppio la quantità consumata dai redditi più bassi (8 kg contro 3.4 kg nel 2010), lo stesso avviene nelle aree urbane anche se le differenze nei consumi sono molto minori. L aumento dei consumi per tutti i gruppi a livello rurale non è stato grande, mentre quello urbano ha teso a scendere. C è ulteriore spazio per la crescita del consumo di uova nelle zone rurali con l aumentare del reddito. Il consumo di prodotti caseari è cresciuto molto negli scorsi dieci anni. Nel 2010 il consumo nelle aree rurali era solo un quarto di quello delle aree urbane. La percentuale di crescita è molto più alta nelle aree rurali aumentando di tre volte tra il L aumento nelle aree urbane è stato del 67% anche se corrisponde ad una quantità maggiore ovvero 7 kg contro meno di 4 kg delle zone rurali. Il consumo di latte in polvere non è aumentato perché presumibilmente si preferisce acquistare quello liquido con l aumento del reddito. I consumatori preferiscono inoltre consumare latte in polvere di provenienza straniera attraverso spedizioni postali o viaggi e questo consumo non è incluso nelle statistiche. Il consumo di yogurt è cresciuto molto nelle zone urbane (246% da 1.12 kg a 3.67 kg tra il ). Nelle aree rurali il consumo da parte dei redditi più alti è più del doppio rispetto a quello dei redditi bassi. Analoga la situazione per le zone urbane. L aumento notevole del consumo di prodotti ittici è stato favorito anche dall aumento eccezionale della produzione. Il pesce è il prodotto ittico più consumato sia in città che in campagna. Il consumo di gamberetti e gamberi è stato relativamente basso. Il fatto che siano cambiate poco le quantità consumate di gamberetti e gamberi e di altri prodotti ittici dipende dal fatto che sono stati consumati sempre di più fuori casa da parte dei residenti urbani. Nel 2010 il consumo di prodotti ittici da parte dei redditi più alti nelle campagne era cinque volte superiore rispetto a quello dei redditi più bassi, mentre nelle aree urbane il doppio. L aumento dei consumi è stato piccolo per tutti i gruppi di reddito, riflettendo il fatto che probabilmente i consumi sono avvenuti principalmente fuori casa, specie quelli con redditi alti. Comunque con l aumento del reddito cresce significativamente anche il consumo di pesce. In anni

77 77 recenti la Cina ha importato grandi quantità di colza, semi di soia e oli da cucina. Crescenti importazioni di oli da cucina non sono coincise con un aumento dei consumi domestici probabilmente perché utilizzato prevalentemente nella ristorazione e nella trasformazione dei cibi. Il consumo di oli animali sta diminuendo. Per quanto riguarda il consumo di alcolici, la Cina è divenuta il mercato più grande per il consumo di birra. Generalmente si ritiene che il consumo di birra aumenti con l aumentare del reddito; così di fatti accade per i residenti nelle zone rurali, ma non per i residenti urbani probabilmente perché questi ultimi la consumano maggiormente fuori casa, tesi giustificata dalla differenza esistente tra produzione e consumo. Il consumo di liquore cinese è diminuito sia nelle campagne sia in città il che riflette il cambiamento dei gusti dei consumatori che si rivolgono a bevande con meno grado alcolico. Il consumo di vino è basso ma è in aumento; il dato sarebbe più grande se si considerassero i consumi fuori casa. Se persisterà la tendenza a preferire alcolici con grado alcolico minore, verrà favorito il consumo di vino. Il dato sul consumo di alcolici per le fasce di reddito non è disponibile per le zone rurali; esso potrebbe essere più alto perché generalmente i redditi bassi consumano più alcolici ad alte gradazioni. Non ci sono stati grandi cambiamenti del consumo di frutta e verdura e meloni e i loro prodotti lavorati. La quantità consumata è infatti stabile. Le differenze nelle quantità di verdura consumate tra città e campagna non è grande. Mentre il consumo di frutta fresca delle aree urbane è il doppio di quello delle aree rurali. Il consumo di verdure escluse patate e patate dolci aumenta con lo spostamento verso i redditi alti. Il consumo dei più ricchi sia a livello urbano che rurale è simile ed è superiore di kg rispetto ai consumi dei redditi più bassi, mentre ci si aspetterebbe un consumo maggiore da parte di questi ultimi visto i prezzi più bassi. Una spiegazione addotta dagli autori è che i più poveri non dotati di apparecchi per la refrigerazione se si trovano distanti dai centri di distribuzione possono non comprare verdure ogni giorno. Inoltre la scarsità di acqua della zone nord-occidentali necessaria per la coltivazione delle verdure costringe ad importarle e questo aumenta il loro prezzo. Il consumo di frutta è aumentato in passato poco nelle aree rurali e molto in quelle urbane. I redditi più alti consumano il doppio delle quantità rispetto ai redditi più bassi sia in città che in campagna. Il consumo a livello rurale è di molto inferiore rispetto a quello urbano. La quantità consumata dai redditi più alti nelle zone rurali era inferiore a quella consumata dai reddti più bassi nelle zone urbane il che fa pensare alle grandi potenzialità di ampliamento della spesa nelle zone rurali. Ci sono grandi differenze nei consumi dei redditi più bassi e più alti, eccezion fatta per il consumo del latte in polvere e dei cibi a base di granaglie (food grain) nelle aree urbane. In genere i redditi più alti consumano una maggiore quantità di cibo a eccezione dei cibi a base di granaglie e i liquori cinesi. A redditi più alti corrisponde un maggior consumo di carni quali la suina, la bovina, la avicola e di montone è superiore del 50% o più rispetto al consumo dei redditi bassi. I redditi più

78 78 alti consumano molto di più i prodotti caseari e i prodotti ittici. Il consumo di uova ha avuto una tendenza a diminuire per tutti i livelli di reddito nelle zone urbane all aumentare del reddito. Fatta eccezione per il consumo di cibi a base di granaglie e il liquore cinese, il consumo di tutti gli altri cibi aumenterà con la crescita del reddito suggerendo le grandi potenzialità del mercato cinese per il consumo di vari cibi Fattori di influenza nella domanda di cibo. L enorme velocità di crescita del consumo di prodotti a più alto valore è stata determinata in passato dalla rapida crescita economica e dalla moderata crescita della popolazione che hanno portato ad un maggior reddito disponibile per i consumi. I consumi si sono spostati dalle granaglie a prodotti a più alto valore come i prodotti animali. I consumi futuri dei prodotti animali saranno influenzati soprattutto dal tasso di crescita dei redditi e dall elasticità della domanda rispetto al reddito per questi prodotti. Fermo restando altre variabili (all things being equal ) più grande è l elasticità del reddito, più grande sarà la domanda di prodotti animali all aumentare del reddito. In generale si sostiene che (1) l elasticità della domanda rispetto al reddito diminuisce al aumentare del reddito per la maggior parte degli alimenti (2) le elasticità rispetto al reddito dei prodotti animali è relativamente grande a confronto di quella di cibi di sussistenza. (3) le elasticità rispetto al reddito nelle zone rurali sono più grandi di quelle delle zone urbane. Secondo gli autori esiste un potenziale di crescita della domanda in Cina per il cibo se il gruppo dei redditi bassi vedrà il proprio reddito muoversi verso il gruppo dei redditi alti e se i redditi rurali si avvicineranno a quelli urbani. L urbanizzazione e un altro fattore che influenza i consumi in quanto coloro che si stabiliscono nelle zone urbane accrescono il loro reddito e cambiano anche la propria dieta. In particolare si consumano meno cibi a base di granaglie e verdura mentre il consumo di altri cibi fra cui i prodotti animali tende ad aumentare. A seconda delle dimensioni delle città, il consumo di prodotti animali da parte dei migranti aumenta tra i 4.2 e i 7.2 kg e il consumo di prodotti ittici da 1.5 a 1.7 kg. Il cambiamento delle stile di vita porta invece a considerare l importanza ai fini di valutare correttamente i consumi in Cina dei pasti consumati fuori casa. La proporzione della spesa per i pasti consumati fuori casa sulla spesa totale per il cibo diventa più alta quando il reddito cresce ed è più alta per i redditi alti che per quelli bassi. (segue dati su % e spesa)p.41 Il cambiamento dei gusti e delle preferenze influisce sulle scelte di consumo. Basti pensare al fatto che il consumo di prodotti caseari che in precedenza non era affatto diffuso, mentre invece oggi è comune tra i consumatori a livello urbano e tra i consumatori più ricchi nelle campagne consumare latte, yogurt ecc. La migliore organizzazione della produzione e della commercializzazione del cibo ha contribuito ad

79 79 esempio con lo sviluppo dell allevamento al miglioramento della produzione delle industria di prodotti animali. Allo stesso modo il miglioramento della refrigerazione e i trasporti di lunga tratta per i prodotti deperibili. I consumatori hanno ora acceso a più e a diversi prodotti. L ingresso di catene di supermercati stranieri ha inoltre aumentato la competitività sul mercato, fornendo al consumatori tanti prodotti diversi. Cambiamenti della struttura demografica influenzano i consumi. In particolare l aumento della popolazione anziana influenza i consumi nel senso di un minor consumo di carni rosse mentre aumenta i consumo di altri cibi Quantità e qualità negli acquisti di cibo. Secondo Fred Gale e Kuo Huang i precedenti studi che hanno legato l aumento del consumo di cibi all aumento dei redditi è da rivedere 56. Però se effettivamente questo si verificasse significherebbe che in un economia che cresce del 9-10% all anno, l offerta di cibo non riuscirebbe a soddisfare la domanda perché troppo grande. Contrariamente a quanto ci si aspettava, la Cina è rimasta largamente autosufficiente per la produzione della gran parte dei cibi consumati- eccezion fatta per i semi di soia e gli oli vegetali. Gli studiosi si domandano quindi se in realtà la potenziale crescita attesa della domanda di prodotti alimentari in Cina sia effettivamente così grande come ci si aspetta. I cambiamenti nel mercato del cibo e la crescita lenta e inaspettata delle importazioni di cibi invocano una riconsiderazione della domanda di cibi del Paese. Una quota maggioritaria della crescita dei redditi in Cina è ricondotta alle famiglie che hanno un reddito alto e che hanno acquistato guardando alla qualità più che alla quantità. La domanda di qualità ha mutato le strutture dell offerta nel Paese nel quale sono comparsi i supermercati, convenience store e i ristoranti ecc. Le famiglie più ricche sembrano aver raggiunto la saturazione dei consumi per quanto riguarda la quantità di cibo richiesta ad un livello di reddito sotto la soglia di povertà nei Paesi sviluppati ( nel 2003 il reddito medio del 10% più alto delle famiglie nelle città era pari a 7000$). Per la gran parte dei prodotti alimentari la quantità consumata è particolarmente sensibile alla crescita del reddito per i redditi bassi. Sia le famiglie residenti in campagna, sia le famiglie residenti in città che dispongono di redditi bassi rispettivamente il 60% e il 20% della popolazione- hanno un livello di reddito per il quale domandano più quantità all aumentare del reddito. La domanda delle famiglie a basso reddito per beni quali la carne, la birra, i prodotti caseari è molto più sensibile all aumento del reddito rispetto alle famiglie ad alto reddito; ma con il rallentamento della crescita dei redditi bassi, anche la crescita dei consumi di cibo è rimasta bassa. La differenza nella crescita dei redditi tra le famiglie a basso reddito e quelle appartenenti al 10% con redditi più alti è stata importante; il reddito dei primi è cresciuto meno della metà del pil che è cresciuto del 10%, mentre il reddito dei 56 F. Gale, Demand for food quantity and quality in China, economic research report no. 32, United States department of agriculture. Gennaio 2007, pp.1-40.

80 80 secondi è cresciuto oltre il 15% all anno. Questo modello di consumi e l aumento dei redditi potrebbe spiegare perché la Cina è rimasta autosufficiente per quanto riguarda l offerta di prodotti alimentari. La crescente domanda di carne aveva portato a pensare che in Cina sarebbero cresciute le importazioni di carne e di mangimi; la Cina è rimasta invece autosufficiente in gran parte dei prodotti alimentari ed inoltre esporta verdure, frutta e prodotti dell acquacoltura. La rapida crescita della produzione interna di bestiame, frutta e prodotti dell acquacoltura spiega in parte l autosufficienza del Paese; un altro fattore potrebbe essere rappresentato da un aumento della domanda minore rispetto al previsto. Le famiglie con redditi alti hanno una domanda inelastica rispetto alla quantità, mentre le famiglie residenti in campagna e le famiglie a basso reddito residenti in città hanno invece un elasticità della domanda relativa alla quantità e legata al reddito più importante (income-elastic demand for quantity). La qualità, che è definita come il valore unitario pagato per l acquisto di un determinato prodotto, invece cresce all aumentare del reddito per tutti i suoi livelli, mentre la richiesta di qualità conta molto di più nella maggior spesa da parte dei redditi alti. All interno del budget delle famiglie la quota di spesa riservata agli alimenti è diminuita al 40% in città e al 45% in campagna. I modelli di spesa per gli alimenti riflettono le disuguaglianze di reddito tra famiglie con redditi alti residenti in città- professionisti e imprenditorida una parte, e le famiglie residenti nelle zone rurali e le famiglie a basso reddito residenti nelle città dall altra. Mentre la spesa da parte delle famiglie più ricche è cresciuta più del doppio (doubledigit), quella delle famiglie con redditi bassi (il 20% più basso) è invece stata debole. Dato il fatto che la distribuzione della crescita dei redditi è ineguale, diventa importante capire come i modelli di consumo del cibo variano tra le varie classi di reddito. La crescita del reddito e della spesa in alimenti è stata concentrata prevalentemente sulla fascia dei redditi più alti, così i modelli di consumo delle famiglie a reddito alto può aver influenzato fuori misura lo sviluppo della domanda di cibo e del mercato. Per quanto riguarda le famiglie povere, la spesa per il cibo conta per metà del reddito; il peso di questa spesa cala però all aumentare del reddito. La crescita del reddito porta ad un cambiamento dei prodotti consumati. Le famiglie residenti nelle città che hanno un reddito basso consumano prevalentemente carne suina e uova, ma con l aumentare del reddito tendono a consumare più pesce e carne avicola. Nelle famiglie a basso reddito il consumo della carne suina è più del doppio del consumo di pesce; tra le famiglie più ricche le quantità sono abbastanza simili. Allo stesso modo le famiglie più povere consumano più uova che carne avicola mentre per le famiglie più ricche il consumo è pressappoco lo stesso. Il consumo di beni di sussistenza quali cereali e oli vegetali tende a diminuire o essere stagnante con la crescita dei redditi, così il consumo medio di riso e grano tenero è minore per le famiglie con redditi più alti mentre il consumo di prodotti a base di grano (grain) come pane, spaghetti e ravioli tendono ad aumentare leggermente

81 81 con l aumento del reddito. Il consumo degli oli da cucina è quasi lo stesso per tutte le fasce di reddito. La tendenza è quella del passaggio da una dieta a base di cereali a una a base di proteine animali conseguentemente all aumento del reddito. La relazione fortemente negativa tra il consumo di farine e il reddito (fig 4) riflette i modelli di consumo di grano (grain) e le differenze di reddito tra nord e sud. La gran parte delle famiglie ad alto reddito vive nella Cina meridionale dove si consuma molto riso e poca farina di grano (wheat flour); il consumo di farina è invece alto nella Cina occidentale e settentrionale dove i redditi sono tendenzialmente bassi. La relazione tra reddito e consumo diventa meno significativa con l aumento del reddito infatti il consumo di carne suina e uova cresce con il reddito nelle fasce basse, ma sembra appiattirsi a livelli di reddito alti. La relazione lineare apparente esistente tra il reddito e il consumo di pesce, carne avicola e frutti di mare suggerisce che l elasticità del reddito diminuisce con l aumentare del reddito, in altre parole l aumento nel consumo di carne suina e uova in virtù del aumento del reddito dell 1% è più grande per i redditi più bassi rispetto ai redditi più alti. Il valore unitario (la spesa divisa per la quantità acquistata) dei cibi consumati aumenta con il reddito con maggior evidenza per i prodotti ittici (figura 5). Gale trova che la relazione di Engel non è lineare 57, infatti non si verifica la condizione per cui si ha un elasticità del reddito costante per tutti i livelli di reddito y, mentre invece dai dati emerge che l elasticità del reddito diminuisce con l aumentare dello stesso fino a raggiungere lo zero per alti livelli di y per alcune categorie di cibi. Il consumo di carne suina e uova tende a crescere con l aumento dei redditi bassi mentre si appiattisce quando il reddito raggiunge livelli alti. Una 57 Le curve di Engel per una serie di prodotti sono state individuate in base ai dati della Chinese household survey.

82 82 relazione di Engel non lineare può indicare l esistenza di una saturazione fisica della domanda oppure preferenze dei consumatori non omotetiche. 58 Le famiglie con redditi bassi potrebbero non soddisfare la propria domanda di carne suina così un aumento di reddito porta ad un aumento degli acquisti di questo prodotto. Per livelli di reddito più alti, la domanda di carne suina potrebbe non aumentare più (si stabilizza), oppure i consumatori più ricchi potrebbero preferire spendere di più per una varietà più grande di carni e prodotti ittici. Gli studiosi usano la log-log-inverse (LLI) dell equazione di Engel che permette all elasticità del reddito di variare con il reddito. Le elasticità di quantità-reddito sono minori di uno per quasi tutti i prodotti, bevande e alimenti e diminuiscono all aumentare del reddito. Per livelli di reddito alti, le elasticità della domanda sono vicine allo zero per la gran parte dei prodotti il che suggerisce che le famiglie più ricche stanno raggiungendo un livello di saturazione dal punto di vista della quantità consumata.( La diminuzione dell elasticità della quantità con l aumento del reddito. ) 3.2 L Elasticità della domanda. L elasticità della carne avicola è relativamente alta per le famiglie nelle zone rurali ( ) e per le famiglie delle zone urbane a basso reddito (0.78), ma scende allo 0.25 per le famiglie delle zone urbane ad alto reddito. 59 Le elasticità del reddito per le granaglie cereali- tramite i quali i cinesi 58 Rapporti tra le variazioni del reddito e il comportamento dei consumatori per l'acquisto di alcuni beni. Se il reddito aumenta o diminuisce, il paniere di beni domandato aumenta o diminuisce allo stesso modo. 59 In economia l elasticità misura la reazione dei consumatori e dei venditori alle variazioni delle condizioni di mercato. Esistono vari tipi di elasticità: l elasticità della domanda rispetto al prezzo, l elasticità della domanda rispetto al reddito, l elasticità dell offerta rispetto al prezzo e l elasticità incrociata. L'elasticità della domanda rispetto al prezzo, misura la reattività della quantità domandata (richiesta di un bene o servizio) conseguente ad una variazione percentuale del prezzo. Essa indica cioè di quanto varia la quantità domandata di un bene se il suo prezzo aumenta o diminuisce di una certa percentuale. Se l elasticità = 0 non c'è reattività della domanda: qualsiasi variazione del prezzo, P, lascia invariata la quantità domandata. Graficamente la domanda è una retta verticale. In questo caso, la domanda è rigida o anelastica. L'esempio classico è la dipendenza dall'importazione del petrolio di alcuni Paesi che fa considerare la loro domanda praticamente rigida. Questo rende ragione dell'alto prezzo del petrolio in periodi di tensioni: esso è determinato unicamente dalla variazione dell'offerta (riduzione) da parte dei produttori. Se invece l elasticità = 1 ciò implica che una variazione percentuale del prezzo, P, determina la stessa variazione percentuale della quantità, Q, domandata. Se l elasticità < 1 significa che esiste una scarsa reattività della domanda, Q, alle variazioni di P. In questo caso, si dice che quel bene è di prima necessità infatti all'aumentare del prezzo, la quantità domandata diminuisce di poco (cibo, sanità). Questi beni la cui domanda si indica come ANELASTICA, sono quelli sui quali si può applicare efficacemente una tassazione. Nel caso in cui l elasticità > 1, si ha invece molta reattività della domanda, Q alle variazioni di P. La domanda è molto elastica; e un aumento dei prezzi riduce di molto la quantità domandata. Questo è il tipico caso dei beni superflui. Questi beni la cui domanda si indica come ELASTICA, sono quelli sui quali non si può applicare con

83 83 assumono la maggior parte delle calorie- sono vicine allo zero per tutti i livelli di reddito. Le elasticità per le verdure e gli oli alimentari (edible oil) sono anch essi vicini allo zero. Valori positivi piccoli si registrano a livelli di reddito bassi ma scendono a valori vicino allo zero nel caso della verdura, o negativi nel caso degli oli alimentari per i livelli di reddito medio a livello urbano. La domanda di prodotti dell allevamento (livestock product) è fortemente legata al reddito per i livelli di reddito bassi, ma la relazione diviene più debole con l aumentare del reddito. Le uova non sono costose e il loro consumo è fortemente legato al reddito per le famiglie a basso reddito delle zone urbane e per le famiglie residenti nelle zone rurali, ma le famiglie che hanno redditi alti hanno un elasticità del reddito per le uova molto bassa. La carne suina è la più consumata e la sua elasticità del reddito è bassa se messa a confronto con la carne avicola, i prodotti caseari, la carne bovina e di montone. L elasticità per la carne suina è dello 0.24 per le famiglie rurali a tutti i livelli di reddito e relativamente alta per le famiglie delle città con reddito bassi (0.44). Per le famiglie a livello urbano con redditi medi, (urban median income) l elasticità è invece molto bassa (0.13), e per le famiglie con redditi alti è vicina allo zero. Tutti questi prodotti hanno un elasticità elevata per un reddito pari a 2,500 yuan, l elasticità dei prodotti caseari rimane positiva anche per i redditi alti, ma l elasticità della carne bovina e del montone diminuiscono più rapidamente. Le elasticità per prodotti quali quelli caseari, la carne bovina e di montone mostrano un modello inaspettato per le famiglie delle campagne: le elasticità sono negative per i livelli di reddito più bassi pari a 900 yuan, divengono positive quando il reddito sale a 2,500 yuan e diventano ancora più elevate quando il reddito è pari a 6,000 yuan. Per i livelli di reddito più alti l elasticità del reddito dei prodotti caseari è la più elevata (1.3) rispetto a qualsiasi cibo consumato dalle famiglie nelle campagne. Questo modello disorientante è probabilmente un artefatto statistico risultato di diete differenti riconducibili a zone geografiche diverse specie nelle regioni più povere. Il consumo di latte, carne bovina e montone per il quintile più basso della popolazione rurale è molto più alto degli altri quintili. Questo risulta in una relazione negativa spuria tra consumo e reddito per livelli bassi di quest ultimo. Il consumo di ruminant products è fortemente associato all accesso ai modern retail outlets e ai punti vendita e food service, mentre il latte viene venduto prevalentemente nei supermercati e nei convenience store negozio di comodità. Il consumo di carne di montone e carne bovina è in aumento e vengono serviti nei ristoranti e nei foodstand stand gastronomici. Un alta elasticità da parte delle famiglie rurali che hanno redditi alti può essere spiegata con il maggior accesso a supermercati, ristoranti e il possesso di apparecchi per la refrigerazione frigoriferi, che disinvoltura una tassazione. Infine, se l elasticità. La domanda è una retta orizzontale. Questo significa che ad un certo prezzo i consumatori compreranno tutta la quantità di beni disponibili. Nella realtà, non può essere soddisfatta qualsiasi domanda per un dato livello di prezzo che è destinato ad aumentare.

84 84 sono localizzate nelle zone rurali più sviluppate vicino alle città e alle zone costiere. Questo tipo di modello di consumo implica anche che le stime sull elasticità della carne bovina e di montone fatte dagli autori è inferiore dal momento che una gran parte dei consumi potrebbe non essere rilevata dalle statistiche at-home. Il consumo di prodotti dell acquacoltura specie pesce e molluschi è strettamente legata al reddito. Le elasticità per le famiglie residenti in campagna a tutti i livelli di reddito, quelle povere residenti in città e quella con redditi alti è rispettivamente dello 0.9, dello 0.72 e dello Per le famiglie delle zone rurali questa è la categoria con la maggiore elasticità rispetto al reddito fatta eccezione per i prodotti caseari per le famiglie con alti redditi; mentre le famiglie residenti nelle città hanno la seconda elasticità più elevata dopo le altre bevande. Una serie di cibi e bevande hanno elasticità superiori a 1 per livelli di reddito bassi che diminuiscono verticalmente all aumentare del reddito. Per esempio il consumo delle altre carni è strettamente legato al reddito per i livelli bassi, ma l elasticità raggiunge lo zero quando il reddito è pari a 7,500 yuan ed è negativo per redditi superiori. I cibi base come riso, farina di grano (wheat flour) e grassi animali hanno elasticità del reddito negative per tutti i livelli di reddito, il che li qualifica come beni inferiori. I prodotti quali spaghetti, pane e ravioli fatti con il grano hanno elasticità positive a livelli di reddito basso che si avvicina allo zero per i redditi alti. Le famiglie più ricche sono propense a consumare spaghetti, pane e prodotti di grano lavorati al posto della farina di grano e del riso. Gli oli vegetali hanno un elasticità positiva piccola per i bassi livelli di reddito che diventa negativo per i redditi percepiti dalla maggior parte della popolazione. Queste sottocategorie rivelano alcune differenze dell elasticità all interno delle categorie. L elasticità per la carne avicola e i prodotti di carne lavorati è superiore a quella delle carni e carni avicole fresche. La domanda per i prodotti avicoli è leggermente più elastica rispetto al reddito, se confrontata con i prodotti di carne per tutti i livelli di reddito. Il pollo e l anatra hanno elasticità in rapporto al reddito simili, la domanda di altra carne avicola - uccelli selvatici, piccioni, tacchini- rimane legata al reddito per gli alti livelli. La domanda per il latte in polvere è meno elastica rispetto alla domanda per latte fresco e yogurt. La domanda per i gamberetti e altri prodotti dell acquacoltura è più elastica della domanda di pesce. La domanda di birra è molto elastica per i redditi bassi mentre è negativa per i redditi alti. Il liquore cinese tradizionale ( 白酒 baiju ) ha un elasticità del reddito negativa per la maggior parte dei livelli di reddito; la domanda di vino ( 葡萄酒 putaojiu) ed altri alcolici come brandy, vodka che i cinesi consumano di rado è più elastica. Caffè, cacao, soft drink, acqua in bottiglia e i succhi di frutta e di verdura hanno elasticità del reddito elevate. Si tratta di bevande che vengono consumate solo di recente in Cina dai professionisti nelle città. Il tè, che è la bevanda più diffusa, ha un elasticità più bassa rispetto a tutte le altre bevande.

85 85 Le elasticità di spesa per ventitré categorie di alimenti indica che l elasticità di spesa cambia con il reddito per la maggior parte dei cibi (sedici su ventitré). 60 Mentre per sette categorie (grano, starches=amidi e tuberi e fagioli, prodotti dell acquacoltura, verdura fresca, prodotti a base di verdure (fresh vegetable, vegetable product) e frutta con il guscio) l elasticità di spesa è costante. La maggior parte delle elasticità di spesa sono più elevate rispetto alle elasticità di quantità corrispondenti, il che significa che la spesa per i prodotti cresce di più della quantità acquistata quando il reddito cresce. Sia spesa che quantità crescono con il reddito anche se è la spesa che registra l aumento più rapido. La maggior parte delle elasticità di spesa rimane sostanzialmente maggiore di 0 per i livelli di reddito alti (22,000 yuan), mentre l elasticità relativa alla quantità per la maggior parte dei cibi è vicina allo zero o negativa per i redditi alti. Per quanto riguarda la quantità, ad un livello di reddito di 22,000 yuan, l elasticità della verdura è solo dello 0.05, mentre l elasticità di spesa per la verdura fresca è Analoga è la situazione per le carni. Perciò le spese aggiuntive per i consumi alimentari delle famiglie che dispongono di redditi alti riflettono principalmente un aumento del valore unitario o qualità piuttosto che della quantità. La tabella sottostante riporta le elasticità per la qualità e per la quantità delle varie fasce di reddito delle famiglie nelle città. L elasticità per la qualità in relazione al reddito sono state calcolate per 17 categorie di alimenti per i quali è stato possibile stimare l elasticità di spesa e della quantità. L elasticità della qualità è data dalla differenza tra le elasticità di spesa e quelle della quantità. Tutti i prodotti tranne uno presentano un elasticità della qualità superiore a zero il che è una prova 60 I dati relativi alla spesa in cibo in base ai quali sono state calcolate le equazioni dell elasticità di spesa non sono reperibili per le aree rurali.

86 86 del fatto che le famiglie comprano prodotti di maggior qualità con l aumentare del reddito, mentre le quantità acquistate tendono ad appiattirsi, per i redditi alti la spesa continua a salire anche quando il reddito raggiunge livelli alti. Le elasticità della qualità riflettono un maggior consumo di prodotti sottoposti a trasformazione, o a più alto valore come i gamberetti al posto del pesce e di prodotti a marchio da parte delle famiglie con più alti redditi. La maggior parte delle elasticità relative alla qualità sono tra lo 0.1 e lo 0.4 con i prodotti dell acquacoltura che hanno l elasticità maggiore; le bevande non alcoliche sono le uniche ad avere un elasticità negativa per tutti i livelli di reddito a causa soprattutto dell elevata elasticità della quantità dell acqua in bottiglia che hanno un valore unitario basso rispetto alle altre bevande non alcoliche. I prodotti caseari hanno un elasticità della qualità negativa per i livelli di reddito basso (l elasticità relativa alla quantità è molto alta) ed è invece positiva per i redditi medi ed alti. Le elasticità della qualità per grano, amidi, tuberi, verdura e oli sono di molto superiori rispetto all elasticità relativa alla quantità. Mentre la quantità consumata dei prodotti soggetti a trasformazione aumenta, quella del riso e della farina di grano tenero (wheat flour) tende a diminuire. Le famiglie con un reddito più alto tendono a consumare di più i così detti cibi verdi e i prodotti biologici. L elasticità relativa alla qualità si avvicina molto all elasticità della quantità per alcune delle categorie più elastiche rispetto al reddito (frutta, meloni, prodotti dell acquacoltura, frutta col guscio, alcolici). Per livelli di reddito più alti (dove l elasticità relativa alla quantità è minore per queste categorie) l elasticità della qualità supera quella della quantità. L elasticità della qualità per i prodotti d allevamento è scarsa per le uova e 0.17 per la carne avicola. Questo è sorprendente in quanto l analisi dell elasticità mostra che l acquisto di carni(meat) e carne avicola soggette a trasformazione con un più alto valore sono altamente reattivi al reddito. Anche considerare il cibo consumato fuori casa è importante per valutare la domanda di cibo di qualità in Cina. Il valore unitario del cibo consumato fuori casa è presumibilmente maggiore di quello consumato in casa. Le household survey probabilmente sottostimano il consumo di cibo in quanto non tengono conto del cibo consumato fuori casa. Nel 2003 il decile di redditi più bassi della popolazione urbana ha speso l 8% del reddito per il cibo fuori casa, ma il 10% più alto ha speso il 30% del reddito (figura 6)

87 87 Se si considera solo il cibo consumato in casa il rischio e di sottostimare la forza della relazione tra la spesa per il cibo e il reddito. La UHS riporta dati sulla spesa per i pasti lontano da casa, ma non riporta le quantità consumate; in base a questi dati è possibile calcolare unicamente un equazione di spesa (non di quantità o di valore unitario). L elasticità di spesa per il cibo consumato fuori casa è costante per tutti i livelli di reddito. L elasticità di spesa rispetto al reddito delle famiglie è 1.2 risulta tra le più alte. L elasticità relativa alla quantità di cibo consumata lontano da casa non può essere calcolata anche se è presumibile sia minore rispetto a quella della spesa. Mentre per quanto riguarda l elasticità della qualità è probabilmente significativa come quella della gran parte degli alimenti consumati tra le mura domestiche. La quota di alimenti che i cinesi consumano fuori casa sul totale del cibo consumato è in crescita rapida ma è ancora piccola con la spesa per questi pasti pari al 18% a livello urbano e all 11% a livello rurale nel Tra le categorie di cibi la frutta costituisce il 5% dei consumi e la carne il 16% (figura 6) dati inferiori rispetto ad altre stime. (tavola 6)

88 La formazione di abitudini e l importanza delle variabili demografiche. Secondo Hui Liao e Wen S. Chern una grande elasticità di spesa (vicine o superiori all unità) per le granaglie nella Cina urbana risulta dubbia. 61 Essa si traduce in grandi elasticità del reddito che potrebbero dare luogo a previsioni fuorvianti sulla domanda a lungo termine di granaglie del Paese. Essi criticano il fatto che i modelli statici della domanda non prendano in considerazione elementi dinamici quali le caratteristiche demografiche e la formazione di abitudini, che avrebbero dato luogo all elevata elasticità di spesa per le granaglie. Essendo le granaglie un alimento base all acquisto delle quali i cinesi destinano un certo ammontare del loro bilancio famigliare, ci si aspetterebbe un aggiustamento lento o un effetto abitudine per quanto riguarda il consumo di granaglie tra le famiglie nelle zone urbane; elemento che però non viene catturato dai modelli statici della domanda, i quali presuppongono che il consumatore aggiusti immediatamente la sua domanda in base ai cambiamenti del reddito e del prezzo e ignorano la struttura dinamica della formazione di abitudini. Viene applicata così una generalizzazione dinamica dynamic generalization del almost ideal demand system (AIDS), ovvero il Dynamic Almost ideal demad system (DAIDS), per analizzare i modelli di consumo relativi alle famiglie cinesi residenti nelle zone urbane. I dati utilizzati (panel dataset) sono quelli tratti dalla Urban Household Survey (UHS) indagine condotta dal National Bureau of Statistics (NBS) che copre gli anni 2002 e Le province prese in considerazione sono quelle dello Shandong, Henan, Guangdong e Heilongjiang, ognuna delle quali rappresenta diverso posizionamento geografico e un diverso grado di sviluppo economico. L elasticità del prezzo dei cereali ottenuta attraverso il modello DAIDS è solo è ciò significa che il cambiamento del prezzo avrà un effetto importante solo sulla domanda di oli e carne avicola 61 Hui Liao and Wen S. Chern A Dynamic Analysis of Food Demand Patterns in Urban China, Departement of Agricultural, Environmetal and development Economics, The Ohio State University. Selected paper prepared for presentation at the American Agricultural economics association Annual meeting, Portland, OR, 29 luglio-1 agosto 2007, pp. 1-35;

89 89 ma avrà una minore influenza sugli altri beni. Nella tavola numero 6 si possono confrontare i risultati derivanti dal utilizzo di vari modelli. grain s own price elasticity Le elasticità di spesa stimate per i quattro AIDS sono riportati nella tavola numero 7. Tutte le elasticità di spesa sono positive il che significa che tutti i beni sono normali. Secondo il modello i cereali, gli oli e le uova e la verdura fresca possono rientrare nella categoria come beni di prima necessità (necessity items) con un elasticità della spesa minore di uno. Dal momento che la spesa per questi beni potrebbe crescere al crescere del reddito ma non così velocemente come il reddito, la proporzione della spesa per questi beni diminuisce con l aumentare del reddito. Le elasticità di spesa per la carne, il pollame, il pesce e la frutta fresca sono tutti più grandi di uno. Perciò con l aumentare del reddito la spesa per questi prodotti potrebbe crescere di più in relazione agli altri cibi come le verdure fresche. La carne, il pollame e il pesce e la verdure fresca hanno tutti un elasticità di spesa più grande di uno il che significa che le famiglie residenti nelle città consumeranno di più di questi prodotti ad un tasso superiore rispetto agli altri cibi all aumentare del reddito. which strongly support the employment of DAIDS to analyze the urban China household food demand pattern. Dal confronto tra i coefficienti che catturano l effetto dell abitudine derivante dagli acquisti precedenti of lagged purchases of individual items. Risulta che gli acquisti precedenti influenzano i consumi correnti e che l effetto di abitudini consolidate esiste presso le famiglie cinesi residenti in città. Senza considerare questi effetti dinamici le elasticità per i beni di prima necessità potrebbero essere sovrastimate e quelle di beni più costosi essere invece sottostimate. Dal momento

90 90 che i redditi medi nelle città sono aumentati e che i coefficienti di Engel sono diminuiti dovremmo aspettarci che per effetto delle abitudini, diminuiscano le quote di budget e perciò che si riducano le elasticità di spesa per i beni di prima necessità. Per quanto riguarda invece le variabili demografiche, variabili quali le dimensione della famiglia (il numero di componenti), il titolo di studio dei genitori, l età dei genitori, e la regione di provenienza sono tra i fattori più importanti che determinano i comportamenti di consumo delle famiglie. Le famiglie con un livello d istruzione più elevato fanno scelte di consumo legate al minor consumo di cereali e oli e consumano invece più frutta. Le famiglie con più figli consumano più oli. Nella provincia dello Henan le famiglie utilizzano più parte del loro budget per acquistare granaglie rispetto alla provincia dello Heilongjiang come ci si aspetterebbe. In tutte e tre le province le famiglie allocano una minor porzione del budget per il consumo dell olio in accordo con quanto esposto nella tabella 5. Le dimensioni delle famiglie hanno un impatto positivo sul consumo dei cereali e uno negativo sul consumo di carne come ci si aspetterebbe. I genitori maschi tendono a consumare più oli mentre le famiglie più vecchie consumano più pesce e verdure ma meno frutta. I parametri indicano che la quota sul budget destinata ai cereali aumenterà del 1.19% ma diminuirà dello 0.60% per la carne quando il numero dei componenti della famiglia aumenta di uno. Risultato questo che ha senso dal momento che i cereali sono un cibo di base tradizionale mentre la carne è principalmente un cibo costoso. Il contributo più importante delle variabili demografiche deriva dalle variabili a livello di provincia (provincial dummy variable); 22 coefficienti su 24 sono statisticamente rilevanti il che significa che le differenze tra le quattro province riguardo al consumo di cibo sono significative. Come per il modello DAIDS, con le variabili demografiche, il modello senza le variabili presenta ancora le stime sull elasticità della domanda più ragionevoli e ha il migliore adattamento. Anche se gli autori sostengono non sarebbe corretto ignorare il contributo fondamentale delle variabili demografiche. I risultati degli autori suggeriscono che le specifiche dinamiche dynamic specification funzionerebbero bene nell analisi della domanda di cibo nella Cina rurale dal

91 91 momento che ha un coefficiente di Engel più alto. Si potrebbe riscontrare una maggiore persistenza del consumo presso le famiglie rurali segnatamente per quanto riguarda i cereali. Sfortunatamente un panel data non può essere costruito dai dati della rural houshold survey.

92 92 Conclusioni Nel presente lavoro abbiamo messo al centro il consumo in Cina. Secondo una prospettiva macroeconomica, è stato analizzato approfonditamente il rapporto tra i consumi di beni e servizi e il PIL e in un secondo momento ci siamo concentrati anche sul tasso di risparmio; abbiamo inoltre presentato le caratteristiche socioeconomiche della nuova classe media cinese, la forza propulsiva dei consumi, per giungere, infine, attraverso i dati relativi all elasticità della domanda a fare delle previsioni sugli sviluppi futuri per i consumi nel settore alimentare. L andamento dei consumi di prodotti alimentari rappresenta un elemento di fondamentale importanza e interesse, per ciò che esso significa per la vita di tutti noi. Esso si inserisce nel più ampio contesto dei consumi di beni e servizi nella loro totalità, molto diversi tra di essi di cui i consumatori fanno utilizzo. Essendo come detto, i consumi di prodotti alimentari, parte dei consumi complessivi che le famiglie finanziano con il proprio reddito è necessario tenere presente che gli elementi d influenza presentati per i consumi di beni e servizi in rapporto al PIL riguardano anche i consumi per i prodotti alimentari. Innanzitutto l analisi del rapporto tra consumi e PIL in Cina ha fatto emergere non solo il ridotto contributo dei consumi (spesa pubblica e spesa delle famiglie), rispetto ad altre componenti, come gli investimenti e le esportazioni nel ambito del confronto tra la Cina e le principali economie mondiali; l analisi del andamento nel tempo di questo rapporto ha inoltre evidenziato che la quota dei consumi è da anni in sostanziale declino rispetto al PIL. Abbiamo riscontrato che il calo sostanziale della componente dei consumi è imputabile alla diminuzione riscontrata nella spesa per beni e servizi finali delle famiglie, la componente più importante dei consumi, mentre la spesa pubblica si è mantenuta sugli stessi livelli, seppur bassi, nel tempo. Abbiamo quindi analizzato i consumi delle famiglie cinesi come suddivisi in consumi delle famiglie residenti nelle zone rurali e nelle zone urbane. L esigenza di considerare separatamente i consumi delle famiglie cinesi deriva dal fatto che per le particolari condizioni dello sviluppo economico del Paese, si è venuto a creare un divario crescente nelle condizioni economiche e di vita tra città e campagne; e ciò ha determinato una differente dinamica nell andamento dei consumi per i residenti tra aree con un diverso grado di sviluppo. Il calo dei consumi è dovuto principalmente al calo dei consumi presso la componente delle famiglie rurali; anche se la spesa delle famiglie nelle campagne è aumentata nel suo valore assoluto da miliardi di yuan nel 1978 a miliardi di yuan nel 2007, l aumento è stato non solo inferiore rispetto a quello del PIL e della spesa in consumi finali, ma anche più basso rispetto a quello della spesa in consumi delle famiglie. Il tasso di consumo delle

93 93 famiglie nelle zone rurali è aumentato per sei anni, dal 1978, e nel 1983 ha raggiunto il picco più alto degli scorsi trent anni (32.3%), diminuendo successivamente. Il consumo delle famiglie nelle aree rurali diminuisce ad un ritmo più serrato rispetto al ritmo di crescita del tasso di consumo delle famiglie che risiedono nelle città, il che risulta nella diminuzione del tasso di consumo totale delle famiglie; a questo inoltre si aggiunge la diminuzione della quota dei consumi delle famiglie residenti nelle zone urbane avvenuta dopo il Ciò che ha determinato il calo della quota dei consumi sul PIL è il prodotto delle riforme del settore immobiliare, del sistema sanitario ed educativo che hanno riversato sulle famiglie il peso del finanziamento di beni quali l acquisto di una casa e l istruzione che prima delle riforme venivano garantiti dal governo e dai datori di lavoro, andando a influenzare la capacità di spesa delle famiglie. Un sistema di sicurezza sociale debole ha costretto le famiglie a provvedere con risorse proprie alla spesa per le cure sanitarie, per l istruzione dei figli, suggerendo una costanza nelle pratiche di risparmio. Sia la distribuzione del reddito tra la popolazione, sia distribuzione del reddito nazionale tra il settore delle famiglie, del mondo produttivo e il settore governativo risultano non eque, contribuendo a diminuire la quota dei consumi. Nel 1994 le famiglie detenevano una quota del reddito nazionale del 67.4, lo stato del 18.3 e le attività economiche il Nel 2005 le quote rispettive sono passate al 60.0, 23.8 e Siffatta distribuzione del reddito nazionale è stata tracciata con la riforma fiscale del 1994; sul fronte del finanziamento al consumo, i vincoli di liquidità costringono le famiglie a fare affidamento sul risparmio pregresso. Anche il calo della quota del reddito da lavoro e della quota dei salari dei lavoratori dipendenti ha contribuito alla situazione corrente. Il fattore più decisivo nel andamento al ribasso del tasso di consumo è da attribuirsi alla crescita lenta del reddito delle famiglie che risiedono nelle zone rurali. Abbiamo analizzato inoltre il tasso di risparmio in Cina in quanto esso influisce sui consumi (più si risparmia meno si consuma e vice versa) indagando le cause del suo aumento e i motivi che inducono le famiglie a risparmiare. Abbiamo trovato che la struttura del risparmio in Cina non è corrispondente a quanto prevede la teoria del ciclo vitale e del reddito permanente, facendo invece propendere verso una spiegazione legata al buffer-stock saving model, nel quale i consumi tendono a eguagliare il reddito. Una spiegazione plausibile all aumento del tasso di risparmio può derivare, dalla formazione delle abitudini per quanto riguarda l alto tasso di risparmio delle famiglie più giovani, non può rendere conto degli aumenti elevati e recenti dei tassi tra tutte le famiglie. L ammontare di denaro risparmiato in Cina viene utilizzato principalmente per finanziare l acquisto di una casa. Situazione questa determinata dalla privatizzazione del patrimonio immobiliare che ha portato ad un aumento del tasso di risparmio. Anche la ristrutturazione delle imprese di stato ha avuto un impatto sul tasso di risparmio. Le famiglie con almeno un membro impiegato in un azienda di stato in media risparmiavano di più

94 94 rispetto alle famiglie senza impiegati nelle aziende di stato, ma questa differenza nel tempo è diminuita sino a diventare trascurabile in anni recenti. Il fenomeno si spiegherebbe con il fatto che la casa era concessa in affitto ai lavoratori delle imprese pubbliche che però doveva essere lasciata una volta giunto il pensionamento del lavoratore. La necessità di comprare una casa dopo il pensionamento potrebbe aver inciso sul tasso di risparmio Un altro elemento che potrebbe aver portato all ulteriore aumento del tasso di risparmio nonostante i tassi di interesse reali negativi è il risparmio-obbiettivo. Esiste anche chi sostiene che le variazioni del tasso di risparmio delle famiglie sono determinate dalla struttura dell età della popolazione, il tasso di dipendenza dai giovani, il tasso di interesse reale e il lagged saving rate. In accordo con la teoria del ciclo vitale e con la presenza della formazione di abitudini. A livello di provincia si riscontra che le famiglie residenti nelle province più ricche della fascia costiera tendono a risparmiare di più in rapporto al reddito disponibile rispetto alle famiglie residenti delle province più povere del centro, in particolare nelle province dello Shaanxi, Hunan,Yunnan, Guizhou. Anche la struttura del sistema pensionistico avrebbe avuto un impatto sul risparmio. Il nuovo sistema pensionistico a livello urbano ha posto il tasso di ricollocamento al 58.5% della media dei guadagni sul pensionamento, rispetto all 80% del periodo antecedente la riforma. Quasi tutti i lavoratori delle imprese di stato hanno la copertura del nuovo sistema pensionistico, in misura molto minore sono coperti i lavoratori delle imprese private, mentre è quasi nulla per i lavoratori autonomi e per i lavoratori senza contratto. Tra i risparmiatori troviamo che i lavoratori migranti risparmiano di più rispetto ai cittadini residenti da sempre nelle zone urbane. Abbiamo presentato inoltre l opinione di chi ritiene che invece, la causa della diminuzione della quota dei consumi non è dovuta al fatto che il tasso di risparmio sia aumentato, ma è da ricercarsi nella diminuzione della quota dei redditi delle famiglie nel reddito nazionale. Per quanto riguarda la formazione della classe media cinese, si tratta di un fenomeno che riguarda le città. Oggi la classe media cinese conta 157 milioni di individui. Troviamo che la capacità di spesa del gruppo diventerà importante nel prossimo futuro. Attualmente infatti le famiglie residenti in città con un reddito inferiore a rmb all anno sono il 77%, quota che scenderà al 10% nel Il mercato dei consumatori a livello urbano diventerà così uno dei più grandi al mondo, dal valore di spesa pari a 20 trillioni di rmb all anno. La classe media cinese potrebbe avere in futuro un peso importantissimo all interno della classe media globale a condizione che vengano attuate delle trasformazioni strutturali importanti e una politica di aggiustamento continuativa. Attualmente il 26% della popolazione cinese vive con 5-10$ al giorno e il 41% vive con 2-5$ e queste persone saranno i nuovi membri della classe media in virtù della crescita che continuerà nelle decadi a venire. Per quanto riguarda le caratteristiche socio economiche della classe media

95 95 esiste un dibattito legato alla definizione di classe media in Cina tra la visione del pubblico, del governo e dei sociologi. E possibile inoltre dividere la classe media in sottogruppi, il che evidenzia come la classe media non sia un gruppo sociale omogeneo. I suoi componenti mancano inoltre di senso identitario, non riconoscendosi parte della classe media. Una definizione condivisibile tra tutte le parti potrebbe essere che la classe media includa gli imprenditori privati, i professionisti, i manager e i funzionari con redditi medio-alti e stabili, il che corrisponde alla nuova classe media e che includa anche alcuni proprietari di piccole attività o gli autonomi sempre con reddito medio-alto e stabile e cioè i membri della vecchia classe media. La classe media cinese sarebbe, in base a questa definizione il 10-12% della popolazione adulta a livello nazionale e il 20-25% della popolazione adulta a livello urbano. Per quanto riguarda il consumo di prodotti alimentari, tra il si è assistito al calo dei consumi di riso, grano tenero e del consumo diretto pro capite delle granaglie, mentre il consumo indiretto è in aumento, specie quello del mais; è diminuito il consumo pro capite diretto dei cibi a base di granaglie (food grain) e della verdura, mentre è aumentato il consumo di prodotti ittici (frutti di mare) e prodotti animali come la carne, le uova e i prodotti caseari; il consumo dei cibi che cresce maggiormente è il latte, i prodotti caseari, i prodotti ittici, la carne avicola e la frutta. La Cina importerà mais, semi di soia, semi per la spremitura, zucchero, orzo, carne bovina, di montone e agnello, suina, avicola, prodotti ittici e caseari (in particolare latte in polvere e siero di latte). Ci sono grandi differenze nei consumi dei redditi più bassi e più alti, eccezion fatta per il consumo del latte in polvere e dei cibi a base di granaglie (food grain) nelle aree urbane. In genere i redditi più alti consumano una maggiore quantità di cibo a eccezione dei cibi a base di granaglie e del liquore cinese. A redditi più alti corrisponde un maggior consumo di carni quali la suina, la bovina, la avicola e di montone è superiore del 50% o più rispetto al consumo dei redditi bassi. I redditi più alti consumano molto di più i prodotti caseari e i prodotti ittici. Il consumo di uova ha avuto una tendenza a diminuire per tutti i livelli di reddito nelle zone urbane all aumentare del reddito. Fatta eccezione per il consumo di cibi a base di granaglie e il liquore cinese, il consumo di tutti gli altri cibi aumenterà con la crescita del reddito suggerendo le grandi potenzialità del mercato cinese per il consumo di vari cibi. Una quota maggioritaria della crescita dei redditi in Cina è ricondotta alle famiglie che hanno un reddito alto e che hanno acquistato guardando alla qualità più che alla quantità. Le famiglie più ricche sembrano aver raggiunto la saturazione dei consumi per quanto riguarda la quantità di cibo richiesta ad un livello di reddito sotto la soglia di povertà nei Paesi sviluppati ( nel 2003 il reddito medio del 10% più alto delle famiglie nelle città era pari a 7000$). Per la gran parte dei prodotti alimentari la quantità consumata è particolarmente sensibile alla crescita del reddito per i redditi bassi. Mentre il reddito dei più ricchi è cresciuto meno della metà

96 96 del pil che è cresciuto del 10%, il reddito dei secondi è cresciuto oltre il 15% all anno. Questo modello di consumi e l aumento dei redditi potrebbe spiegare perché la Cina è rimasta autosufficiente per quanto riguarda l offerta di prodotti alimentari, in quanto la bassa crescita dei redditi più bassi avrebbe rallentato la crescita del consumo di cibo. Le famiglie con redditi alti hanno una domanda inelastica rispetto alla quantità, mentre le famiglie residenti in campagna e le famiglie a basso reddito residenti in città hanno invece un elasticità della domanda relativa alla quantità e legata al reddito più importante (income-elastic demand for quantity). La qualità cresce all aumentare del reddito per tutti i suoi livelli, mentre la richiesta di qualità conta molto di più nella maggior spesa da parte dei redditi alti. Mentre la spesa da parte delle famiglie più ricche è cresciuta più del doppio (double-digit), quella delle famiglie con redditi bassi (il 20% più basso) è invece stata debole. La crescita del reddito e della spesa in alimenti è stata concentrata prevalentemente sulla fascia dei redditi più alti, così i modelli di consumo delle famiglie a reddito alto può aver influenzato fuori misura lo sviluppo della domanda di cibo e del mercato. La relazione tra reddito e consumo diventa meno significativa con l aumento del reddito infatti il consumo di carne suina e uova cresce con il reddito nelle fasce basse, ma sembra appiattirsi a livelli di reddito alti. la relazione di Engel non è lineare, infatti non si verifica la condizione per cui si ha un elasticità del reddito costante per tutti i livelli di reddito y, mentre invece dai dati emerge che l elasticità del reddito diminuisce con l aumentare dello stesso fino a raggiungere lo zero per alti livelli di y per alcune categorie di cibi. L elasticità della carne avicola è relativamente alta per le famiglie nelle zone rurali ( ) e per le famiglie delle zone urbane a basso reddito (0.78), ma scende allo 0.25 per le famiglie delle zone urbane ad alto reddito. Le elasticità del reddito per le granaglie sono vicine allo zero per tutti i livelli di reddito. Le elasticità per le verdure e gli oli alimentari (edible oil) sono anch essi vicini allo zero. Valori positivi piccoli si registrano a livelli di reddito bassi ma scendono a valori vicino allo zero nel caso della verdura, o negativi nel caso degli oli alimentari per i livelli di reddito medio a livello urbano. La domanda di prodotti dell allevamento (livestock product) è fortemente legata al reddito per i livelli di reddito bassi, ma la relazione diviene più debole con l aumentare del reddito. Le uova non sono costose e il loro consumo è fortemente legato al reddito per le famiglie a basso reddito delle zone urbane e per le famiglie residenti nelle zone rurali, ma le famiglie che hanno redditi alti hanno un elasticità del reddito per le uova molto bassa. La carne suina è la più consumata e la sua elasticità del reddito è bassa se messa a confronto con la carne avicola, i prodotti caseari, la carne bovina e di montone. L elasticità per la carne suina è dello 0.24 per le famiglie rurali a tutti i livelli di reddito e relativamente alta per le famiglie delle città con reddito bassi (0.44). Per le famiglie a livello urbano con redditi medi, (urban median income) l elasticità è invece molto bassa (0.13), e per le famiglie con redditi alti è vicina allo zero. Tutti

97 97 questi prodotti hanno un elasticità elevata per un reddito pari a 2,500 yuan, l elasticità dei prodotti caseari rimane positiva anche per i redditi alti, ma l elasticità della carne bovina e del montone diminuiscono più rapidamente. Le elasticità per prodotti quali quelli caseari, la carne bovina e di montone mostrano un modello inaspettato per le famiglie delle campagne: le elasticità sono negative per i livelli di reddito più bassi pari a 900 yuan, divengono positive quando il reddito sale a 2,500 yuan e diventano ancora più elevate quando il reddito è pari a 6,000 yuan. Per i livelli di reddito più alti l elasticità del reddito dei prodotti caseari è la più elevata (1.3) rispetto a qualsiasi cibo consumato dalle famiglie nelle campagne. Il consumo di prodotti dell acquacoltura specie pesce e molluschi è strettamente legata al reddito. Le elasticità per le famiglie residenti in campagna a tutti i livelli di reddito, quelle povere residenti in città e quella con redditi alti è rispettivamente dello 0.9, dello 0.72 e dello Il consumo delle altre carni è strettamente legato al reddito per i livelli bassi, ma l elasticità raggiunge lo zero quando il reddito è pari a 7,500 yuan ed è negativo per redditi superiori. I cibi base come riso, farina di grano (wheat flour) e grassi animali hanno elasticità del reddito negative per tutti i livelli di reddito, il che li qualifica come beni inferiori. I prodotti quali spaghetti, pane e ravioli fatti con il grano hanno elasticità positive a livelli di reddito basso che si avvicina allo zero per i redditi alti. Gli oli vegetali hanno un elasticità positiva piccola per i bassi livelli di reddito che diventa negativo per i redditi percepiti dalla maggior parte della popolazione. Queste sottocategorie rivelano alcune differenze dell elasticità all interno delle categorie. La domanda per i prodotti avicoli è leggermente più elastica rispetto al reddito, se confrontata con i prodotti di carne per tutti i livelli di reddito. La domanda per il latte in polvere è meno elastica rispetto alla domanda per latte fresco e yogurt. La domanda per il latte in polvere è meno elastica rispetto alla domanda per latte fresco e yogurt. La domanda per i gamberetti e altri prodotti dell acquacoltura è più elastica della domanda di pesce. La domanda di birra è molto elastica per i redditi bassi mentre è negativa per i redditi alti. Il liquore cinese tradizionale ( 白酒 baiju ) ha un elasticità del reddito negativa per la maggior parte dei livelli di reddito; la domanda di vino ( 葡萄酒 putaojiu) ed altri alcolici come brandy, vodka che i cinesi consumano di rado è più elastica. Caffè, cacao, soft drink, acqua in bottiglia e i succhi di frutta e di verdura hanno elasticità del reddito elevate. Il tè, che è la bevanda più diffusa, ha un elasticità più bassa rispetto a tutte le altre bevande. La maggior parte delle elasticità di spesa risultano più elevate rispetto alle elasticità di quantità corrispondenti, il che significa che la spesa per i prodotti cresce di più della quantità acquistata quando il reddito cresce. Risulta che gli acquisti precedenti influenzano i consumi correnti e che l effetto di abitudini consolidate esiste presso le famiglie cinesi residenti in città. Senza considerare questi effetti dinamici le elasticità per i beni di prima necessità potrebbero essere sovrastimate e quelle di beni più costosi essere invece sottostimate. Variabili quali le dimensione

98 98 della famiglia (il numero di componenti), il titolo di studio dei genitori, l età dei genitori, e la regione di provenienza sono tra i fattori più importanti che determinano i comportamenti di consumo delle famiglie.

99 99 Bibliografia Saggio in volume: COGNOME, nome dell autore, titolo del saggio, in nome e cognome curatore (a cura di), titolo del volume, città, casa editrice, anno, pagine. DICKSON, Bruce J., China s cooperative capitalists: the business end of the middle class, in Cheng Li, ed., China s Emerging Middle class, Beyond economic transformation, Washington D. C., Brookings Institution Press, KHARAS, Homi & GERTZ, G., The new global middle class: a crossover from west to east, in Cheng Li, ed., China s Emerging Middle class. Beyond economic transformation, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press, Li, C., Characterizing China s Middle Class: Heterogeneous Composition and Multiple Identities, in Cheng Li, ed., China s Emerging Middle class. Beyond economic transformation, Washington D. C., Brookings Institution Press, LIN, Jing & SUN, Xiaoyan, Higher education expansion and China s middle class, in Cheng Li ed., China s Emerging Middle class. Beyond economic transformation, Cheng Li, ed., Washington D. C., Brookings Institution Press, MAN, Joyce Yanyun, China s housing reform and emerging middle class, in Cheng Li, ed., China s Emerging Middle class. Beyond economic transformation, Washington D. C., Brookings Institution Press, WANG, Jianying & Deborah Davis, China s new upper middle classes: the importance of occupational disaggregation, in Cheng Li, ed., China s Emerging Middle class, Beyond economic transformation, Washington D. C., Brookings Institution Press, 2010.

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